Il manifesto della Costituente per la Castelbuono di domani

(Riceviamo e pubblichiamo) – Cosa significa vivere oggi a Castelbuono e non a Palermo, Milano o Oslo? Quale stile e qualità di vita può garantire un piccolo paese siciliano rispetto ad una grande città europea?

La consapevolezza amara del costante spopolamento che ha interessato le aree interne d’Italia impone oggi una riflessione critica su cosa può invertire la rotta o almeno rallentarla, una riflessione che non ponga l’attenzione sul piccolo orticello locale ma si sforzi di comprendere il sistema complesso di relazioni geopolitiche che coinvolge l’Europa e gli Stati extraeuropei per trovare una soluzione ai nostri problemi.

Oggi, tale analisi deve necessariamente tenere conto di un’aggravante che coinvolge il mondo intero: la pandemia da SARS-CoV-2 che ha drammaticamente accelerato la riflessione sul modo in cui vogliamo ripensare la vita, l’economia e il rapporto con l’ambiente. Questa analisi per Castelbuono equivale, in prima battuta, al come una piccola comunità possa rinascere, restituendo fiducia e speranza a chi ha scelto di restare, nella speranza di far tornare chi è andato via e di attrarre chi cerca una buona qualità di vita.

Il desiderio di contribuire alla costruzione del nostro futuro è ciò che ha spinto un gruppo di cittadini verso l’arduo e complesso scopo “costituente” attraverso la riflessione, lo studio e il confronto. La questione principale sulla quale abbiamo trovato convergenza e che ci accomuna è il metodo. Riteniamo che a Castelbuono si sia perso il piacere del sano, rispettoso e pacato confronto politico e che sia entrato in uso un’azione di delegittimazione costante dell’impegno civile e della cittadinanza consapevole.

La Costituente rivendica legittimamente:

  1. il significato alto di fare politica per il quale qualsiasi cittadino ha diritto di parola, nel perimetro rigoroso del rispetto reciproco e della lealtà di intenti: vogliamo recuperare le coscienze dall’indifferenza e dalla diffidenza perché la cittadinanza attiva definisce il livello di civiltà di un popolo, fare politica non è qualcosa di cui vergognarsi mentre il disimpegno non fa altro che favorire la cattiva politica;
  2. la questione etica e morale per la quale la ragione non è legata ai numeri ma alle leggi e ai diritti inalienabili dell’uomo che vanno perseguiti nel rispetto della giustizia e dell’equità;
  3. il concetto stesso di democrazia che è amministrata “non già per il bene di pochi, ma di molti”, che “non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private”, per dirla con le parole di Pericle, nobile esempio di integrità morale di uno statista.

Il nostro è un appello al ritorno alla politica mai contro qualcuno e neanche per qualcuno. Non stiamo costruendo un progetto incentrato attorno ad una persona, ma per la persona e la collettività: siamo stanchi di gestioni individualistiche e di politici incompetenti.

Per il nostro paese ci vuole una visione e non un tirare a campare, perché nell’amministrazione dell’ordinario è più facile accontentare gli amici ma non si creano solide e durature opportunità di lavoro. Questa visione deve essere basata sulla cultura, intesa come patrimonio di saperi, di tradizioni, di valori ma anche di innovazione e apertura mentale verso la globalità e il ruolo che Castelbuono intende rivestirvi.

La politica della Costituente per la Castelbuono di domani è riappropriazione dell’identità e della coesione sociale, della tolleranza e del dialogo, è cooperazione in un clima di fiducia, di rispetto e di educato confronto, è mettere da parte il proprio interesse egoistico per salvaguardare i beni comuni a cominciare dalla salute, mai come oggi in grave pericolo a causa di comportamenti sconsiderati e messaggi fuorvianti e pericolosi.

E questo è compito di tutti, ciascuno con le sue capacità. Ma è soprattutto compito della politica, con la P maiuscola dimostrata a fatti e non parole.

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