La didattica al tempo del coronavirus. La riflessione della prof.ssa Michela Cicero dell’I. C. Francesco Minà Palumbo di Castelbuono

Pubblichiamo di seguito la riflessione della prof.ssa Michela Cicero, insegnante di lettere presso l’I. C. Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, inerente la nuova modalità didattica telematica, avviata su tutto il territorio italiano in seguito all’emergenza COVID-19

(Di Michela Cicero) – Raccontare così su due piedi cosa sia la didattica a distanza (DAD) non è semplice perché, come tutte le cose che riguardano la scuola, anche lei gira intorno alle vite dei ragazzi e dei docenti, incontra le loro sensibilità, li spinge ad interrogarsi e a mettere a frutto il loro senso critico.

Inutile dire che tutti, docenti e alunni, siamo stati colti quasi impreparati di fronte alle novità che ci siamo trovati a fronteggiare, ma nessuno si è arreso, tirato indietro, lamentato, piuttosto ci siamo autoformati, abbiamo scandagliato i fondali delle piattaforme informatiche, abbiamo chiesto, letto, approfondito… tutto con un unico scopo: fare in modo che i nostri ragazzi non si sentissero soli, abbandonati, isolati dai loro compagni, estranei della loro solita normalità.

Abbiamo lavorato e lavoreremo innanzitutto per mantenere il gruppo classe forte e coeso e poi per ricordargli che studiare con curiosità e passione è la cosa più divertente che ci sia. FORMARE E INFORMARE, SOSTENERE E INCORAGGIARE, questa la filosofia della DAD che i ragazzi hanno capito, alla quale le famiglie si sono affidate, per la quale i docenti s’impegnano ogni giorno. NON potete capire l’attesa che precede la videochiamata… l’emozione di tutti è palpabile nei mille messaggi che la precedono…Tutti pronti? Il primo “io ci sono” ne rimanda altri venti! E si comincia, con entusiasmo, chiedendosi come stai? cosa pensi? forza passerà e noi torneremo alla nostra normalità perché questa è solo una fase che finirà… nell’inizio c’è già la sua fine. Forza, andiamo avanti! E loro sono li, vestiti bene, pettinati a modo, sorridenti… come in classe e ti chiedono “ha corretto i compiti”?

Sono meravigliosi i nostri ragazzi, sono la conferma che il nostro è il lavoro più bello del mondo. Ecco perché quando sui social ho letto un commento in cui gli studenti erano definiti “idioti” a cui era andata bene perchè avevano il lasciapassare per non studiare… quando ho letto questa dichiarazione, nella quale non trovo, a differenza di quanto detto dalla sua autrice, nessuna IRONIA, non vi nascondo che mi sono arrabbiata, mi sono sentita gelosa dei miei ragazzi e ho risposto, duramente, ma ho risposto. Mi sono dilungata troppo lo so, ma quella della scuola è un meravigliosa e lunga “storia”.

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