“Il teatro è magia”, la riflessione di Francesca Cicero

(Riceviamo e pubblichiamo) – Sono cresciuta in mezzo ad attori, scenografi tutti amici che avevano una passione sfrenata per il teatro.
Non ricordo quando ho iniziato a vivere con loro questa incredibile avventura, avrò avuto tre, quattro anni
La sede del Gruppo T era in un magazzino all’interno di un cortile da cui si accede da Via Garibadi, proprio all’inizio.
Le sere c’erano sempre le prove, precedute dalla lettura dei testi. Ricordo serate invernali, uscire dopo cena con Pietro e Mariasara nella loro 126 bianca e raggiungere gli altri imbacuccata come se dovessimo andare sulla neve.

Passato il cortile buio, si accedeva a questo piccolo teatro, c’era tutto quello che serviva per fare le prove.
Il Gruppo T, ha segnato la storia del teatro amatoriale e non solo a Castelbuono tra gli anni Settanta e gli anni Novanta.
Dopo quella ci fu la sede della chiesetta sconsacrata di via Sant’Anna. Li tutti i ragazzi del Gruppo T, fecero un miracolo; entravi e avevi subito la sensazione di essere dentro un teatro. Varcata la porta, spostando la tenda, vedevi il palco, le quinte, l’occhio di bue, i fari, il sipario e la guida a terra che ti accompagnava in comodità al tuo posto. Poi fu la volta della ex chiesa del Crocifisso, anche li, altro miracolo, in primis avere convinto Padre Antonino della buona operazione.

Eravamo tanti, a me si aggiunsero presto altri piccoli, figli di amici del Gruppo…e crescevamo insieme.
Gli inverni alla ex chiesa del crocifisso le estati al Chiostro di San Francesco.
In mezzo, La casa di Bernalda Alba, la Buon’anima di mia suocera, Processo a Gesù, Il berretto a sonagli, Due dozzine di rose scarlatte, Cece’, Il Dovere del medico, La patente, L’uomo dal fiore in bocca, Domanda di matrimonio, Così è se vi pare…tanti, troppi i titoli per poterli elencare tutti.
Si provava sempre, in continuazione, era come un gioco, ritrovarsi e recitare, raccontare storie. Era un duro lavoro fisico e mentale che coinvolgeva tutti e mentre i grandi erano li sul palco, noi piccoli, stavamo sotto ad ascoltare e imparare a memoria tutte le battute. Pietro, Sarino, Annamaria, Rosanna, Grazia, Serenella, Enzo, e ancora Enzo, Rosangela, Martino, Giovannino Guzzio, Rosario, Maricetta, Francesca, Gabriella, Pinella le due Mariaenza, Stefania, Massimiliano… e tantissimi altri … quanti eravamo…
Il teatro è magico, ti insegna a conoscere ed apprezzare il diverso, a entrare senza pregiudizio dentro le storie degli altri. Ti insegna ad ascoltare e osservare in silenzio.
Michele Perriera scrisse del Gruppo T “ C’è in loro un’eleganza dello spirito che da una speciale credibilità alla loro passione e al loro gusto del gioco. E’ di fenomeni come questo che il teatro dovrebbe tornare a nutrirsi”.
Castelbuono da questo e da molto altro proviene e a questo le persone perbene devono puntare, alla qualità, alla bellezza, per questo abbiamo bisogno che l’Ex Cine Teatro Le Fontanelle torni alla sue origini. E’ Storia, E’ Crescita, E’ bisogno, E’ educare al bello e alla cultura.

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

3 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Caricamento articoli correlati...

3
0
Cosa ne pensi? Commenta!x