Il bello che sfugge. I Masbedo portano madame Pinin al Castello dei Ventimiglia

Nel «Castello del buon aere» dei Ventimiglia, oggi Castello Comunale e sede del Museo Civico di Castelbuono, Palermo, sembrano riecheggiare le icastiche parole di Brandi, che definiva il restauro come un’operazione di conoscenza. Qui, il 17 dicembre, sarà inaugurata la mostra “Madame Pinin” del duo artistico MASBEDO, composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, curata da Laura Barreca e Paola Nicolin.

L’intero progetto espositivo, pensato per gli spazi del Castello, prende il nome dal video Madame Pinin (2017), qui presentato in prima assoluta: un ritratto di Pinin Brambilla Barcilon che si costruisce per dettagli, uno scavo stratigrafico di alcuni particolari del corpo della donna che ha condotto sul Cenacolo di Leonardo Da Vinci uno dei restauri più discussi della storia.
I MASBEDO instaurano così un discorso irrisolvibile sul rapporto della contemporaneità con il passato, sulla caducità dell’arte e sull’esigenza di conservazione, investigano la possibilità di preservare e reiterare la bellezza, che si impone come esigenza inesauribile davanti al naturale deteriorarsi fisico delle opere. Interrogano il dialettico equilibrio tra l’esigenza di una dimensione dell’eterno legata all’arte e la sua ineludibile fuggevolezza.
Questi temi ritornano negli altri tre lavori presentati a Castelbuono: le fotografie tratte dalla videoinstallazione Handle with care (2016), l’installazione multimediale Manifesti di falsi colori (2017) e il video Fragile (2016).

La figura di Pinin Brambilla Barcilon, ospite della conferenza che il 22 aprile concluderà la mostra, ricorda che il restauro è davvero un’operazione di conoscenza, così come lo è il restauro metaforico che l’artista contemporaneo compie dentro di sé nell’accostarsi al passato, raccogliendolo, ricomponendolo, cercando di ritracciarne i paradigmi.
Un tale ricongiungimento avviene nel Museo Civico, attraverso una crasi temporale e polifonica in cui i linguaggi del contemporaneo entrano in contatto con la collezione del museo, con una dimensione temporale remota che può tuttavia avere la capacità di rinnovarsi nel presente.
(Fonte: www.exibart.com Giuseppina Vara)

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