Caos positivi a Castelbuono, pubblichiamo le riflessioni su Facebook di Luciana Cusimano

A Castelbuono, in questi giorni, un ampio, animato e a tratti anche aspro dibattito coinvolge la società civile e politica a proposito della situazione dei casi positivi al Covid-19 effettivi o presunti tali.
Tra le tanti voci dette, riteniamo interessante, utile e convincente quanto espresso dalla nostra concittadina Luciana Cusimano con una approfondita riflessione scritta sul proprio profilo social di Facebook nella speranza che il caos di questi giorni si possa trasformare presto in una salda direzione di controllo emotiva e gestionale da parte di tutti.
Di seguito il post.

Mi scrivono stamane dalla Toscana con entusiasmo, per complimentarsi del fatto che a Coffe Break, trasmissione del mattino su LA7, stanno parlando di Castelbuono come cittadina “covid free” da assumere a modello ed esempio. Giustamente, c’è stupore e mi si chiede quali buone prassi ci hanno consentito di restare immuni nonostante il momento.

Faccio una serie di doverose premesse, sperando di non essere fraintesa:- non seguo la trasmissione e conto di recuperare il video;- presumo si faccia riferimento a una situazione pregressa e al giro di notizie che da settimane vengono pompate da e su certa stampa e social-media;- sono sempre molto felice quando si parla in TV e altrove del mio ridente paesello e delle Madonie in generale, che, ora più che mai, dovrebbero sfruttare il momento per promuovere buone prassi e attrarre investimenti e capitale umano per quando questo incubo passerà;- sono allergica alle situazioni in cui ci si ostina a voler per forza cavalcare certe onde, soprattutto quando ci si autoassegnano o non si rifiutano con umiltà patenti, primati ed etichette varie;- sono intollerante a polemiche e abusi di toni che non mi appartengono e non mi va di alimentare;- non ho mai creduto alle favole, smettiamola di raccontarcene altre.

Detto ciò, credo sia arrivato il momento di fare pacatamente chiarezza su una situazione che necessita e merita di essere gestita con rispetto e con una comunicazione trasparente. È arrivato il momento della correttezza Da settimane si rincorrono dicerie, pettegolezzi, numeri e stime non ufficiali, dati non confermati ma nemmeno smentiti. Si langue nel dubbio, in attesa di responsi ufficiali. Si comunica poco e male, quando basterebbe parlare serenamente e apertamente, come si fa in una famiglia, seppur allargata. Il vantaggio delle piccole comunità è quello di poter stare uniti, fare squadra, empatizzare, ritrovarsi soprattutto nei momenti critici e incerti. Fare finta di niente, nascondere o tacere più che si può e finché si può, serve a poco.

Non accetto che “qualcuno”, chiunque esso sia, pensi o insinui che anche un solo castelbuonese non aspettava altro, o “sperava” o non vedeva l’ora che il covid arrivasse anche qui. E questo per diversi ordini di motivi: innanzitutto, perché il covid c’è sempre stato, è ovunque, tra noi e fuori da noi, è tutta una questione di cautela e corretto tracciamento dei contatti; poi, perché quando si parla di persone con le loro storie ci vuole massimo rispetto. È sotto gli occhi di tutti come ormai la situazione rischia di diventare fuori controllo ovunque; le possibilità e probabilità di contagio e contenimento rientrano nella nostra responsabilità individuale, come è sempre stato fin dall’ inizio di questa storia. Spero tutto questo finisca il prima possibile. Spero che la si smetta di esacerbare animi, avvelenare pozzi e lanciare stracci. Spero che tutti riusciamo a restare calmi, lucidi, centrati, senza darci addosso, senza cercare spasmodicamente untori, nomi e diagnosi, senza sputare sentenze, senza attribuirci meriti inopportuni. Un pensiero rispettoso e un augurio a tutti i miei compaesani che stanno vivendo questo problema sulla loro pelle, nelle loro case, tra la cerchia delle loro relazioni, con tutte le conseguenze del caso e le difficoltà legate alle necessarie restrizioni che non ci state imposte per mero capriccio.

Ma un pensiero anche per tutte le comunità vicine che vivono, chi più chi meno, questo momento critico. Essere covid-free non deve essere motivo di vanto, così come non esserlo non è una vergogna, una mancanza o una macchia frutto di incapacità.

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