Pinnuliddra n.3: il palcoscenico … che non c’è
Oggi affrontiamo l’argomento palcoscenico, sulla base delle informazioni del progetto esecutivo.
Prima però una premessa: nella “Pinnuliddra n.1” va cancellata la nostra affermazione che dai bagni pubblici previsti nel progetto esecutivo si possa raggiungere il retropalco: è una erronea interpretazione del disegno di cui ci scusiamo con i lettori, anche se resta l’affermazione principale di aver progettato gabinetti pubblici sotto il palco a fronte dell’uso promiscuo da parte degli attori dei bagni a servizio del personale e della totale assenza di camerini.
L’analisi del progetto esecutivo ha fatto risaltare un grande assente, un palcoscenico adeguato, conditio sine qua non per il teatro. Il progetto esecutivo lo affronta giusto per levarsi il pensiero, in modo assolutamente inadeguato ma questa sola assenza è già più che sufficiente ad affermare, senza tema di smentita, che l’edificio del progetto esecutivo non è e non potrà mai essere utilizzato come teatro, forse nemmeno per la presunta polifunzionalità.
Il palcoscenico di un teatro è fondamentale per abilitare le rappresentazioni più importanti sulla scena. La figura seguente, tratta dalle slide di “Lezioni di scenotecnica” della docente Maria Adele Cipolla, dà una sintetica panoramica a chi vuole familiarizzare sui nomi degli elementi che compongono un palcoscenico. Sarebbe ovviamente accettabile selezionare solo alcuni tra tutti gli elementi indispensabili, commisurandoli alle esigenze di un teatro per Castelbuono e rinunciando agli elementi più specialistici e meno comuni, ma è altrettanto evidente dalla figura stessa che un palcoscenico reale richieda progettazione preliminare e acquisto di predisposizioni significative e non possa essere pensato come una sopraelevazione di moduli componibili e senza infrastruttura in muratura. Tutte cose che il progetto esecutivo non affronta.

Nei tanti incontri del 2019, in cui amministrazione e progettista avevano finto di recepire i requisiti indispensabili che il Comitato proponeva, si era condivisa la necessità di un palcoscenico con una adeguata struttura di scena, in grado di soddisfare le esigenze dei gruppi artistici locali come di attrarre compagnie non locali, per poter programmare vere e proprie stagioni teatrali/artistiche. Queste avrebbero potuto finalizzare le esigenze culturali di Castelbuono e creare un volano economico per il sostentamento del teatro stesso. Si era convenuto con amministrazione e progettista (ciò è documentabile in modo oggettivo) che il palcoscenico avrebbe dovuto essere dotato di:
- dimensioni minime (larghezza-profondità): 9 m x 9m
- torre scenica (dal palcoscenico al graticcio o soffitta) di almeno 5 metri sopra il pavimento del palco
- predisposizioni strutturali e attrezzatura scenica adeguata che prevedesse almeno:
- sipario con struttura di sostegno e scorrimento, arlecchino mobile per adattamento alle varie scene;
- almeno 3 americane, ovviamente nascoste agli spettatori con sistemi di arlecchino mobili e volte;
- spazi e predisposizioni strutturali (sospese lateralmente e sul fondo) per inserimento e movimentazione di quinte, scenografie, fondali, cieletti;
- panorama o ciclorama, elemento che racchiude lateralmente e posteriormente la scena sul palco.
Potete focalizzare i nomi degli elementi riportati usando la figura precedente. Si trattava di indicazioni di massima per il progetto appropriato, scaturite da una negoziazione degli elementi irrinunciabili e quelli trascurabili, sentiti esperti specifici e chi a Castelbuono fa teatro in modo meno dilettantistico. Si lasciava poi ai progettisti la declinazione progettuale di quei requisiti.
È evidente però che il palcoscenico non è stato un obiettivo dei progettisti né ciò è stato contestato dall’amministrazione. Un dato questo oggettivo e quantificabile: facendo anche una ricerca testuale nel progetto esecutivo, le ricorrenze significative in cui compaiono i termini “palco” o “palcoscenico” sono 11 e quelle efficaci solo 3 (secondo, quarto e quinto punto dei seguenti), tutte nella relazione tecnico illustrativa:
- due riferimenti al palcoscenico nel vecchio Teatro Comunale, abbattuto nel 1950 e nel cine-teatro Le Fontanelle che ora si vuole ristrutturare, riferimenti che non hanno rilevanza progettuale;
- l’indicazione testuale: “A servizio delle esigenze teatrali il progetto comprende … e le predisposizioni per tutti gli allestimenti del palco scenico, che saranno acquisite con un distinto finanziamento.”, che non ha rilevanza progettuale;
- sei immagini, di cui quattro sono foto allo stato dell’arte, che non riportiamo perché non pertinenti, e due sono immagini di rendering che riportiamo perché danno un’idea del palco progettato: una veduta dalla galleria e una veduta dal palco e in quest’ultima si nota il colpo d’occhio del corpo scale per la galleria che incombe sulla platea (zona tratteggiata in rosso);
- l’indicazione testuale “Per favorire la visibilità del palcoscenico anche dai posti a sedere più lontani, il piano di calpestio della sala sarà leggermente rialzato nell’estremità lato Castello”;
- l’indicazione testuale “Il piano di calpestio del palcoscenico sarà realizzato con un sistema di pedane mobili che consentirà di modificarne l’altezza rispetto al livello della sala secondo le necessità.”. Sempre nel progetto esecutivo poi dicono che le pedane mobili saranno tipo Flexstage o similare, vedi figura.


Lasciamo ai lettori la valutazione. A nostro parere la “pensata” per il palcoscenico evidenzia solo che al progettista, e di conseguenza all’amministrazione committente, preme precisare che:
- Le attrezzature del palcoscenico saranno acquisite con distinto finanziamento. Ma non essendo nel progetto esecutivo nemmeno come step successivo programmato, campa cavallo!
- Il palcoscenico è pensato (progettato sarebbe una parola grossa al riguardo) con pedane modulari di tipo flexstage, con altezza massima di 1 m e 40, piedi obliqui regolabili in altezza, come i tavolinetti dei bar di una volta per intenderci vedi figura accanto.
E’ evidente che il palcoscenico non è stato affatto progettato!
A questo proposito è utile mostrare due foto del palco del vecchio cine-teatro Le Fontanelle, sebbene ridotto a rudere, e il rendering di quello che secondo i progettisti e l’amministrazione dovrebbe essere il nuovo palco a lavori ultimati:

Non ci sono arredi e non c’è alcuna infrastruttura costruttiva di palcoscenico, come si vede nella immagine proposta all’inizio del post e nelle foto del pur diroccato Le Fontanelle. C’è solo una sopraelevazione in pannelli flexstage il cui risultato è nell’ultima immagine.
Non c’è, né mai ci potrà essere nel futuro proprio perché manca l’infrastruttura costruttiva, un palcoscenico degno di questo nome: niente sipario, niente arlecchino mobile, niente quinte, niente americane – solo un traliccio a vista da parete a parete, solo per le luci, e niente panorama scenico.
Come pensano progettisti ed amministrazione che si possano effettuare rappresentazioni teatrali senza un palcoscenico?
Comitato per le Fontanelle
Stasera ho potuto seguire la diretta della presentazione delle Fontanelle (che definiscono ex cine teatro).
Ad un certo punto ho sentito dire (tra le altre agghiaccianti corbellerie) che un Teatro costa mantenerlo. Quindi per il sindaco di Castelbuono (sindaco che vuole cambiare nome e pertanto cancellare la Storia e la Memoria) la Cultura è un costo (peggio di “con la Cultura non si mangia”), ma la colpa non è sua, ma degli accoliti che guarda caso stasera erano presenti aiosa in quella diretta. (Molti dei quali noti a Castelbuono e soprattutto interessati a quel luogo o ad altro per interesse proprio).
La Cultura, come la Scuola o la Sanità non dovrebbero nemmeno essere definiti “costi” ma valori aggiunti di una comunità, paese e Nazione.
Ma finché un popolo silente e opportunista rimarrà tale, Castelbuono non solo non avrà un Teatro ma l’unica cultura di cui si potrà fregiare sarà quella del profitto a tutti i costi.
Mala Tempora Currunt
in diretta facebook un mare di giudizi negativi (aggiungete quelli cancellati grazie al black out di domenica scorsa) e quelli positivissimi dei quattro fedelissimi del capo, indaffarati a elargire complimenti. Ma che bello! Come no!!!!!!!! bellissimo!
Come dicono ad Oxford, minchia porcheria!!!
Un “progetto” scandaloso.
Il problema principale è che: più parliamo dell’errore-orrore che stanno commettendo e ancorpiù la testa di “qualcuno” diventa sempre più dura nel non voler cambiare idea e realizzare un vero teatro.
Questa situazione è veramente snervante.
Invece chiedo al comitato, se non sbaglio i soldi sono stati dati da fondazione col sud??? Per effettuare il ripristino di un teatro? Di un cammaruni? perché non vorrei che si spendano soldi per un opera che non era prevista.
Chiariamo il dubbio del lettore: il finanziamento proviene dai fondi del Patto per il Sud, non dalla Fondazione Con il Sud.
In ogni caso la sua domanda resta pertinente a maggior ragione perché si tratta di fondi pubblici, quindi di tutti.
Le possiamo assicurare che abbiamo nel mirino anche gli aspetti che lei, giustamente, rileva, ma è e sempre più necessario, davanti alla prepotenza per partito preso di chi ha la leva comando in mano, seppur temporaneamente, che i castelbuonesi manifestino il loro parere, in qualsiasi direzione ritengano manifestarla.
no da patto per il sud (legge renzi) ma non per fare cuddruri fritti
Sarà possibile tenerci il “paese divino”? Chiedo per un amico
Ma certo, è fatto apposta per questo. Lì si berrà di tutto poi, appena usciti, dopo l’arco del Castello, basterà fare una piccola deviazione a destra e … si potrà restituire il maltolto. Così magari si fa spazio per una seconda puntatina e ricomincia un altro giro.
Questa è l’idea di cultura dell’amministrazione.
I nomi e i cognomi di coloro che ieri sono stati genuflessi tutto il pomeriggio e quelli che sono stati chiamati apposta per mettere un like
sono noti a tutti in paese, anche troppo. C’è anche stato chi ha invitato amici che di Castelbuono non sanno niente a mettere un commento senza sapere di cosa si stava parlando. Quindi cosa vuole dimostrare il sindaco con questa chiamata alle armi? Sindaco votala ca s’abbruscia
Anche Cittadini castelbuonesi (oggi) ma provenienti da paesi limitrofi esaltavano il progetto. Ma cosa ne sanno della storia del paese???
Sembra la battaglia di tutte le guerre.La compagine che non vuole il teatro è allenata a invitare o (forzare) la cerchia del cerchio a fare numer i o like . Ricordiamo che debutta con la raccolta di 750 firme.
l’ideologo della compagine che non vuole il teatro è allenato a ben altro. Ne dico una: a mandare alle primarie del centro destra nel 2007 gente di sinistra a votare per Campo perché il candidato sindaco non fosse Eugenio Allegra.