“Padroni grassi e servi sciocchi” – la riflessione di Paolo Cicero sul meccanismo europeo di stabilità (MES)

(Di Paolo Cicero) – In questo momento non è importante chi tra Prodi, Monti, Berlusconi, Renzi e tutti gli altri, abbiano fatto più o meno danni nel sostenere o non sostenere l’Europa; tra l’altro a mio parere sarebbe come cercare l’ago in un pagliaio. Né è importante quanto possa aver contribuito Conte e l’ultimo governo, prima con l’M5S e la Lega e ora con l’M5S e il PD. Non serve nemmeno ragionare in base ai propri convincimenti politici.
È fondamentale invece decidere su ciò che sarà: l’Italia è a un bivio che potrebbe, se sbaglia, gravarla di un giogo economico insuperabile, innescato dal Covid-19 e amplificato dalle condizioni poste dall’Europa, che potrebbe permettere paradossalmente ad un altro stato di ergersi sulle sventure altrui (diversamente da quando piativa prima lo sconto e poi l’annullamento dei propri enormi debiti, sempre causati dalle sue inumane mire espansionistiche).
In questo momento l’unica cosa che conta è che qualcuno vorrebbe far passare come soluzione (il MES) uno strumento che invece resta un problema (sempre il MES). E lo dico da europeista sofferente ma convinto, fino a ieri, e da quasi-fan di Conte, come ero diventato per le parole che gli ho sentito pronunciare negli ultimi giorni.
Il MES con i suoi vincoli economici resta un problema, anche dopo i “finti addolcimenti” di stanotte (che sembrano solo una resa onorevole per Gualtieri e Conte, affiché non perdano del tutto la faccia); è stato creato per gli stati sovrani che hanno perso la possibilità di emettere titoli, perché in bancarotta o perché non trovano più acquirenti. L’Italia non è affatto in bancarotta: i suoi titoli di stato sono tuttora cercati e piazzati immediatamente. Soprattutto la Germania e l’Olanda (che però potrebbe essere solo una proiezione prezzolata della Germania), vorrebbero invece imporre il MES all’Italia come strumento per finanziare la ripresa dell’economia dopo il Covid-19. Perché? Per umiliarci ma, soprattutto, per tenere al guinzaglio la nostra economia nel prossimo futuro che si spera di rinascita, evidentemente perché temono le nostre potenzialità.
L’Italia, come la Spagna e la Francia, e forse altri a breve, hanno subito uno tsunami sanitario ed economico di proporzioni gigantesche: solidarietà, logica, etica ma anche lo scopo fondante stesso dell’Unione Europea, vorrebbero che tutta l’Europa facesse quadrato, anche economicamente, perché tutti gli stati membri si risollevino prima possibile; senza umiliazioni, senza costrizioni e con pari condizioni nella ripartenza.
Sia chiaro che su questo non ci possono essere compromessi: Conte rispetti quello che ha detto, bene, negli ultimi giorni e avrà gli Italiani dalla sua parte; decida cosciente che, se confermerà le parole che qualche quotidiano gli attribuisce fino a stamattina, gli Italiani saranno in grado anche di fare da soli se serve, magari facendo sacrifici ma sapendo di farli per l’Italia. Non per ingrassare la Germania, l’Olanda o chiunque altro. Altrimenti si dimetta Conte, per dimostrare di essere stato costretto ad ingoiare un rospo indigesto.
Da quasi-ex europeista convinto, dico che non abbiamo bisogno di questa europa (qui in minuscolo volutamente spregiativo). E tutti noi Italiani dovremmo essere parte attiva nella decisione di Conte, facendogli presente che l’attacco di presunti “Padroni grassi” e “Servi sciocchi” (come già fatto per il Covid-19) può avere come risposta che noi siamo sempre quelli di #oraesempreresistenza.
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