“Agatino il guaritore” è uscito oggi il nuovo romanzo di Massimiliano Città

Carissime lettrici e carissimi lettori del blog,
spesso ho invaso le vostre caselle di posta elettronica per consigliarvi letture più o meno interessanti, in questa occasione, confesso, l’interesse è personale…


Per i tipi de Il ramo e la foglia edizioni esce oggi il mio nuovo romanzo Agatino il guaritore.

Quando viene al mondo un libro, credo ci sia una grossa responsabilità per quel gesto non richiesto che è lo scrivere; gesto in cui chi scrive si mostra agli occhi di chi legge e al giudizio di quegli occhi, alla valutazione, alla comprensione, allo smarrimento, talvolta, si consegna. Ogni parola, vagliata nelle poche ore di lettura che accompagnano la storia, vive in un rapporto sbilanciato di tempi, dello scrivere e del leggere.

Questo libro è nato in un periodo di costrizione personale e sociale, dunque è un ponte, un gesto di liberazione in cui la fantasia prova a rompere le catene del quotidiano, in quello stadio asfittico che spesso prende alla gola e stritola nei limiti di un corpo e di un ruolo che la società accoglie. Così dirò poco della storia, se non che è nata dall’incanto di un momento e si è costruita e strutturata nel tempo al meglio, per quel meglio che mi è possibile realizzare come narratore.

Al centro della vicenda l’ambiguo Agatino, un personaggio dalla personalità sfaccettata, noto come guaritore, manipolatore, santone e usuraio. Il suo passato, avvolto nel mistero, diventa un elemento fondamentale della trama dove bene e male si mescolano, intersecandosi senza l’ipocrita netta cesura che si presume debba esistere in una realtà idealizzata. I personaggi che popolano le pagine contengono parti, porzioni del bene e del male e ne sviluppano la potenza in base alle circostanze. Figure indecise, incerte, talvolta inerti davanti al dischiudersi degli eventi. La storia spinge oltre il limite di una realtà fatta e definita e tende la mano, la parola e la pagina verso il mito, l’insondabile, l’inatteso.

Lo affido a chi leggere vorrà.

M.

***

Personaggi grotteschi si legano l’un l’altro sullo sfondo di una provincia così immaginaria da essere simile a molte. Il fulcro inconsapevole di questa vicenda è Agatino, noto anche come amico dei bisognosi, usuraio, manipolatore, guaritore, santone di Boschetto… Se molti credono di conoscerne il presente, del suo passato si sono perse le tracce. Ciascuno, a suo modo, ha un’immagine precisa dell’uomo a cui amministratori, tutori della legge, uomini e donne semplici di semplici e dolorosi destini, gente che vive di poco e nel poco si dipana si rivolgono quando giunge un imprevisto a stravolgerne le vite e sembra non ci siano altri santi a cui votarsi. Agatino, in un modo o nell’altro, riesce sempre a trovare una soluzione, non è chiaro se lo faccia per interesse, bontà o capacità soprannaturali, in ogni caso quella trovata soddisfa e contribuisce ad alimentare la sua fama. E proprio grazie a questa fama un giorno si troverà di fronte all’imponderabile: qualcosa non va come era stato previsto dall’uomo che da sempre ha voluto nascondere la sua vita e le sue opere nella traccia del non detto e del non visto.

[dal risvolto di copertina]

«L’uomo non amava che la gente si accalcasse dentro la sua abitazione, che calpestasse il pavimento, toccasse gli oggetti e neppure che li guardasse. Considerava quell’insieme di cose come una violazione della sua intimità. Quell’uomo sapeva bene quanto dalle cose che ci circondano, libri, oggetti, souvenir, dalla disposizione degli stessi negli spazi casalinghi, si possa ricostruire la personalità dei proprietari. Lo sapeva bene perché quel tessere, quel ricostruire, stava alla base del suo mestiere.»

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