Vincitori concorso a cattedra: ecco cosa fare per ottenere la cristallizzazione del diritto all’assunzione

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13 Commenti

  1. Luca Barreca ha detto:

    Finalmente qualcuno che ci difende da questa assurda ingiustizia…

  2. Viscè ha detto:

    A mio avviso la prima ingiustizia è stata l’istituzione di quel concorso che a mio modo di vedere è stato fatto più per scopi politici che per altro. Secondo me non ha senso istituire un concorso quando c’erano già centinaia di migliaia di docenti nelle Graduatorie ad Esaurimento in attesa del fatidico “ruolo”, forse aveva più senso trasformare le Graduatorie ad Esaurimento provinciali ad una graduatoria unica nazionale e contestualmete attuare un piano di assunzioni serio, per diminuire i tempi di attessa degli aspiranti docenti inseriti ed eliminaree il precariato.
    Espressso il mio pensiero politico sul concorso, posso consigliare per esperienza diretta (sono un docente)che se qualche docente ritiene di aver avuto leso un proprio diritto, deve crederci e lottare con tutte le proprie forze, affidandosi a dei legali speciializzati, affinché quel diritto venga riconosciuto e risarcito nel giusto modo. Dico questo perché vengo già da un contenzioso con il MIUR (le famose code del 2007/2009…) e alla fine l’ho avuta vinta io.

  3. Luca Barreca ha detto:

    Nella mia classe di concorso 21 posti in Italia, 13 inPuglia e 8 in Toscana. Ad oggi zero ruoli, abbiamo dimostrato di essere i migliori. Questa è la vera ingiustizia

  4. Luca Barreca ha detto:

    Il principio tutto italiano per cui se arrivo prima resto primo io non lo condivido. L’unico modo per entrare di ruolo nelle PA dovrebbe essere il concorso pubblico. Detto ciò io ho anche fatto le SISS che erano esse stesse un concorso, perciò sono doppiamente arrabbiato…

    • Viscè ha detto:

      Non condovido la tua affermazione “L’unico modo per entrare di ruolo nelle PA dovrebbe essere il concorso pubblico” ed infatti dopo ti contraddici da solo: “ho anche fatto le SISS che erano esse stesse un concorso”. Nemmeno la tua frase “se arrivo prima resto primo” mi sembra molto pertinente e lo dimostra il fatto che ciò nelle graduatorie ad esaurimentto non avviene, basti veddere cosa è successo all’aggiornamento di quest’anno in seguito alla scelta coraggiosa fatta da molti colleghi del Sud che sono emigrati verso “lidi” più favorevoli scavalcando chi in quei “lidi” era primo da molti anni (scatenando una guerra tra poveri). Però il punteggio nelle graduatorie si accumula con l’esperienza, ed è giusto che chi ha lavorato di più abbia un punteggio più alto (questo non vuol necessariamente dire che un candidato che ha un punteggio più alto è più bravo di uno che ce l’ha più basso). Condivido la tua arrabbiatura per il numero esiguo di posti in alcune classi di concorso, anche la mia classe di concorso fa parte delle classi “povere”. Ma per risolvere questo problema andrebbe rivisto il curricolo didattico e quindi la distribuzione delle ore delle varie materie.
      Ripeto per me l’unico modo per non generare malumori e contenziosi vari sarebbe l’istituzzione di una graduatoria unica nazionale affiancata da un piano di assunzioni serio per eliminare la piaga del precariato. I posti ci sono, e lo dimostrano le decine di migliaia di contratti a tempo determinato che le scuole stipulano ogni anno con i docenti e il personale ATA. Infatti se n’è accorata pure la corte di giustizia europea…

  5. Luca Barreca ha detto:

    C’è gente con esperienza che non sa neanche mettere i voti online. La meritocrazia deve essere alla base di uno Stato di diritto. L’esperienza è importante, ma abilitare solo per esperienza senza fare delle prove per me è un errore. Crea solo precariato e false illusioni.

    • Viscè ha detto:

      Guarda che la maggior parte di gente con esperienza che non sa nemmeno mettere i voti online è di ruolo e da molti anni… E questo sarebbe già un buon motivo per mettere in pensione docenti vecchi, esausti (burn out?), senza stimoli e assumere docenti giovani (dalle graduatorie o dal concorso poco importa). Non a caso l’età media dei docenti italiani è alta rispetto ai colleghi europei (per non parlare dello stipendio…). Purtroppo la politica italiana va nel senso opposto, basta guardare i Quota 96, la riforma Fornero, ecc.

    • antonio ha detto:

      mettere i voti “online” non costituisce in alcun modo capacità di insegnamento e CULTURA (questa sconosciuta).

      la verità è che è venuto meno la serietà nell’impegno scolastico, e chi è stato un alunno sfaticato non potrà mai essere un docente preparato.

      se si considera in trenta o quaranta anni il disastro della scuola, sopratutto superiore, si vede che prima si studiava, oggi è un optional.

      che poi i programmi vadano aggiornati, giustissimo, ma non è la pagliacciata di scholares beta 1.0 o della lim che risolleverà le sorti della scuola.se prendi un liceale medio oggi, rispetto a venti o trenta anni fa ti cadono le braccia…

      di chi è la colpa, di chi ha abbassato il livello dell’asticella per “passare”.
      sul resto poi si può discutere su tutto

      • Luca Barreca ha detto:

        Io so soltanto che ho partecipato ad un concorso, l’ho vinto e ancora non mi hanno assunto. Per vostra informazione vi riporto l’art. 1 del bando.

        Art. 1

        1. Sono indetti, su base regionale, concorsi per titoli ed esami finalizzati alla copertura di 11.542 posti e cattedre di personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, nonché di posti di sostegno, risultanti vacanti e disponibili in ciascuna regione negli anni scolastici 2013/2014 e 2014/2015, secondo l’Allegato n. 1, che costituisce parte integrante del presente decreto.

      • Viscè ha detto:

        Mettere i voti online forse non costituisce un limite d’insegnamento o culturale, ma sicuramente un limite organizzativo, ossia non saper usare gli strumenti moderni (Pc e Internet, ecc.) che nell’attuale società, a mio avviso, sono diventati quasi indispensabili.
        Riguardo al rendimento degli alunni mi trovo abbastanza d’accordo ma non capisco il nesso con il sistema di reclutamento da cui è partita questa conversazione. Infatti uno studente sfaticato o no, oggi per diventare insegnante, dovrà prima laurearsi, poi abilitarsi (magari con TFA superando un test di ammissione abbastanza severo), fare un concorso (superando delle prove abbastanza dure, tra cui anche informatica), classificati nei posti più alti per ambire ai pochi posti banditi dal concorso. Dubito che uno studente sfaticato riesca a fare ciò. È chiaro poi che se uno studente sfaticato ha molte conoscenze umane, allora si potrebbero aprire tante porte, ma questo è un altro discorso…
        A mio avviso lo scarso rendimento degli alunni (visibile in tutti gli ordini di scuola, non solo al liceo) è un problema inerente al cambiamento culturale della società (probabilmente in peggio) che va affrontato anche.

        • antonio ha detto:

          la connessione ci sta perchè con una serie di inghippi e graduatorie e corsi abilitanti di 150 ore, ci si è ritrovati con chi nella scuola ha trovato un impiego senza troppo sforzo, e poi “insegnando si impara” dicono…

          per quanto al registro online è una delle innumerevoli forme di propaganda di chi vuole convincere il popolino che siccome uso il PC allora è moderno.
          personalmente si perde il doppio del tempo, ed è rigido e cervellotico.

          ah a proposito, quando i pc si misuravano in kb a scuola mi insegnarono a programmare “procedurale” che almeno era uno sforzo di logica.

          • Viscè ha detto:

            Probabilmente con “gli inghippi” dei corsi abilitanti qualche “fortunato” si sarà pure infilato, ma questi,a mio avviso, rappresentano solo una piccolissima minoranza rispetto ai centinaia di migliaia di candidati docenti inseriti nelle graduatorie “onestamente” (purtroppo quello dei “fortunati” è una cosa che avviene in tutti gli ambiti lavorativi). Poi comunque ai corsi abilitanti si accedeva con un congruo numero di giornate di servizio, che di per sé dovrebbe rappresentare molto per un docente, inoltre la colpa è anche di alcune Università, che hanno organizzato i corsi abilitanti solo per lucrarci sopra.
            Per il registro elettronico, pur essendo un’appassionato d’informatica, sono d’accordo con te, solo propaganda sterile, perché contestualmente serviva un’informatizzazione delle scuole el’acquisto di nuove macchine per sviluppare maggiormente il progetto.

      • Luca Barreca ha detto:

        Inoltre nel concorso 2012, oltre a due scritti tutt’altro che semplici, era prevista anche una prova di laboratorio, una prova di lezione simulata, un colloquio in lingua straniera (in vista dell’introduzione dei CLIl), conoscenza della legislazione scolastica e di informatica. Ovvio che senza l’esperienza non sarei stato in grado di superarle…

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