A tre anni realizzò il suo primo “gioiello”. Su BALARM l’articolo sulla ricamatrice Maria Mercante

Non solo artigianato: l’arte antica del ricamo che nella lentezza del tempo trasforma fili e stoffe in preziosi gioielli di artigianato è un valido aiuto per curare l’anima a le mente

[BALARM.IT – di Giovanni Gebbia] – Ricordate la bella addormentata che si punse con un fuso della filatura e cadde addormentata? Bene mettetela da parte perché la storia che vi racconto è fatta sì di fili e aghi con i quali a volte ci si punge, ma che non fanno addormentare chi li usa, al contrario, sono la massima espressione della sua vita.

Questa è la trama di una storia fatta di punti e filati che uno dietro l’altro raccontano e disegnano emozioni. Lei è Maria Mercante – classe 1976 – una delle ultime ricamatrici delle Madonie, custode di un’arte antichissima, nata e cresciuta nel borgo di Castelbuono comune del Parco delle Madonie e nota meta turistica animata da una intensa vita culturale che coinvolge tanto gli abitati quanto i visitatori.

Sposata con due figli nasce in una famiglia di ricamatrici, la sua scuola è quindi quella domestica dentro la quale si tramandava l’arte antichissima e preziosa del ricamo con il quale si confezionavano i corredi che andavano a formare parte della dote delle famiglie senza la quale non era possibile andare a nozze.

«Ricordo il profumo dei tessuti, delle stoffe che vedevo da bambina accatastarsi per essere ricamati su commissione – ci racconta -, portate dalle famiglie che dovevano arricchire parure di lenzuola, completi di asciugamani, tovagliati e altri pezzi importanti di corredi che rappresentavano il patrimonio elegante delle case.

l‘articolo continua su Balarm.it

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