Inclusione e scienza tra le stelle: il GAL Hassin vince il bando MUR con un progetto innovativo di divulgazione astrofisica

Penisola dello Yucatan, ripresa dall’astronauta Tim Peake a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Crediti e copyright: ESA/NASA, ESA Standard Licence. Yucatan Peninsula – Site of the Chicxulub impact crater. Elaborazione grafica di Sabrina Masiero/Fondazione GAL Hassin.
Guardare con occhi che vogliono vedere

di Sabrina Masiero

E’ il titolo del progetto ammesso a finanziamento dal MUR, nell’ambito del Fondo per la ricerca in campo economico  sociale (Bando FRES 2) presentato dal GAL Hassin nel 2024

Con Decreto Direttoriale n. 256 del 13 marzo 2025, con l’approvazione della graduatoria dei progetti ammessi a contributo, è stato finanziato il progetto “Guardare con occhi che vogliono vedere” presentato dalla Fondazione GAL Hassin – Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche di Isnello. Il bando è del  Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Fondo per la ricerca in campo economico e sociale (Bando FRES 2) pubblicato l’anno scorso. Un anno fa, il GAL Hassin  aveva sottomesso questo progetto per un importo complessivo di €406.509,54 per il biennio 2025-2026.

A seguito dell’esperienza maturata nel corso degli anni dove la Fondazione GAL Hassin ha rappresentato e rappresenta un riferimento per l’intera Regione Siciliana nell’ambito della diffusione delle conoscenze scientifiche, operando in un territorio disagiato da un punto di vista strutturale ed economico e sicuramente carente di proposte culturali e di strutture adeguate, il GAL Hassin ha voluto promuovere un progetto di comunicazione in Astrofisica rivolto a studenti di ogni ordine e grado e verso un turismo culturale interessato. Il progetto si articola in un percorso didattico e divulgativo che tiene conto delle varie tipologie di utenza (età, disagio fisico, ipovedenti e non vedenti, in particolare) con il coinvolgimento emozionale sui temi che riguardano gli asteroidi e danni da impatto sulla Terra, con differenti strumentazioni multimediali in Planetario e in Museo. Il progetto viene ampliato, nel caso di richiesta da parte di studenti universitari e post-universitari, all’esterno nel Parco dello Spazio e del Tempo, con il telescopio a grande campo Galhassin Robotic Telescope, che con un opportuno software, permette l’inseguimento e il monitoraggio di tali oggetti.

Il progetto prende il titolo da una frase di Galileo: “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono”. Si vuole che la diversità diventi una condizione naturale della visita guidata al GAL Hassin. Non solo, si vuole che la diversità diventi una condizione naturale anche nell’ambito della ricerca per coloro che vogliono intraprendere una carriera in ambito astrofisico.

Da un punto di vista didattico, il percorso è rivolto a tutti gli studenti e, non solo soddisfa eventuali disagi di percezione, ma vuole favorire e concretizzare il loro bisogno di percepire l’ambiente in cui si trovano, di sperimentare e costruire la loro autonomia, di fare esperienze che possano aiutarli a conoscersi al fine di integrarsi senza mimetizzare la propria disabilità. Diventeranno così protagonisti del loro apprendimento e, allo stesso tempo, conosceranno come si fa ricerca sfruttando il metodo scientifico e le tecniche multimediali.

“La visita didattico-divulgativa vuole coinvolgere, immergere e dare conoscenze scientifiche su uno dei temi che vengono oggi intesi spesso come ‘un pericolo dal cielo’ mostrando come le tecniche attuali siano in grado di fare una previsione di impatto e deviare un corpo in rotta di collisione con la Terra” racconta il Presidente della Fondazione Giuseppe Mogavero. “Nel Museo del GAL Hassin abbiamo già un percorso per i visitatori che riguarda i danni da impatto con visita alle meteoriti. Il nostro obiettivo – continua Giuseppe Mogavero –  è di andare oltre, raccontando la quinta estinzione di massa che portò alla scomparsa dei dinosauri e come il genere umano, da solo, stia contribuendo al cambiamento climatico e alla sesta grande estinzione”.

Nuove tecnologie multimediali nel Museo aiuteranno a simulare la formazione del cratere Chicxulub nella Penisola della Yucatan, il cratere che si formò 66 milioni di anni fa e che è la testimonianza del grande impatto del “meteoroide dei dinosauri” di circa 10 chilometri di diametro. Le nuove tecnologie multimediali permetteranno inoltre di ricreare la ‘lunga notte del Cretaceo’, quel periodo durato circa 300.000 anni dopo l’impatto e che portò all’estinzione di circa il 73-75 per cento di tutte le specie viventi all’epoca. Inoltre, la tecnica della sonificazione in Planetario permetterà una immersione suggestiva per non vedenti e ipovedenti. Non mancherà l’esperienza tattile con una meteorite: toccare un corpo che ha un’età di 4,6 miliardi di anni e che proviene dalla Fascia degli Asteroidi, tra Marte e Giove, rimane sempre un’esperienza molto emozionante. Per tutti.

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Caricamento articoli correlati...

0
Cosa ne pensi? Commenta!x