Nucleare, tra le 67 aree idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi italiani anche Petralia e Castellana

Da sei anni si attendeva la lista delle possibili zone in cui l’Italia dovrà costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, quelli che nessuno vorrebbe. Alcune regioni stanno già preparando le proteste.
(Corriere – Stefano Agnoli) – Ancor prima della pubblicazione dell’elenco, alcuni comuni di Sardegna, Piemonte e altre regioni hanno fatto sapere che lì, quei rifiuti nucleari, non li avrebbero affatto graditi. Era prevedibile: sono sei anni che si attende una lista delle possibili zone in cui l’Italia dovrà costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, quelli che nessuno vorrebbe.
Eppure da qualche parte, pena anche delle sanzioni per l’Italia che al momento ha inviato all’estero parte delle sue scorie, i rifiuti radioattivi italiani (soprattutto a bassa e media intensità) dovranno finire. Così nella notte, per la prima volta dopo sei anni, è stato finalmente pubblicato dalla Sogin (società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari) l’elenco delle aree italiane individuate come quelle che potranno potenzialmente ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Si tratta di 67 zone che soddisfano 25 criteri stabiliti cinque anni fa e riportati nella CNAPI, la carta delle aree potenzialmente idonee.
IN SICILIA – 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
In zona parco…complimenti a tutti quelli che lo permetteranno
Località fuori zona parco… controlliamole le mappe prima di scrivere…
La cosa è piuttosto più articolata di come può sembrare ed essere descritta, specie se poi usata per finalità di propaganda. Il deposito unico nazionale è una necessità tecnica, NON e’ un mondezzaio radioattivo ma un sito tecnologico, e, in ultimo, un obbligo comunitario. siamo, infatti, in procedura di infrazione e stiamo spendendo una valanga di soldi per riprocessamento all’estero di materiale che poi, comunque, rientrerà. Sodi che paghiamo dalle bollette.
adesso le scorie sono stoccate presso gli impianti originali, il che è molto più pericoloso.
purtroppo dal programma nucleare siamo usciti, ed è stato un errore. In ogni caso bisogna gestirne l’eredità.ed in uno dei siti compatibili dovrà costruirsi il deposito nazionale, che potrà comunque essere un centro ad elevata tecnologia come Yucca Mountain, negli USA.
Questa è una pacata riflessione che non vuole innescare alcuna polemica