Addio Teatro, ecco l’autostrada delle Fontanelle

Ieri sera sulla pagina Facebook del Comune di Castelbuono è andata in onda la diretta streaming di presentazione del progetto di ristrutturazione di ciò che un tempo fu il Cine Teatro Le Fontanelle e questo ricordo avrebbe definitivamente i mesi contati perché, se effettivamente dovesse realizzarsi quanto ieri sera mostrato, scordiamoci per sempre di chiamarlo Cine Teatro Le Fontanelle per ribattezzarlo Nuovo Salone Polifunzionale Le Fontanelle (ma neanche tanto polifunzionale, in realtà).

Il Nuovo Salone Polifunzionale, se piace all’amministrazione e ai suoi progettisti, viene respinto al mittente da molti cittadini, come testimoniano i commenti a corredo del video. Non pochi spettatori, infatti, hanno manifestato critiche ma anche sconcerto dallo snaturamento che si intende compiere su quell’edificio dall’antica gloria che sta per essere inghiottito per sempre nel suo incerto futuro polifunzionale.

Ma c’è di più. E qui le cose si complicano, si aggravano, e non c’entrano più i camerini, u cammaruni, i bagni pubblici, il palco smontabile e via dicendo.

Chi ha a cuore il rispetto paesaggistico, l’inviolabilità del poggio su cui si erge il Castello è rimasto violentato, incredulo dinanzi al pesante intervento di realizzazione sulla parte ovest di una strada carrabile di collegamento tra viale Castello e Le Fontanelle.

Un autentico ecomostro e resta un mistero come la Soprintendenza ai Beni Culturali abbia potuto autorizzare tale opera in una zona sottoposta a stretto vincolo archeologico.

Una orribile strada che sfregia il paesaggio che, a detta del progettista arch. Pierpaolo Monaco, servirà per “approvvigionamenti” (dalla Treccani l’approvvigionamento è la provvista delle derrate alimentari di prima necessità o, per estensione, anche delle materie prime) che dunque sembra condurre alla destinazione fissa dell’incubo di una sala banchetti.

Diciamo subito no all’ecomostro e che mai tollereremo questo atto di violenza e sfregio paesaggistico.

Mentre, per quanto riguarda le altre criticità, molti spettatori hanno finalmente preso coscienza, esternandolo, della fine del sogno di avere un Cine Teatro a Castelbuono, altri più dettagliatamente hanno evidenziato che la sala cosiddetta funzionale non è adatta per rappresentazioni di alcuna natura. Un giovane architetto, per esempio, ha indicato che una pendenza del 2% non è sufficiente a permettere la visione agli spettatori delle file retrostanti, facendo notare che al ridimensionamento della sala per ridurre l’impatto visivo su piazza Castello, corrisponde un incremento della superficie della base sottostante. Non è per niente chiaro, infatti, dove stia il guadagno in termini di estetica, l’intervento risulta infatti talmente profondo nelle spigolose linee esterne dell’edificio che sommato a terrazza, foyer, belvedere, strada e quant’altro non può che snaturare pesantemente tutta l’area.

Lo stesso progettista Monaco nella sua presentazione ha fondamentalmente confermato che Castelbuono non sarà dotata di un Cine Tetro, ha parlato infatti di mostre, generiche rappresentazioni e addirittura eventuali sagre da svolgersi all’interno, il che effettivamente coinciderebbe con lo scopo di approvvigionamento per il quale è stata progettata l’ecomostro della strada carrabile a ridosso del lato ovest del Castello dei Ventimiglia.

Dunque, niente poltroncine fisse, solo sedie da sistemare al momento, ma non solo. Lo stesso arch. Monaco non ha fatto mistero, rispondendo ad un commentatore, che non sono previsti locali interni alle Fontanelle per il deposito delle sedie e occorrerà trovare per questo scopo dei locali comunali.  Un’affermazione che fa letteralmente rabbrividire e permette di immaginare scenari già noti ai cittadini, ovvero il cosiddetto transito della sedia sull’area castellana, operai comunali che caricano e scaricano, le sedie mancano, sono sporche ecc. tutte cose già viste e riviste, sentite e risentite.

Tra i pochi commenti di apprezzamento del progetto uno in particolare ci offre uno spunto di riflessione, un commentatore si dice d’accordo con la scelta del sindaco di destinare una piccola porzione del Le Fontanelle a bagni pubblici, raggiungibili solo dal Cortile Sant’Anna, il commentatore afferma: “Si dopo un’ora di viaggio le persone x prima cosa cercano i bagni e poi il resto, bravo sindaco”.

I bisogni del turista della domenica dovrebbero quindi uccidere il sogno culturale di chi in questo territorio ci vive. È il momento di investire seriamente sulla crescita culturale della comunità, offrire spunti di riflessione a generazioni di giovani che hanno il proprio svago solo nei locali notturni, coltivare l’orto delle eccellenze artistiche locali, creare nuovi posti di lavoro. Se a causa di una politica totalmente miope passasse il progetto mostrato ieri sera tutto questo sarà perduto e l’inesorabile vuoto generato negli anni potrebbe dare il definitivo colpo di grazia a ciò che veramente eravamo.

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