24 Febbraio 1819: il terremoto di Castelbuono
Il 24 Febbraio 1819, quindi 197 anni or sono, una forte scossa colpì il centro di Castelbuono, nell’entroterra di nordest della provincia di Palermo. L’evento, che ebbe una magnitudo stimata fra 5.3 e 5.4, raggiunse un’intensità massima dell’VIII grado della scala Mercalli, provocando quindi notevoli danni nei luoghi più vicini all’epicentro. L’intera area montuosa della catena delle Madonie rimase in rovina e si contarono anche 3 vittime per il disastro, in un territorio già interessato da una forte crisi economica e sociale che si protraeva almeno da un secolo. Inoltre, le condizioni di povertà della popolazione locale, soprattutto sul versante settentrionale delle Madonie, fu appesantito da un successivo evento tellurico, avvenuto il 5 Marzo 1823. La ricostruzione dei centri colpiti fu molto lunga. Danni più o meno gravi furono registrati in almeno 12 centri nella provincia di Palermo.
terremoto CastelbuonoLa costa settentrionale dell’Isola di Sicilia, da Palermo a Messina, è stata soggetta a molti terremoti anche particolarmente intensi. Tuttavia, la provincia di Palermo ha una sismicità che è considerata meno elevata rispetto a quella che si manifesta nella Sicilia nordorientale, fra Messina e Reggio Calabria, dove in effetti sono avvenuti alcuni fra i più forti terremoti nella storia del Nostro Paese.
(Fonte: MeteoWeb.eu – Andrea Luppino)
Un ringraziamento alla Redazione di Castelbuono Live per l’operosità nel ricordare eventi storici che hanno interessato il ns. territorio
Da notizie acquisite è bene ricordare come in quegli anni le scosse hanno fatto crollare l’ultimo piano del Castello ed una parte della Matrice nuova.
A me pare che quella dell’ultimo piano del castello crollato in occasione dello sciame sismico del 1818-19 sia una delle tante leggende che circolano in paese, dal momento che le cronache di quei giorni, curate da illustri personaggi dell’epoca, trascurano quello che – se fosse stato vero – non sarebbe stato di certo un semplice dettaglio.
Infatti, né nel celebre “Rapporto del viaggio alle Madonie in occasione dei tremuoti colà accaduti nel 1818 e 1819” di Domenico Scinà, né nel dettagliatissimo articolo attorno alla cronologia dei terremoti delle Madonie, pubblicato da Minà Palumbo nel 1858, si parla del crollo dell’ultimo piano del castello. I campanili della Matrice nuova, invece, rimasero fortemente danneggiati ma caddero solo perché i tecnici dell’epoca sbagliarono l’intervento tendente a salvarli. Anche allora le cose andavano in un certo modo.