I risvolti “positivi” del COVID-19. La testimonianza dell’ex segretario comunale Rosario Bonomo

(Di Rosario Bonomo) – Da pochi giorni sono stato dimesso dall’Ospedale di Termini Imerese dopo aver fatto conoscenza con il   temuto   virus   Covid-19.  Al   momento  delle  dimissioni,   oltre   alle   mie   buone  condizioni   cliniche,   è  stato  certificato che sono una persona “negativa ”.

Mai avrei pensato che un’accezione del genere,oggi, in questa triste circostanza, avesse un significato incoraggiante!!!

La mia esperienza inizia la mattina dell’ 11 novembre, dopo che per alcuni giorni erano comparsi i sintomi della febbre e della bassa saturazione. 

L’immediato intervento degli operatori del   118   di Castelbuono , che   mi hanno somministrato le prime cure e successivamente accompagnato e seguito per il primo ricovero presso l’Ospedale di Petralia Sottana, ha reso meno traumatico l’impatto con l’esperienza che stava per iniziare. A loro la mia profonda gratitudine e riconoscenza.

All’Ospedale di Petralia Sottana   sono rimasto una notte e un giorno   prima di essere trasferito, giorno   12   novembre,   presso   l’Ospedale   di   Termini   Imerese.  Anche   se   per   poco   tempo,   durante   il   mio isolamento,   ho   potuto   verificare  la   professionalità   e   la   disponibilità   del   personale   sanitario  dell’Ospedale, di medici,   infermieri,   personale   socio-sanitario  che   hanno   costantemente,   per l ‘intera   notte   e   il   giorno seguente, monitorato e seguito il mio precario stato di salute.  Anche a loro il mio grazie e il mio sincero apprezzamento.

Giovedi  12 pomeriggio il trasferimento presso l’Ospedale di Termini Imerese dove immediatamente, nel reparto COVID da poco avviato, ricevo, considerate le mie precarie condizioni di salute, le prime cure e la   necessaria   assistenza   farmacologica   (cortisone, antibiotici, eparina, calcio) nonché  l’applicazione   della  terapia per l’ossigenazione del sangue, vista la mia “severa insufficienza respiratoria”.

Per alcuni giorni mi ha fatto compagnia il “casco ” per agevolare la respirazione, successivamente ho avuto modo di fare l’esperienza con una particolare  “maschera ”, la Niv, potente erogatrice di ossigeno; nei giorni   successivi, grazie agli  “occhialini ”   al   naso ho capito   che   era   iniziato  qualcosa di positivo:  la respirazione autonoma.

Durante il ricovero, per circa quattro settimane, ventiquattro ore su ventiquattro, giorno e notte, ho verificato  la piena e massima abnegazione di tutto il personale.

Medici,infermieri,operatori   socio-sanitari   e   inservienti dell’Ospedale   di   Termini   Imerese, reparto COVID, con la collaborazione del personale sanitario del reparto di Terapia intensiva, in condizioni alquanto difficili, anche dal punto di vista organizzativo e logistico, e non certo per loro negligenza, dovendo lavorare per l’intera durata dei rispettivi turni  con tute, mascherine, visiere, guanti, hanno esercitato ciascuno il proprio ruolo con la massima professionalità, dedizione, disponibilità, afflato umano e partecipazione               al dolore   dei   pazienti,  soffrendo   con   loro   nei   momenti   più   difficili,   ma   condividendo   anche   la   gioia   per   lenumerose guarigioni e successive dimissioni. 

Dire   grazie è doveroso. Ma   esprimere   un forte, profondo e sincero senso di gratitudine è fondamentale riconoscendo a ciascuno di loro che l’umanità e la professionalità dimostrate in queste circostanze di dolore e sofferenza sono tracce inconfondibili del bene che ogni uomo e donna realizzano  attraverso la propria attenzione verso l’essere umano che soffre.

Certamente la nostra  sanità  pubblica,  in  Sicilia,  con una  migliore  programmazione  ed un  uso più oculato delle risorse finanziarie, considerata la professionalità dei singoli operatori sanitari, potrebbe essere

più efficiente e più organizzata nell’affrontare queste emergenze. A tale proposito non bastano, da parte dei politici   e   di   che   ci   governa,   proclami,   messaggi,   prese   di   posizione,   ma   una   tempestiva   ed   efficace programmazione   con   il   razionale   utilizzo   delle   risorse   finanziarie.     Questo   è   un   discorso   che   ci   porta lontano e che richiede ben altre considerazioni e valutazioni .

Purtroppo oggi il mio pensiero   va anche a quanti   hanno   sofferto   e   continuano   a   soffrire   nei   vari   reparti   ospedalieri.   Un  sincero   ricordo,   anche personale, per coloro che, nonostante abbiano combattuto contro questo virus,  non ce l’hanno fatta.

Inquietudine e speranza sono la cifra di questo nostro tempo che, al di là di tutte le possenti certezze, si è scoperto fragile e inesperto. L’unica forza, la sola arma è l’uomo con la sua abnegazione, la sua forza interiore, la sua speranza di vincere.

Castelbuono 11 dicembre 2020                                                                                              

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

7 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Caricamento articoli correlati...

7
0
Cosa ne pensi? Commenta!x