Alcuni chiarimenti di Paolo Cicero in merito al comunicato del Sindaco “Follie di Carnevale”

Illustrissimo signor sindaco,
premetto che sto parlando a titolo personale non avendo avuto modo di condividere questa mia con gli altri amici del Gruppo 2001. La stessa premessa dovrebbe tenerla presente nel considerare le posizioni che i singoli membri del Gruppo 2001 esprimono legittimamente a titolo personale, non come espressione di tutto il Gruppo 2001.

 

Non entro nel merito delle difficoltà che lei ha palesato in merito alla preparazione del Veglione 2013; anche se ho una mia opinione al riguardo, non ritengo produttivo esprimerla al punto in cui si è, almeno per quanto riguarda il Veglione di quest’anno.

 

Ma ci sono alcune affermazioni di cui le devo chiedere conto, pregandola, se lo riterrà opportuno, di rettificarle. Mi riferisco alla frase da lei scritta nel comunicato con riferimento al Gruppo 2001:
“… chiedo il perché abbiano abdicato al ruolo di guida nei confronti dei gruppi più giovani, organizzando un carnevale parallelo, quasi in competizione con i ragazzi, che meritano invece tutta la nostra fiducia ed appoggio. Non vorrei che, come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca sempre e pertanto le vere ragioni non stiano nella tutela del parquet ma siano altre”.

 

Nel tempo il Gruppo 2001 è stato accusato di tante cose e da tanti lati (anche da suoi predecessori sindaci). Ci hanno definito in modi, non sempre gradevoli, che abbiamo sopportato assumendoli come inevitabile contrappasso esercitato dagli oggetti della nostra satira. Al massimo abbiamo risposto nell’unica sede che ci è congeniale (il palco del Veglione) e davanti all’unico giudice che riconosciamo, (il pubblico che ci ascolta).

 

Se stavolta prendo parola è soltanto perché non voglio essere trascinato in una questione di cui non siamo artefici in nessun modo e di cui non vogliamo diventare il capo espiatorio.
Noi non abbiamo organizzato un veglione parallelo. Come facciamo da diversi anni e per le stesse motivazioni, abbiamo semplicemente programmato per tempo –se le interessa e non ricordo male abbiamo cominciato ai primi di novembre del 2012 – l’unico Veglione certo che si poteva prospettare, visto che non c’erano altre ipotesi all’orizzonte entro i tempi richiesti dalla riuscita della manifestazione. E questo a lei è stato già riportato in modo chiaro e inequivocabile; non commetta lo stesso errore di qualche suo predecessore, che ha scambiato la nostra attenzione al successo della rappresentazione con la volontà di mettersi di traverso, volontà che non ci appartiene.

 

Quanto alla nostra abdicazione dal ruolo di “Guida” le dico semplicemente che, sebbene non ci sia stato mai conferito, nessuno credo possa mettere in discussione la spontaneità, l’assenza di interessi nascosti, la disponibilità nostre verso il Veglione ma anche verso chi lavora per mantenerne la tradizione.
Noi non siamo in competizione con i ragazzi dei gruppi più giovani, a cui va tutta la nostra ammirazione, approvazione ed appoggio per l’attaccamento alla tradizione: più semplicemente non eravamo in grado di risolvere il problema del dove fare il Veglione; sarà pur vero che nemmeno lei poteva risolverlo, ma converrà che a maggior ragione questo vale per noi, visto che non abbiamo né i mezzi né le leve che può muovere un Sindaco. Cosa avremmo dovuto fare considerato che non c’era un’ipotesi di organizzazione entro tempi ragionevoli? Non fare nulla nemmeno noi?

 

E le assicuro che non abbiamo fini diversi da quello che le rappresento qui di seguito (si fidi, glielo dice uno che ogni anno si sobbarca 2 – 3.000 Km complessivamente, quasi tutti di notte, solo e soltanto per “esserci”): abbiamo sempre avuto e avremo sempre un “Sogno” che ci anima (in grado di farci tornare bambini almeno qualche giorno all’anno) e un Re (l’unico) di cui ci riconosciamo sudditi: il Veglione. Provi anche lei ad averlo l’anno prossimo, sono certo che così non ci saranno discussioni sterili sull’organizzazione ma solo plausi sulla riuscita della manifestazione.

La saluto cordialmente,
Paolo Cicero

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