Salvatore Baggesi delizia il palato degli ospiti alla serata di presentazione della Guida Osterie d’Italia 2018 di Slow Food
Le Osterie d’Italia è la guida di locali di ristorazione più venduta in Italia, anzi come si autodefinisce è il “sussidiario del mangiarbere (non è un refuso) all’italiana”. Come da titolo comprende solo quelli che l’associazione chiama osterie, cioè dei locali dove la cucina è particolarmente dedicata al territorio, cucina che può essere assolutamente tradizionale oppure rivisitata in chiave moderna e con un pizzico di fantasia, dove l’accoglienza deve farci sentire come a casa, in cui i prezzi non devono essere elevati, al massimo sui 40 euro e specialmente deve essere presente la figura dell’oste, che può essere il cuoco come l’imprenditore che cura però tutti gli aspetti della sua attività.
Per l’edizione 2018, giunta alla ventottesima edizione, sono stati visitati circa 2.100 esercizi dove almeno un collaboratore ha mangiato, di questi ne sono stati recensiti 1.616, di cui 101 siciliani, da più di 400 collaboratori, 24 in Sicilia. I nuovi inserimenti sono 176 mentre 275 le Chiocciole di cui 20 in Sicilia, 207 i locali del buon formaggio, 400 con attenzione ai vini, 456 con orti di proprietà, 373 vegetariani, 310 con alloggio, inoltre 347 vari indirizzi utili dove poter acquistare prodotti di qualità.
Alla serata di presentazione, dopo i saluti di Federica Giliberti che ha sottolineato che il loro circolo cerca di trasmettere ai giovanissimi partecipanti ai corsi sportivi l’importanza di un’alimentazione sana, Mario Indovina ha presentato gli osti che avrebbero allietato la serata: Salvatore Baggesi de Il Giardino di Venere a Castelbuono e Rosi Napoli di Caupona a Trapani; assente, causa indisposizione, Fabio Gulotta di Terracotta ad Agrigento per cui la cena che doveva essere delle Tre Chiocciole è diventata delle Due.
Infine Francesco Sottile, vice presidente di Slow Food Sicilia nonchè consulente agronomo della Fondazione Slow Food per la Biodiversità ha sottolineato l’importanza delle osterie nel legame con i prodotti del territorio, specialmente per uno sbocco economico e divulgativo dei Presìdi.
Siccome non basta nutrire la mente si è conclusa la serata soddisfacendo il palato con le pietanze curate dai due osti citati che chiaramente le hanno preparato con le specialità della loro zona. Si è iniziato con un piatto di antipasti vari preparati a 4 mani: caponate di pere e di mele, carpaccio di maialino al Nero d’Avola, zucca rossa in agrodolce, polpo in agrodolce, formaggi delle Madonie, polpettine di sarde al sugo, poi un eccellente primo con le cassatelle di pasta fresca con ripieno di ricotta in brodo di pesce, specialità trapanese, un secondo madonita con uno stracotto di vacca al catarratto, sformatino di cardi e verdure spontanee all’olio crastu, rara cultivar autoctona delle Madonie Orientali. Infine il dessert esclusivo di Castelbuono: la testa di turco con strati di sfoglia fritta, crema di latte biancomangiare aromatizzata con cannella nonchè le cassatelle tipiche del trapanese: panzerotti fritti ripieni di crema di ricotta.
[Fonte: italiaatavola.net]
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