Castelbuono era una cipolla, adesso…

Si dice che Frank Zappa una volta abbia detto che scrivere di musica è come ballare di architettura.
A Castelbuono, sempre speciale a suo modo, si è andati oltre: di architettura non si balla, si traballa.
Ad inclinare i piani ci ha pensato l’arch. Iano Monaco con una lettera inviata Urbi et Orbi a proposito della tanto discussa ristrutturazione delle Fontanelle in uno spazio polifunzionale.
Utilizzando la tecnica delle correzioni dei maestri elementari sui compiti degli scolari, il professionista ha segnato in rosso gli errori concettuali sui quali si basa il famigerato Manifesto sottoscritto da più di mille persone sottolineandone l’ambigua azione capziosa e mistificatrice atta a carpire la firma di adesione.
Nel frattempo, il sindaco Cicero col solito dolce stil novo ha ringraziato il gruppo di progettazione per il loro contributo in difesa dello spazio polifunzionale condividendone l’impostazione critica.
Inoltre, ha aggiunto l’osservazione che il 10% dei sottoscrittori del Manifesto era in malafede e che il restante 90% non ha capito cosa si celasse nella testa di quei firmatari.
Insomma, i professionisti impartiscono ai castelbuonesi una lezione sottolineata dagli errori in rosso e il sindaco la condivide accompagnandola con una tirata ai tardi di comprendonio che si sono fatti abbindolare.
Da questo poco gratificante quadro, quello che ne esce a pezzi è la tanto decantata intelligenza dei cittadini.
Castelbuono è una cipolla, ci si vantava.
Adesso è solo polla, si sottolinea.
Prego, i castelbuonesi.
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