Al governo piace Jerry Calà

Al governo piace Jerry Calà

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Simona Vicari, la neo sottosegretaria all’economia, è talmente fan del cabarettista da averlo assunto come ‘direttore artistico’, quando era sindaco di Cefalù: 100 mila euro di parcella, a ingigantire un buco già spaventoso.

 

Dal paese del celebre duomo normanno ai palazzi romani. La parabola politica dell’ex sindaco di Cefalù Simona Vicari è tutta in discesa. Nel governo Letta dalle larghe intese la poltrona di sottosegretario per lo sviluppo economico è andata proprio a lei, la senatrice berlusconiana fotografata il 19 aprile durante il voto per il presidente della Repubblica con l’eloquente t-shirt: “Il diavolo veste Prodi”. Dopo 14 giorni, smessi i panni della pasdaran, la Vicari ha rivestito quelli più istituzionali: grazie alla stretta amicizia con l’ex presidente del Senato Renato Schifani, viene nominata braccio destro del ministro Flavio Zanonato. Un incarico delicato il suo perché il dicastero deciderà il futuro dell’energia, delle telecomunicazioni e la riconversione di aree industriali.

Per l’architetto 46enne le sfide sono la normalità: a soli 25 anni era già assessore nella giunta palermitana di Leoluca Orlando del dopo Tangentopoli. Poi il passaggio a Forza Italia e l’incontro fatale con Schifani che la seguirà passo dopo passo: al parlamentino siciliano e dal 1997 sindaco della cittadina affacciata sul mare. E per dieci anni doppio incarico di primo cittadino e parlamentare alla Regione Sicilia.

Nel frattempo anche corsi e ricorsi contro il doppio stipendio, stoppati da una leggina ad hoc nel 2007. Sono però a Cefalù i segni più evidenti del suo passaggio. Nel 1998 viene ingaggiato dal sindaco in persona il comico Jerry Calà come direttore artistico per 100 mila euro. Il progetto è ambizioso: «Faremo parte del circuito italiano più significativo, niente da invidiare alla Versilia o a Capri», spiegava l’ex Gatto di Vicolo dei miracoli. E poi è il turno dell’attrice napoletana Marisa Laurito e tanti altri. Consulenze allegre che hanno contribuito a far livitare il buco di bilancio comunale, fino ad esplodere: il 10 gennaio 2013 la Corte dei Conti lo stima in oltre 10 milioni di euro. «Per anni è stato speso più di quanto avevamo in cassa», spiega l’attuale sindaco di centrosinistra Rosario Lapunzina, «e ora scopriamo gravi irregolarità contabili. In certi periodi il Comune affidava consulenze per 16 mila euro al mese». «Non è vero, ho lasciato un avanzo di un milione e mezzo di euro», replica la Vicari.

Tra i ricordi lasciati dalla senatrice uno rimane però indelebile, proprio perché sotto gli occhi di tutti. Sul promontorio del Kalura, a fianco della torre attorniata da acque cristalline che l’ha reso celebre come uno dei panorami più belli d’Italia, la madre del primo cittadino Adele Chiovaro acquista un rudere e lo trasforma in villa di lusso. E’ il 2003 e stranamente prima della vendita si apre un cantiere per trasformare l’ex polveriera in soggiorno a cinque stelle, portando a sette le camere, mentre al catasto risultano ancora solo due vani e mezzo.

Una brutta storia raccontata come un abuso e arrivata sulla scrivania della Forestale locale l’8 maggio 2004 sotto forma di esposto anonimo, denunciando il «manufatto totalmente abusivo e la realizzazione di una nuova costruzione lasciando all’interno il vecchio rudere». La segnalazione è stata trasmessa alla procura di Termini Imerese, senza conseguenze. Anche il servizio urbanistica comunale si muove e fa un sopralluogo non trovando però gli operai al lavoro ma solo «opere di miglioramento statico». In pratica la figlia come sindaco controlla i lavori della madre. Eppure la casa sul promontorio mozzafiato è frutto di sostanziali modifiche – spiegano gli ambientalisti locali – in una zona dove nulla è permesso dalle leggi regionali perché a meno di 150 metri dal mare.

«Nessun ampliamento, abbiamo fatto dei lavori seguendo le prescrizioni della Sovrintendenza. E’ tutto regolare», ribatte il neo-sottosegretario. Storie che non interessano i turisti che ogni anno arrivano a migliaia per le bellezze della costa palermitana. La polveriera è oggi diventata una villa in affitto: discesa privata al mare, tre camere da letto e due bagni. Il costo? Oltre 5 mila euro a settimana.

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