A Polizzi Generosa in fumo 12 ettari di macchia mediterranea. Alto rischio per la strada che collega “le due Sicilie”

A Polizzi Generosa in fumo 12 ettari di macchia mediterranea. Alto rischio per la strada che collega “le due Sicilie”. Urgono squadre antincendio ed il presidio dell’esercito

Lo scorso 13 maggio avevamo scritto dei pericoli che incombevano (e incombono!) sulla S.S. 643 che al momento collega le “due Sicilie”.

Pericoli legati agli incendi che, per effetto di una “strana” reazione chimica, nella giornata di ieri, (mercoledì 8 luglio), si sono sviluppati a Polizzi Generosa, in ben tre posti diversi e nell’arco di poche ore.

Solo lo straordinario intervento dei Vigili del Fuoco ha circoscritto i danni, impedendo gravi conseguenze per persone e cose.

Il primo incendio di ieri è divampato in località San Cono, più o meno sulle stesse coordinate che avevamo segnalato a maggio, ma al tempo, grazie alle stoppie ancora verdi, non ha avuto la possibilità di propagarsi.

Cosa diversa invece ieri. Gli oltre trenta gradi hanno favorito il propagarsi delle fiamme che hanno devastato una quantità apprezzabile di macchia mediterranea oltre al pericolo che hanno corso i fabbricati di una azienda agricola di proprietà della famiglia Russo.

Gli altri, a stretto giro e sempre per quella misteriosa reazione chimica, nei pressi del cimitero di Polizzi Generosa, prontamente circoscritto grazie alla nostra segnalazione e nel quartiere “Carmine”, lo stesso se non  fosse stato “spento” immediatamente avrebbe devastato il polmone verde di cui gode la comunità polizzana a margine del suo centro storico.

Le abbiamo definite “misteriose reazioni chimiche”,  per comodità e per suscitare un po’ di ilarità attorno a questi “arcani”, che poi arcani non sono, ma diciamo che hanno a che fare con il prudere le mani di qualche simpaticone che non ha altro da fare se non andare in giro a provare se l’accendino funziona.

Bisogna essere intransigenti con  chi si concede la libertà di scorrazzare (anche) per le Madonie non avendo cura dei pericoli che provoca appiccando un incendio oltre alla devastazione dell’unico patrimonio che ci rimane. Non vediamo altra alternativa che la repressione e la punizione severa dei colpevoli.

Ma il problema è un altro!

Il nostro territorio non è sufficientemente presidiato dalle Forze dell’Ordine, nonostante gli immani sforzi che compiono i Carabinieri in forza alle stazioni che insistono nei vari comuni, sotto organico anche quelle.

Più volte abbiamo scritto che lo Stato, in questo “periodo caldo”, dovrebbe utilizzare dei reparti dell’Esercito a presidio del territorio.

Il piromane deve sapere che al momento in cui esercita il suo “diritto” di appiccare un incendio può spuntare una pattuglia che lo becca in fragrante.

A questo punto non vogliamo entrare nel merito di cosa succederà dopo la convalida dell’arresto e se lo stesso “terrorista” godrà di un trattamento “casalingo” (arresti domiciliari) o sconterà una pena di qualche mese. Di certo un buon avvocato, anche “d’ufficio” non mancherà di dimostrare l’impossibile purché il suo “cliente” subisca dal sistema Giustizia il meno possibile. Alla fine diventa una “battaglia” tra il l’inquirente e il difensore che di fatti ha più argomentazioni per far si che non si “buttino le chiavi”. Ma questa è un’altra storia che ha a che vedere con il nostro sistema che garantisce più il delinquente che l’onesto cittadino…

In piena emergenza incendio (dopo circa tre ore dall’intervento dei Vigili del Fuoco) abbiamo contattato Maurizio Croce, Assessore al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia. Di fatti Croce nel ruolo che ricopre è il “proprietario” della zona interessata all’incendio.

Croce candidamente ci ha confessato che nessuno l’aveva messo al corrente di ciò che stava accadendo. È  come se ti stesse bruciando la casa e tu non ne sai niente. Anche questa è un’altra storia ed ha a che fare con il fatto che in questa “maledetta” terra di Sicilia non si sa bene “chi fa che cosa” nè tantomeno come lo fa.

All’ Assessore abbiamo chiesto di attivarsi immediatamente affinché tutto il personale in servizio negli uffici del Corpo Forestale venisse  impiegato h 24 a pattugliare i luoghi sensibili e che saranno interessati agli incendi nei prossimi giorni, sia su base volontaria che con ordine di servizio.

«Condivido in pieno» ci ha riferito e «condividerò la vostra istanza con il Presidente della Regione affinché il comando interessato ci dia contezza dei piani estivi», ha concluso l’Assessore.

Certo al Presidente dovrebbe riferire pure che i mezzi hanno bisogno di carburante per movimentarli e che la “campagna antincendio” non è ancora partita e che, abbiamo motivo di credere, i meccanismi non sono ancora ben oleati quindi non in grado di gestire alcuna emergenza.

C’è da dire che il personale in servizio presso il distaccamento di Polizzi Generosa,  se pur non munito di mezzi  adeguati e di personale in numero sufficiente per il controllo del territorio così vasto e sensibile, non si è risparmiato fino a tarda sera di concerto con i Carabinieri e il personale dell’Anas oltre ai Vigili del Fuoco che a terra e con i propri Canadair (due) sono riusciti a limitare la devastazione fino a circa 12 ettari di macchia mediterranea andata in fumo.

Cari lettori non ci trovavamo in una zona Parco qualunque, quella “zona” è attraversata dalla A19 (Palermo – Catania) se consideriamo la deviazione forzata del traffico leggero e pesante che il territorio sta subendo grazie alla manifesta incapacità delle Istituzioni, a qualsiasi livello, di gestire prontamente l’emergenza che si è venuta a determinare per il cedimento dei piloni del viadotto Himera.

Nessuno ci venga a dire che bisogna rispettare i “tempi tecnici” o che la “normativa non ci consente di andare più velocemente per la definizione delle pratiche”, la verità è che abbiamo a che fare con un manipolo di desaparecidos che giocano a fare i politici.

Se il viadotto Himera si fosse trovato in Lombardia e fosse stata un’arteria strategica per l’Expo, oggi sarebbe ripristinato e tirato a lucido.

Invece noi ci ritroviamo a dover fare un viaggio della speranza per by passare un chilometro di autostrada, percorrendo la Statale 643 che è prossima al collasso. Mostra già i segni dei primi cedimenti.

La nostra testata da sempre ha preso una posizione sulla vicenda incendi, che va al di la del raccontare la cronaca, abbiamo osato proporre a delle Istituzioni sorde che siamo in guerra e la guerra si combatte non con le armi spuntate e con personale inadeguato, per numero, al controllo preventivo del territorio.

Non possiamo contare sul fatto, per esempio, che il personale del distaccamento di Polizzi per garantire il servizio di controllo e prevenzione si riduca il periodo di ferie caricandosi di orari di lavoro e turni al limite della vertenza sindacale.

Non comprendiamo perché l’Esercito non possa essere impiegato per il controllo e la prevenzione degli incendi.

Per quanto ci riguarda il tratto della S.S. 643 va presidiato giorno e notte e noi non ci vorremmo ritrovare a scrivere “l’avevamo detto”; si, perché in uno dei prossimi ed “annunciati” incendi che si verificheranno in quel tratto di strada prima o poi ci scapperà il morto ed è venuto il momento che gli organi competenti provvedano a sturarsi le orecchie dalle incrostazioni provocati dal cerume e si facciano carico di prendere delle decisioni immediate a tutela del territorio e della pubblica incolumità.

Un cerume che si è formato in decenni di inettitudine di chi avrebbe dovuto fare e invece non ha fatto, nel mentre cedono i viadotti, vanno in fumo ettari di preziosissimi boschi e macchia mediterranea e assistiamo al degrado socio-economico di interi territori.

Ma vogliamo spezzare una lancia a favore di chi ci rappresenta. Loro non hanno tutte le colpe, loro navigano sulla nostra atavica rassegnazione.

(Fonte: ilcaleidoscopio.info editoriale di Vincenzo Lapunzina)

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