Arrivano le ruspe per la demolizione della Scuola Francesco Minà Palumbo, il carbone che non ci meritavamo

La Befana, o meglio, a Vecchia a Castelbuono che qui si celebra la notte del 30 dicembre, ha portato in leggero anticipo del carbone agli incolpevoli contribuenti.

Infatti, sono iniziati ieri i lavori di demolizione e della scuola Francesco Minà Palumbo per ristrutturare un edificio che nessuno voleva salvo una manciata di sostenitori assolutamente sordi alle proteste di tanti, specie dei diretti interessati: alunni, genitori e docenti.

I contribuenti si ritroveranno quindi con il classico esempio di sperpero di danaro pubblico laddove questo non venga o non verrà impiegato per soddisfare precise esigenze della comunità ma semplicemente sarà un’opera non necessaria, non migliorativa e non richiesta.

Del resto a Castelbuono non mancano gli esempi per temere che anche questo denaro pubblico sarà un’occasione persa per essere impiegato nei migliori dei modi.

Ricordate infatti i lavori per il rifacimento del campo Luigi Failla?

Milioni di euro impiegati per biglietterie e spogliatoi, bellissimi vero, ma purtroppo inutili per evitare che il campo ad ogni pioggia diventasse una risaia oppure, ancora peggio, continuasse ad avere addirittura la tribuna inagibili costringendo le squadre locali a infinite deroghe oppure ad emigrare altrove.

E ancora, sempre a proposito di scuole, ancora ad oggi godiamo della cattedrale del deserto della scuola di San Leonardo chiusa perché totalmente inagibile.

L’amministrazione non ha fatto tesoro del passato, insiste per le proprie convinzioni e non ascolta mai i diretti interessati.

Un’ulteriore prova ce la fornisce anche la vicenda del Teatro Le Fontanelle, con una infinità di firmatari – con appelli qualificati di illustri testimonial del mondo teatrale – tutti caduti nel vuoto perché l’idea dello spazio polifunzionale deve essere la sola e l’unica possibile.

Pertanto, non ascoltiamo gli alunni, né i docenti né gli attori e il pubblico ma sempre e solo i propri sostenitori.

Una domanda però i contribuenti la vorrebbero porre: ma voi a casa vostra dareste sempre incondizionata fiducia per rifare il salotto ad una ditta che già vi ha rovinato cucina, bagno e stanza da letto?

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