Questa è una guerra, anche a Castelbuono. Facciamo il punto della situazione

792 morti in un solo giorno, per un totale di 4.825 registrati fino al 21 marzo.
Il bollettino diramato dalla Protezione Civile parla di un dramma crescente, particolarmente concentrato nelle regioni del nord, con la Lombardia in prima fila a combattere questa devastante pandemia che ha colpito l’Italia.
Le cifre di ieri parlano di una giornata campale, l’ennesima, così a tarda sera il premier Conte ha raccolto gli appelli territoriali provenienti da governatori e sindaci per introdurre ulteriori limitazioni nelle attività consentite e ridurre al minimo i contatti sociali del popolo italiano.
In questi giorni, infatti, sono state molteplici le segnalazioni di illeciti assembramenti e di uscite immotivate, tali da invocare l’uso dell’esercito per non vanificare gli immani sforzi richiesti alla Nazione.
In tale quadro generale siamo stati ben felici di sapere che a Castelbuono i contagi sono zero e che il sindaco è indotto pensare che il 99% dei cittadini è rispettoso delle prescrizioni, e poiché, mai come adesso, la comunità si stringe intorno alle istituzioni il valore rappresentativo delle affermazioni in questione per ciascuno di noi è massimo.
L’ottimismo del sindaco ci ha riempito di fiducia subito smorzata dalla notizia, ribattuta anche dal Giornale di Sicilia di oggi, di trenta denunciati dalle forze dell’ordine per violazione dei divieti e il cui computo ammonta complessivamente a sessanta.
Il dato dei denunciati conferma dunque che una quota di cittadini non ha ancora compreso la gravità della situazione e, mentre governatori e sindaci esortano drammaticamente a restare a casa, a Castelbuono si deduce che stiamo rispettando le prescrizioni e ciò per risposta ad una polemica politica interna della quale possiamo fare chiaramente a meno, soprattutto in questo momento.
Per essere più chiari, la Protezione Civile ha dichiarato che nel meridione stiamo facendo una corsa contro il tempo.
Per evitare questo disastro, si spiega perché il governatore Musumeci e una moltitudine di sindaci invochino quotidianamente di rispettare le prescrizioni con l’ unico obiettivo di arginare l’incontrollabile espandersi dei contagi, senza appunto badare ai numeri attuali che non hanno alcun valore.
Si tratta quindi di prepararsi cercando di scongiurare il peggiore scenario, evitando di sbandierare irrilevanti circostanze confinate territorialmente.
Al più, sarebbe auspicabile dare retta e ascoltare i pareri qualificati dei Comitati Scientifici come quelli diramati dal Ministero della Salute a proposito della sanificazione delle strade che specificano:
“In conclusione, a oggi, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, non vi sono evidenze a supporto dell’efficacia della sanificazione delle strade e pavimentazioni esterne con prodotti chimici disinfettanti o igienizzanti. Tali procedure hanno inoltre implicazioni logistiche ed economiche da considerare, in assenza di reale beneficio nel controllo dell’epidemia da SARS-CoV-2.”.
A Castelbuono, infatti, è stata operata per ben due volte questa sanificazione delle strade, utile forse solo per like su foto su Facebook ma di dubbia utilità scientifica e dannosa per l’ambiente.
Come ha fatto osservare qualche commentatore è anche inopportuno che il sindaco parli di attività fatta senza alcun spreco di risorse pubbliche.
Infatti, non è in queste emergenze sanitarie che può parlarsi di spreco di risorse quando, invece, allegramente sono state spese decine di migliaia di euro per discutibili contributi quali quelli al Cine Astra, ai Totem, agli impianti di amplificazione, ai depliant e chi più ne ha ne metta.
Valutare il senso delle parole da non usare a sproposito e comprendere che, come nel caso della lodevole iniziativa della mensa sociale, non si può chiedere alle attività commerciali una donazione – che saranno ben liete di fare – per poi, finita la crisi, riprendere a spendere denaro pubblico come si è soliti fare.
Si pensi, invece e adesso, come reperire le mascherine da distribuirsi agli operatori che non possono esimersi di rimanere a casa.
Non è il tempo di specchiarsi, non è una campagna elettorale, siamo tutti di fronte ad una guerra contro un nemico invisibile.
Le nostre truppe sono medici, infermieri, tutto il comparto sanitario e tutti i servizi primari impegnati per evitare che la Nazione si fermi nel suo periodo peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale in difesa dei più deboli e contro i cittadini sordi.
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