Avviato il progetto operativo per la tutela di cinque rare specie vegetali endemiche nel Parco delle Madonie

E’ entrato nella fase operativa il progetto speciale di tutela di cinque specie vegetali endemiche rarissime nell’area del Parco delle Madonie, finanziato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito del progetto NextgenerationEu dell’Unione Europea e presentato e coordinato dall’Ente Parco delle Madonie. A Petralia Sottana, presso Palazzo Pucci Martinez, sede dell’Ente Parco, si è insediato il tavolo tecnico con i soggetti attuatori, alla presenza, oltre che del commissario dell’Ente Salvatore Caltagirone affiancato dal dirigente della UO3 Peppuccio Bonomo, anche dell’Associazione “Planta” retta dal prof. Francesco Maria Raimondo, dell’Università di Palermo – Dip. Di Scienze e tecnologie Biologiche, Chimiche e farmaceutiche Sez. Botanica, con il prof. Franco Palla, e dell’istituto di Istruzione Superiore “A. Manzoni” di Mistretta rappresentato dal dirigente scolastico prof.ssa Maria Grazia Antinoro, assistita dai docenti delle discipline coinvolte.

Il programma vede anche il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche delle Madonie e dei Nebrodi per finalità di divulgazione didattico-scientifica, e mira a tutelare specie vegetali presenti, al momento, unicamente nel territorio delle Madonie, specie a rischio estinzione per numerosi fattori, non ultimo quello dell’incontrollato proliferare degli ungulati che stanno devastando la biodiversità del Parco. Emblematico il caso di una delle cinque specie individuate nel progetto, l’ultimo esemplare noto al mondo di Cavolaccio verde dei Nebrodi (Adenostyles alpina subs nebrodensis), individuato nell’area di Petralia Sottana, e sopravvissuto perché abbarbicato su uno sperone roccioso non raggiungibile da cinghiali e daini. Il team provvederà a prelevare piccolissimi frammenti di foglie ai fini dell’ottenimento dei tessuti necessari all’avvio della micropropagazione in vitro per l’ottenimento di piantine da mettere a dimora in ambiente protetto da reimpiantare in situ, operando un vero e proprio salvataggio in extremis.

“L’elevato profilo scientifico della squadra partecipante al progetto costituisce la garanzia di riuscita del progetto. Come dimostra questo caso, è a rischio la biodiversità delle Madonie, sono a rischio, cioè, gli stessi elementi scientifici che nel 1989 portarono alla nascita del Parco delle Madonie. Puntiamo a salvare cinque specie vegetali rarissime, la cui messa in sicurezza, oltre che rientrare nelle finalità costitutive dell’Ente Parco, volto alla tutela di tutta la biodiversità delle Madonie, costituisce elemento fondamentale per innovative ricerche sul campo. Ricerche e programmi i cui risultati saranno condivisi non solo con la comunità scientifica nazionale ed internazionale, ma anche con cittadini dei territori coinvolti e con gli studenti locali, affinché, come custodi della natura, diventino essi stessi “Guardiani della Biodiversità”.

Gli interventi di tutela coinvolgeranno, con le stesse modalità, anche due Ginestre (Genista demarcoi e Genista madoniensis Raimondo), una di Sorbo (Sorbus aucuparia subs praemorsa) mentre per il rarissimo Abies Nebrodensis, di cui sopravvivono appena 30 esemplari nel vallone Madonna degli Angeli sul versante polizzano dell’Anfiteatro della Quacella, oggetto anche di altri progetti di conservazione in corso, si tenterà di impiantare esemplari provenienti dal vivaio di Polizzi Generosa in altri siti.

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