Vincitori concorso a cattedra: ecco cosa fare per ottenere la cristallizzazione del diritto all’assunzione
[Riceviamo e Pubblichiamo].
“Mai più graduatorie. Da adesso in avanti avremo vincitori pari ai posti disponibili. Chi non riuscirà a passare, ci riproverà in primavera e poi ogni due anni avrà un’occasione… (CIT)”
Le belle e confortanti parole dell’allora Ministro Profumo, rimangono, nelle menti dei più svegli, solo un annoso ricordo.
Parliamo degli oltre 8mila insegnanti italiani che, pur avendo superato la selezione indetta dall’allora responsabile di viale Trastevere, Francesco Profumo, (dopo ben 13 anni dall’ultima prova) sono ancora in attesa di un posto. Il concorso del 2012 era stato bandito su un numero preciso di posti (11.542) da ripartire nel biennio 2013/2014 e 2014/2015. Pur tuttavia, nonostante la lettera del bando – id est: LEX SPECIALIS – nel primo anno sono stati assunti solo 3.500 vincitori mentre tutti gli altri stanno ancora attendendo l’immissione in ruolo. Una follia senza precedenti o, senza cadere nei volgari epiteti che nel caso di specie sarebbero ben appropriati, una STRAGE GIURIDICA, concretizzatasi in danno di migliaia di insegnanti in buona fede. Seguendo un puro ragionamento logico, l’assunzione attraverso un concorso pubblico dovrebbe essere la procedura più semplice da attuare. Non è così per la categoria professionale degli insegnanti costretti a confondere la parola concorso con caos. Sono ormai due anni che aspettano di vedersi riconoscere una cattedra, dopo aver superato le tre prove del concorsone del 2012.
Le responsabilità ascrivibili alla condotta degli organi di vertice non sono indeifferenti. Deve infatti ritenersi che all’indizione di prove concorsuali corrispondano ben ponderate esigenze, che l’Amministrazione competente non può – senza insanabile contraddittorietà – negare o disattendere, una volta affrontati gli oneri e i costi di una procedura, che nel caso di specie risulta non solo avviata, ma conclusa, così come non possono essere procrastinate – senza ragionevoli previsioni in ordine ai tempi, resi necessari da circostanze non prevedibili o da problemi di copertura finanziaria – le aspettative di coloro che abbiano affrontato il delicato impegno di una selezione per titoli ed esami e che siano stati infine prescelti, per la copertura delle posizioni professionali messe a concorso.
La più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione appare unanime nel ritenere che, nel sistema del lavoro pubblico contrattualizzato, al bando di concorso per l’assunzione, diretto a dare attuazione alla decisione (di per s’è non impegnativa nei confronti dei terzi) di far fronte al fabbisogno attuale di personale dipendente, vada riconosciuta duplice natura giuridica: di provvedimento amministrativo nella parte in cui concreta un atto del procedimento di evidenza pubblica, del quale regola il successivo svolgimento; di atto negoziale negli aspetti sostanziali, in quanto concreta proposta al pubblico, condizionata negli effetti all’espletamento del procedimento concorsuale e all’approvazione della graduatoria. E’ da ritenersi che anche l’approvazione della graduatoria presenti questa duplicità di natura giuridica: provvedimento terminale del procedimento concorsuale e atto negoziale di individuazione del futuro contraente.
Dall’approvazione della graduatoria discende, quindi, il diritto all’assunzione del partecipante collocato in posizione utile della graduatoria, cui corrisponde l’obbligo di adempimento dell’amministrazione assoggettato al regime di cui all’art 1218 c.c. anche con riferimento al diritto al risarcimento in caso di inadempimento Elementi, questi ultimi, totalmente disattatesi dalle Amministrazioni all’uopo responsabili. Ma vi è di più e molto. Come è noto infatti “il bando di concorso per l’assunzione, in regime privatistico, di personale, all’esito di procedure selettive, costituisce, ove contenga gli elementi del contratto alla cui conclusione è diretto, un’offerta al pubblico, ossia una proposta di contratto da cui deriva, in favore dei soggetti utilmente collocati nella graduatoria la conclusione del contatto stesso: pertanto, in caso di mancata assunzione dei vincitori, sorge a carico del proponente una responsabilità contrattuale per inadempimento e quindi l’obbligo di risarcire il danno, salvo sia dedotta e provata la mancanza di colpa del datore di lavoro alla stregua dell’ordinario criterio di diligenza di cui all’art. 1176 cod.
QUALI STRATEGIE LEGALE APPLICARE? L’omesso adempimento all’obbligo di concludere il contratto da luogo oltre che al diritto ad ottenere l’esecuzione in forma specifica di tale obbligo all’ulteriore risarcimento del danno ex art. 1218 c.c. e segg. e pertanto il Ministero, una volta convenuto dovrà altresì essere condannato al risarcimento del danno patito dai ricorrenti da quantificare nel seguente modo:
A) quantificarsi e liquidarsi nelle retribuzioni globali di fatto non percepire detratto l’aliunde perceptum costituito dalle retribuzioni che avrebbe dovuto percepire nello stesso periodo dalla ricorrente per lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato risultante da CUD e/o Dichiarazione dei Redditi e/o Buste paga, oltre alla maggior somma tra interessi e rivalutazione monetaria dalle singole scadenze al saldo.
B) Far dichiarare ai sensi dell’art. 2932 c.c. la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato tra il Ministero convenuto e il ricorrente per la classe di concorso XXX della Provincia di XXX con decorrenza dalla sentenza La strategia difensiva da applicare, dunque, al fine di tutelare una classe totalmente annientata dalle logiche del gioco politico è quella relativa alla cristallizzazione del proprio diritto all’assunzione. Il ricorso al giudice del lavoro potrà essere promosso da tutti i vincitori individuati con specifico decreto o all’interno del decreto di pubblicazione delle graduatorie di merito nel caso sia chiaramente espresso nelle premesse che è proclamato vincitore chi si ritrova in posizione utile, fermo restando l’accertamento dei titoli dichiarati. In assenza di tale dichiarazione o del relativo decreto, bisogna preliminarmente diffidare l’U.S.R. dal non proclamare o dal non individuare i vincitori e ricorrere al TAR regionale per accertare il diritto a essere considerato vincitore prima di ricorrere al giudice del lavoro per ottenere la costituzione del rapporto di lavoro.
La presente strategia difensiva è promossa dagli avvocati Angela Maria Fasano e Domenico Pitruttella del Foro di Palermo. Al fine di promuovere e garantire una strategia legale unitaria e non frammentata, gli stessi legali garantiscono la presenza di domiciliatari di fiducia su tutto il territorio nazionale. Si rammenta che tali azioni necessitano di una strategia difensiva comune. I ricorrenti saranno suddivisi per classi di concorso su ciascuna Regione.
AVVOCATO LAURA CUTI – AVVOCATO ANGELA MARIA FASANO – AVVOCATO DOMENICO PITRUZZELLA
CONTATTI: – lauracuti@libero.it – studiolegale.fasano@alice.it – avv.pitruzzelladomenico@gmail.com
Mobile: 3343/8120803 – 328/0949826 – 329/3962782
Finalmente qualcuno che ci difende da questa assurda ingiustizia…
A mio avviso la prima ingiustizia è stata l’istituzione di quel concorso che a mio modo di vedere è stato fatto più per scopi politici che per altro. Secondo me non ha senso istituire un concorso quando c’erano già centinaia di migliaia di docenti nelle Graduatorie ad Esaurimento in attesa del fatidico “ruolo”, forse aveva più senso trasformare le Graduatorie ad Esaurimento provinciali ad una graduatoria unica nazionale e contestualmete attuare un piano di assunzioni serio, per diminuire i tempi di attessa degli aspiranti docenti inseriti ed eliminaree il precariato.
Espressso il mio pensiero politico sul concorso, posso consigliare per esperienza diretta (sono un docente)che se qualche docente ritiene di aver avuto leso un proprio diritto, deve crederci e lottare con tutte le proprie forze, affidandosi a dei legali speciializzati, affinché quel diritto venga riconosciuto e risarcito nel giusto modo. Dico questo perché vengo già da un contenzioso con il MIUR (le famose code del 2007/2009…) e alla fine l’ho avuta vinta io.
Nella mia classe di concorso 21 posti in Italia, 13 inPuglia e 8 in Toscana. Ad oggi zero ruoli, abbiamo dimostrato di essere i migliori. Questa è la vera ingiustizia
Il principio tutto italiano per cui se arrivo prima resto primo io non lo condivido. L’unico modo per entrare di ruolo nelle PA dovrebbe essere il concorso pubblico. Detto ciò io ho anche fatto le SISS che erano esse stesse un concorso, perciò sono doppiamente arrabbiato…
Non condovido la tua affermazione “L’unico modo per entrare di ruolo nelle PA dovrebbe essere il concorso pubblico” ed infatti dopo ti contraddici da solo: “ho anche fatto le SISS che erano esse stesse un concorso”. Nemmeno la tua frase “se arrivo prima resto primo” mi sembra molto pertinente e lo dimostra il fatto che ciò nelle graduatorie ad esaurimentto non avviene, basti veddere cosa è successo all’aggiornamento di quest’anno in seguito alla scelta coraggiosa fatta da molti colleghi del Sud che sono emigrati verso “lidi” più favorevoli scavalcando chi in quei “lidi” era primo da molti anni (scatenando una guerra tra poveri). Però il punteggio nelle graduatorie si accumula con l’esperienza, ed è giusto che chi ha lavorato di più abbia un punteggio più alto (questo non vuol necessariamente dire che un candidato che ha un punteggio più alto è più bravo di uno che ce l’ha più basso). Condivido la tua arrabbiatura per il numero esiguo di posti in alcune classi di concorso, anche la mia classe di concorso fa parte delle classi “povere”. Ma per risolvere questo problema andrebbe rivisto il curricolo didattico e quindi la distribuzione delle ore delle varie materie.
Ripeto per me l’unico modo per non generare malumori e contenziosi vari sarebbe l’istituzzione di una graduatoria unica nazionale affiancata da un piano di assunzioni serio per eliminare la piaga del precariato. I posti ci sono, e lo dimostrano le decine di migliaia di contratti a tempo determinato che le scuole stipulano ogni anno con i docenti e il personale ATA. Infatti se n’è accorata pure la corte di giustizia europea…
C’è gente con esperienza che non sa neanche mettere i voti online. La meritocrazia deve essere alla base di uno Stato di diritto. L’esperienza è importante, ma abilitare solo per esperienza senza fare delle prove per me è un errore. Crea solo precariato e false illusioni.
Guarda che la maggior parte di gente con esperienza che non sa nemmeno mettere i voti online è di ruolo e da molti anni… E questo sarebbe già un buon motivo per mettere in pensione docenti vecchi, esausti (burn out?), senza stimoli e assumere docenti giovani (dalle graduatorie o dal concorso poco importa). Non a caso l’età media dei docenti italiani è alta rispetto ai colleghi europei (per non parlare dello stipendio…). Purtroppo la politica italiana va nel senso opposto, basta guardare i Quota 96, la riforma Fornero, ecc.
mettere i voti “online” non costituisce in alcun modo capacità di insegnamento e CULTURA (questa sconosciuta).
la verità è che è venuto meno la serietà nell’impegno scolastico, e chi è stato un alunno sfaticato non potrà mai essere un docente preparato.
se si considera in trenta o quaranta anni il disastro della scuola, sopratutto superiore, si vede che prima si studiava, oggi è un optional.
che poi i programmi vadano aggiornati, giustissimo, ma non è la pagliacciata di scholares beta 1.0 o della lim che risolleverà le sorti della scuola.se prendi un liceale medio oggi, rispetto a venti o trenta anni fa ti cadono le braccia…
di chi è la colpa, di chi ha abbassato il livello dell’asticella per “passare”.
sul resto poi si può discutere su tutto
Io so soltanto che ho partecipato ad un concorso, l’ho vinto e ancora non mi hanno assunto. Per vostra informazione vi riporto l’art. 1 del bando.
Art. 1
1. Sono indetti, su base regionale, concorsi per titoli ed esami finalizzati alla copertura di 11.542 posti e cattedre di personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, nonché di posti di sostegno, risultanti vacanti e disponibili in ciascuna regione negli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015, secondo l’Allegato n. 1, che costituisce parte integrante del presente decreto.
Mettere i voti online forse non costituisce un limite d’insegnamento o culturale, ma sicuramente un limite organizzativo, ossia non saper usare gli strumenti moderni (Pc e Internet, ecc.) che nell’attuale società, a mio avviso, sono diventati quasi indispensabili.
Riguardo al rendimento degli alunni mi trovo abbastanza d’accordo ma non capisco il nesso con il sistema di reclutamento da cui è partita questa conversazione. Infatti uno studente sfaticato o no, oggi per diventare insegnante, dovrà prima laurearsi, poi abilitarsi (magari con TFA superando un test di ammissione abbastanza severo), fare un concorso (superando delle prove abbastanza dure, tra cui anche informatica), classificati nei posti più alti per ambire ai pochi posti banditi dal concorso. Dubito che uno studente sfaticato riesca a fare ciò. È chiaro poi che se uno studente sfaticato ha molte conoscenze umane, allora si potrebbero aprire tante porte, ma questo è un altro discorso…
A mio avviso lo scarso rendimento degli alunni (visibile in tutti gli ordini di scuola, non solo al liceo) è un problema inerente al cambiamento culturale della società (probabilmente in peggio) che va affrontato anche.
la connessione ci sta perchè con una serie di inghippi e graduatorie e corsi abilitanti di 150 ore, ci si è ritrovati con chi nella scuola ha trovato un impiego senza troppo sforzo, e poi “insegnando si impara” dicono…
per quanto al registro online è una delle innumerevoli forme di propaganda di chi vuole convincere il popolino che siccome uso il PC allora è moderno.
personalmente si perde il doppio del tempo, ed è rigido e cervellotico.
ah a proposito, quando i pc si misuravano in kb a scuola mi insegnarono a programmare “procedurale” che almeno era uno sforzo di logica.
Probabilmente con “gli inghippi” dei corsi abilitanti qualche “fortunato” si sarà pure infilato, ma questi,a mio avviso, rappresentano solo una piccolissima minoranza rispetto ai centinaia di migliaia di candidati docenti inseriti nelle graduatorie “onestamente” (purtroppo quello dei “fortunati” è una cosa che avviene in tutti gli ambiti lavorativi). Poi comunque ai corsi abilitanti si accedeva con un congruo numero di giornate di servizio, che di per sé dovrebbe rappresentare molto per un docente, inoltre la colpa è anche di alcune Università, che hanno organizzato i corsi abilitanti solo per lucrarci sopra.
Per il registro elettronico, pur essendo un’appassionato d’informatica, sono d’accordo con te, solo propaganda sterile, perché contestualmente serviva un’informatizzazione delle scuole el’acquisto di nuove macchine per sviluppare maggiormente il progetto.
Inoltre nel concorso 2012, oltre a due scritti tutt’altro che semplici, era prevista anche una prova di laboratorio, una prova di lezione simulata, un colloquio in lingua straniera (in vista dell’introduzione dei CLIl), conoscenza della legislazione scolastica e di informatica. Ovvio che senza l’esperienza non sarei stato in grado di superarle…