Femminicidio, uccide a colpi di fucile la compagna 47enne, entrambi originari di Gangi
L’ha uccisa nel cuore della notte mentre dormiva, distesa a letto e in pigiama, perché non voleva rassegnarsi alla fine della loro relazione che durava da circa 9 anni. E lo ha fatto nel modo più brutale possibile: un colpo di fucile a pompa dritto in testa, che non ha lasciato scampo alla sua compagna, Alessandra Cità, 47enne di origini siciliane e da diversi anni a Milano, dove lavorava come tranviera dell’Atm. Il killer si chiama Antonio Vena, coetaneo della vittima e originario di Gangi (Palermo) un lavoro come guardia venatoria a Bressanone, in provincia di Bolzano.
Diverse testate hanno riportato le origini castelbuonesi della vittima, tuttavia l’intervista al sindaco di Gangi a cura di Giuseppe Spallino nel Giornale di Sicilia chiarisce che anche le origini della donna sono gangitane.
Stando a quanto ricostruito finora, il fucile era di proprietà della donna, che era titolare di porto d’armi per uso sportivo. Dopo il delitto, avvenuto intorno alle 2 della scorsa notte nell’appartamento della donna a Truccazzano, nell’hinterland milanese, l’uomo è andato a costituirsi alla caserma dei Carabinieri di Cassano d’Adda. «Voleva lasciarmi, l’ho ammazzata», ha detto, in lacrime e visibilmente scosso, nell’interrogatorio durato oltre quattro ore e mezza davanti al pm di turno di Milano Giovanni Tarzia.
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