Emergenza cinghiali e daini nella Madonie: “Autorizzare i cacciatori ad abbatterli”
Nell’area madonita continuano gli avvistamenti vicino ai centri abitati e l’incolumità pubblica è a rischio. Il presidente dei giovani amministratori madoniti, Roberto Domina, all’assessore regionale Totò Cordaro: “Modificare la normativa regionale”
Non si placa l’emergenza cinghiali e daini nelle Madonie. “Gli esemplari sono troppi, continuano gli avvistamenti nelle aree limitrofe ai centri abitati e l’incolumità pubblica è a rischio”, a sostenerlo sono i presidenti dei consigli comunali di Bonpietro, Castellana Sicula, Isnello, Petralia Soprana, Pollina e Gangi. Per correre ai ripari, nel corso di un incontro che si è svolto lo scorso fine settimana nell’Hotel Torre Artale di Trabia, hanno proposto all’assessore regionale al Territorio e ambiente Totò Cordaro di allargare la platea di coloro che possono abbattere gli animali ad alcuni cacciatori residenti nel territorio del parco, preventivamente formati e autorizzati, e di farsi portavoce affinché si possano allargare le maglie per la caccia ai cinghiali.
La normativa vigente, la legge regionale 18 del 2015, prevede che ai piani di controllo, attraverso l’abbattimento, possono partecipare oltre ai dipendenti dell’ente parco delle Madonie, soltanto le guardie venatorie provinciali, le guardie forestali, le guardie comunali munite di licenza venatoria e i proprietari e conduttori dei fondi su cui si attuano tali piani. Una platea molto ristretta, secondo i presidenti dei consigli comunali delle Madonie che, richiamando la normativa nazionale, legge quadro sulle aree protette, chiedono invece di allargarla.
L’assessore Cordaro – dichiara Roberto Domina, presidente del consiglio comunale di Gangi e e presidente dei giovani amministratori madoniti – ha preso l’impegno di convocare nelle prossime settimane una delegazione dei presidenti dei consigli comunali della Città a Rete Madonie-Termini”. E intanto venerdì prossimo, 22 dicembre, il consiglio del Parco delle Madonie prenderà atto delle delibere votate a unanimità dai consigli comunali della città a Rete Madonie-Termini sulla modifica della legge regionale 18 del 2015.
(Fonte: PalermoToday.it)
Il presidente del consiglio di Castelbuono, paese dove i suidi hanno arrecato diversi danni, non è nell’elenco dei politici che hanno stimolato l’intervento. Chissà forse per lui il problema dei suidi non è nel programma dei democratici, o forse era distratto, intento a fotografarsi per postare la presenza su Facebook.
La modifica alla legge è legittima i piani di abbattimento autorizzati all’interno del Parco solo nelle zone D, zone alle volte impervie marginali e di numero molto inferiore rispetto alle zone dove vi è presenza massiva di suidi, ha solo portato alla cattura di pochi capi. L’Ente Parco ha formato personale qualificato che si è abilitato ad effettuare i prelievi selettivi, ma i piani di abbattimento sono stati stilati tenendo conto di esperienze importate da altre regioni, che non si adattano al territorio Madonita territorio impervio pieno di macchia mediterranea e molte volte impenetrabile,dove necessità l’ausilio dei cani per stanare i suidi un incrocio tra cinghiali e maiali. Questa specie ibrida ha comportamenti differenti dal cinghiale e li porta fin dentro i centri abitati. Poi c’è l’assenza totale della Ripartizione Faunistica Venatoria intesa come assessorato all agricoltura e foreste, ente gestore della fauna fuori dalle zone Parco che in questai anni non ha mai stilato un piano di controllo. Dopo anni di dibattiti incontri riunioni ancora i nostri burocrati non sono riusciti ad attuare le giuste procedure per intervenire. Grande successo invece hanno avuto i prelievi selettivi attuati a Castelbuono avvalendosi dei cacciatori residenti che operando in squadra dietro ordinanza dell ex Sindaco Tumminello, coordinati da capi battuta e sotto stretto controllo delle Guardie Venatorie hanno abbattuto un buon numero di capi a sua volta dati anche in beneficenza ,dando un po di respiro a chi si era rassegnato a convivere davanti casa con i danni causati da questi animali. Concludo dicendo che i tavoli tecnici le proposte di modifica e i piani di gestione, devono essere concordati in base al territorio, non si può generalizzare ,questa è emergenza!!!!!Altro grave problema l’invasione del territorio di cacciatori che vengono ormai da tutta la Sicilia molte volte non irregola e il commercio clandestino delle carni che finiscono senza controllo sulle tavole di ignari consumatori.