Un topo, una topa e colui che tutto move

(Di Massimo Genchi) – Misca! e per scrivere queste quattro minchiate (sempre le stesse, sempri rricotta e pipi) ci avete messo una settimana? Oh!-Oh! Certo, lo capisco: citazioni, Plinio, Orwell, Fedro (come mai avete dimenticato Trilussa?), consultazione dei voluminosi e sempre utili dossier del capo, lavoro di limatura. Peccato che la lima sia andata in fallo, fra le altre cose, sul salpare iniziale e sulla gratitudine finale. Ma anche sullo stantìo che, purtroppo per voi, si scrive senza accento. E di cu pigliàstivi? Non avete sbagliato il genitivo plurale domuum solo perché avete fatto copia e incolla da internet. Che ci posso fare, sono pedante. E poi queste cose mi divertono.
Certo non l’avete digerito quel post sul canto delle sirene, che ha colto nel segno.
Quanta verità e quanto nervosismo ha sprigionato in voi! Dirò subito che sorvolerò sulle vostre strumentali accuse non rivolte alla mia persona. Però è surreale che a parlare di eterodirezione siano gli estensori del post, due che da tempo ormai vengono costantemente telecomandati. Sì, proprio due, perché in questo parlare speculativo a nome di tutti i democratici si cela l’astio e la cattiveria di due, un topo e una topa. E che topa!
Le considerazioni dei due topi, il capo non lo contiamo proprio, sui miei “editoriali” mi lasciano indifferente perché sono stupide. Farò solo delle brevi puntualizzazioni su alcune delle bestialità da loro asserite.
- Io dedico il mio tempo, oltre che ai miei affetti, alle mie ricerche e, entro l’anno, saranno sei le pubblicazioni uscite a mio nome. Poi nel tempo libero mi diverto, è vero, a farvi imbestialire. A me basta poco tempo per scrivere un pezzo, mica sono ingessato come voi. Lo avete visto stasera.
- Il coccodrillo ha vinto, ma non dite sciocchezze perché non ha ottenuto la fiducia della maggioranza dei suoi elettori che non sono animali. Voi siete liberissimi di definirvi topi ma non potete arrogarvi il diritto di definire gli elettori animali. Il coccodrillo ha raccolto il 42,24% dei votanti ma solo il 27,26% degli aventi diritto, visto che ha votato il 65,9% degli aventi diritto. Altro che popolo! Le analisi si fanno allo stesso modo, sia per le comunali di Castelbuono che per le regionali delle Marche. Non è che lì solo perché ha vinto la destra la percentuale dei votanti conta e qui no.
- Chi sono gli sciacalli in agguato, pronti a speculare perfino su chi non è più in vita? Abbiamo viste miserabili speculazioni, sì, le hanno viste tutti!
- Io non ho navigato proprio accanto a nessuno. Accanto a quello lì, poi… bbeddra matri! Questo refrain è l’oggetto di un vecchio commento anonimo a me diretto e fatto dallo stesso topo di oggi che dichiarò come propria la mail di Vincenzo Capuana ex segretario del circolo PD per farmi litigare con lui. Per dire della raffinatezza del soggetto. Allora: nel 2002 Angelo Ciolino perse le primarie con il coccodrillo, e come le perse qui è lungo da raccontare. Il gruppo di Angelo, come da nefasti accordi, appoggiò il coccodrillo. Io fui eletto e restai in consiglio per due anni appena. E ho avuto di cosa rimanere disgustato.
- Di quali topi si parla? Dei consiglieri di maggioranza? Io ho scritto “E i primi ad abbandonare il coccodrillo che affonda saranno i topi, i suoi più sfegatati leccapiedi di queste quattro consiliature” e questi non sono certo i consiglieri di maggioranza di questo consiglio, come voi due vorreste far credere per darmi in pasto a loro e al paese, eseguendo un ordine specifico del capo.
- Io a differenza di qualcuno di voi, ritengo sacro il diritto degli elettori ad autodeterminarsi e non mi sognerei mai di dire a un elettore “non ti saluto perché non mi hai votato” perché mi sentirei un verme. In democrazia ognuno è libero di votare chi meglio crede. La democrazia si pratica non ci si riempie la bocca!
- Di quale formaggio che mi andava bene parlano il topo e la topa? Io a differenza di qualche adepto del coccodrillo ho vissuto sempre del mio lavoro e non di espedienti. Non sono stato un mantenuto della politica e proprio questo mi rende libero di parlare.
- No, io non agisco per amor di patria. Ci mancherebbe. I patrioti siete voi. Io agisco solo per fare il sindaco, anzi per fare il direttore del Museo Minà Palumbo, come avete fatto trasparire in maniera bislacca nella relazione annuale. Per vostra norma, la ricerca scientifica su Minà Palumbo che svolgo non richiede una sedia di CdA sotto il culo, la faccio con le mie conoscenze e competenze e a livelli sicuramente oltreFiumara.
- Sulle prossime elezioni, ditemi voi. Se voi ritenete che mi debba candidare mi candido. Non è che posso deludervi! Sindaco? Assessore? Consiglio? Dite. Ma rendetevi conto che parlate esattamente come il capo, ma anche come una qualsiasi mezzatacca di centro destra che alla prima difficoltà dice: “candidati e vediamo quanti voti prendi”.
- Niente, vi compatisco, topo e topa, siete due vittime, volevate creare spaccature, volevate accendere malcontenti e ire, ma il tentativo è miseramente fallito. Siete stati mal orchestrati perché u maistr’â musica unn’è cosa. Insomma, vi è finita come i pifferi di montagna che siete andati per suonare e siete stati suonati.

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