Presti rifiuta fondi tabella H, no a politica clientelare
Il fare cultura manifesta la sacralità sovrana dell’anima universale, che non puoò essere promiscuamente dibattuta come esistenza, assieme a una cloaca di clientele e di politiche scellerate che ogni anno trova il suo trionfo tra le 3 e le 5 del mattino, durante il dibattito sulla finanziaria che si svolge all’Ars”, attacca il mecenate di Tusa, che continua: “Visto che il potere non si assume la responsabilità di concepire una vera politica culturale che consenta una pianificazione almeno triennale delle attività, Fiumara d’Arte si tira fuori. Se la politica non elimina il mortificante strumento della Tabella H, c’e’ una politica culturale che la Tabella H non la vuole più riconoscere. La mia e’ una protesta etica”, rivendica Presti, che puntualizza: “Voglio l’eticità della cultura. Quindi, rinuncio al finanziamento e chiedo il rispetto della cultura e di un principio di meritocrazia, continuamente mortificato dalle logiche del potere”. E per finire, un auspicio: “Spero -dice Presti- che in merito alla Tabella H, il commissario dello Stato prenda provvedimenti. Mi auguro che venga riconosciuto alla Fiumara d’Arte il merito di avere contribuito in oltre trent’anni di attività e di semina della Bellezza alla rivalutazione del territorio dei Nebrodi e di Librino a Catania e (con una continua attività nelle scuole di ogni ordine e grado) alla educazione delle nuove generazioni ai valori della cittadinanza attiva, basata sull’etica e sul rispetto”.
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