Successo di pubblico alla presentazione del libro “Verdure Spontanee di Sicilia”

Venerdì 22 gennaio presso il Palazzo Steri (Sala delle Capriate) di Palermo ha avuto luogo la presentazione del libro “Verdure Spontanee di Sicilia – Guida al riconoscimento, alla raccolta e alla preparazione” scritto dal Prof. Rosario Schicchi e dalla collega Anna Geraci.

Grande l’afflusso di pubblico, accorso da ogni parte di Sicilia.

Un riconoscimento di stima che la gente e le numerose autorità presenti in sala hanno voluto indirizzare agli autori del libro.

Di seguito i ringraziamenti del che il Prof. Rosario Schicchi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook:

Cari amici, ieri sera a Palermo nella Sala delle Capriate di Palazzo Steri, è stato presentato il libro “Verdure Spontanee di Sicilia” che ho scritto insieme alla collega Anna Geraci.
Desidero esprimere un ringraziamento particolare al Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, al Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, all’Assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, al Direttore del Dipartimento SAF, prof. Stefano Colazza, al Prof. Paolo Inglese, a Mario Indovina di Slow Food Palermo, al Dr. Giuseppe Carrubba, all’Ing. Bartolo Fazio e alla Dott.ssa Francesca Cerami rispettivamente Presidente, Consigliere delegato e Segretario Generale dell’IDIMED e al Dott. Salvo Toscano condirettore I Love Sicilia che ha magistralmente moderato l’incontro.
La Sala non è riuscita a contenere i numerosi partecipanti accorsi da varie parti della Sicilia, molti dei quali sono stati “coraggiosamente” in piedi per tutta la durata dell’evento. La partecipazione e l’affetto che i tanti amici ci hanno dimostrato, ci ha commossi e ci ha fatto capire che, guardare alla biodiversità della Sicilia come importante risorsa per la crescita socio-economica della nostra Isola non è utopia. La conoscenza e la valorizzazione di tante “identità” siciliane è, infatti, l’obiettivo a cui tendere nei prossimi anni.
Le verdure selvatiche con il carico di tradizioni, usi e consuetudini che “si portano dietro”, appartengono al nostro patrimonio culturale che, purtroppo, di giorno in giorno rischia di scomparire sotto l’incalzare della globalizzazione e con esso anche le nostre radici che affondano in diverse centinaia di anni di conoscenza, esperienza e saggezza locale.
Questa situazione può determinare nel volgere di qualche decennio la perdita di un cospicuo patrimonio di conoscenze che si riferiscono: ai nomi dialettali con cui sono indicate le verdure, agli usi gastronomici mediante i quali erano – e in parte ancora oggi – vengono preparate, alle credenze e agli aspetti folcloristici che circondano ogni verdura e all’eventuale uso come pianta medicinale.
Salvando questi saperi contribuiremo a salvare anche la biodiversità dei nostri territori, l’identità culturale delle popolazioni e, possibilmente, a creare anche nuova occupazione.
Le verdure selvatiche sono, infatti, tra gli “ambasciatori” migliori del luogo in cui vivono: esse sono in grado di “far gustare” ai turisti il territorio attraverso le molteplici preparazioni gastronomiche locali che affondano le radici in una solida e stratificata tradizione culturale. Quest’ultima rappresenta il vero valore aggiunto di una materia prima, ottenuta in un contesto ambientale straordinario per caratteristiche biologiche, di suolo, di clima e di storia, e che può essere considerato come la culla più espressiva ed emblematica della Dieta del Mediterraneo. Allego alcune immagini dell’evento che mi hanno inviato l’amico Massimo Geraci e mia figlia Fabiola.
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