Castelbuono. Chiuso da un anno l’impianto di compostaggio. «L’umido viene mescolato con i rifiuti» l’allarme dei grillini alle forze politiche locali
Quando pensiamo a Castelbuono oltre ai panettoni dei fratelli Fiasconaro quello che ci viene in mente è la raccolta dei rifiuti con gli asinelli.
Un’immagine indelebile, una novità di successo, introdotta dall’Amministrazione Comunale guidata da Mario Cicero, che ha portato la cittadina madonita agli onori della cronaca nazionale quale “modello virtuoso” per la raccolta e la gestione dei rifiuti solidi urbani.
Insomma, Castelbuono è stata l’esempio, la musa ispiratrice per le comunità del comprensorio imerese e madonita che desideravano trasformarsi in luoghi puliti, sani ed eco sostenibili. Nessuno avrebbe mai immaginato che qualcosa o qualcuno poteva “turbare” questo ritratto di perfetta efficienza.
Invece, come un fulmine a ciel sereno, in prossimità delle festività natalizie, apprendiamo che da tempo la percentuale di raccolta differenziata a Castelbuono è sensibilmente calata e che, addirittura, i rifiuti già differenziati dai cittadini vengono immischiati e gettati in discarica.
È incredibile. Oltre alla beffa, anche i danni.
I cittadini vengono ingannati e la loro buona volontà nel differenziare viene annullata mettendo assieme la frazione umida con l’indifferenziato.
Il danno è doppio: ambientale ed economico.
Ambientale perché il volume dei rifiuti conferito in discarica aumenta in media del 40%, con la conseguenza che la discarica si riempie prima del previsto e nel territorio sarà necessario sacrificare altri lembi di terra per depositarvi la spazzatura.
Economico perché, dal momento che lo smaltimento in discarica si paga a peso, maggiore è la quantità di rifiuti da scaricare maggiore è il costo per lo smaltimento stesso. Aumentano proporzionalmente anche i costi per il trasporto: maggiore è il volume dei rifiuti, maggiore sarà il numero dei viaggi necessari verso la discarica. Per contro vengono meno i proventi della vendita delle materie prime, piccole somme che le aziende del riciclo pagano al gestore.
Era la vigilia di Natale, quando gli attivisti castelbuonesi del Movimento Cinque Stelle diramavano un comunicato contenente una denuncia ed una richiesta rivolta all’Amministrazione e al Consiglio Comunale nella sua interezza.
«Molti ci contattano dicendo che pur facendo la separazione dei rifiuti, quando non affidano i rifiuti agli operatori con gli asinelli e portano diligentemente i rifiuti presso l’Isola Ecologica di Piano Marchese hanno visto mischiare tutti i rifiuti attentamente separati (basta andarci in questi giorni per vedere gli scarrabili stracolmi di rifiuti non separati, per non parlare di cosa si accumulerà dopo tutte queste feste) – denunciano i grillini, aggiungendo – E dire che Castelbuono ancora oggi (forse per poco) è rinomata per essere una cittadina attenta al rispetto dell’ambiente. Noi abbiamo gli asini spazzini, noi facciamo la raccolta differenziata, noi abbiamo un impianto di Compostaggio per la frazione umida. Noi raccogliamo e dividiamo carta e cartone, vetro e plastica, noi….voi cittadini».
Dalla missiva del M5S apprendiamo che l’impianto di compostaggio di contrada Cassanisa è chiuso dal mese di dicembre 2013, cioè da un anno intero! Lo stesso doveva riaprire il 22 dicembre – dicono – lo aveva dichiarato il Sindaco Tumminello nella seduta del Consiglio Comunale del 19 dicembre, ma – asseriscono – a tutt’oggi l’umido viene immischiato con tutti gli altri rifiuti e portati in discarica (prima a Mazzarà Sant’Andrea, poi Catania e adesso Castellana Sicula).
La domanda nasce spontanea, direbbe qualcuno. Se l’impianto di compostaggio di Castelbuono è chiuso da un anno, in questo arco di tempo dove è stata smaltita la frazione umida raccolta negli altri Comuni serviti dall’ex Ato Palermo 5? Si trattava di ben 16 Comuni abitati da circa 143 mila abitanti. È evidente che, in tal senso, ad essere stati ingannati non sono stati soltanto i cittadini di Castelbuono, ma quelli dell’intero comprensorio.
Se questo è il modo di gestire lo smaltimento dei rifiuti in Sicilia non c’è da stupirsi a sentir parlare di “inceneritore” per Termini Imerese. In barba alla tutela della salute pubblica ed in spregio a tutti i protocolli di Rifiuti Zero sottoscrivibili al mondo, quella dei termovalorizzatorI è per molti la via più sbrigativa per smaltire le tonnellate di rifiuti prodotti dai siciliani. Se poi queste scelte violentano la nostra isola e non sono compatibili con il termine “turismo” beh, chi se ne importa…
Ed ancora ci chiediamo. Ma se i cittadini (che siano di Castelbuono o di altro Comune) separano i rifiuti per trarne anche un vantaggio economico e per consentire all’Ente gestore un risparmio sulla spesa di smaltimento, il fatto di rimescolare tutto assieme non costituisce un danno all’erario?
«Oggi tutto ciò avviene perché la Sicilia è in emergenza rifiuti (la Sicilia è sempre in emergenza), – si legge ancora nel comunicato del M5S – e conferiamo presso la discarica di Castellana. E dato che lì non si separa nulla e si accolgono rifiuti di qualsiasi tipo, qualcuno ha deciso che è opportuno invalidare l’impegno di quei cittadini volenterosi che fanno ancora la raccolta differenziata (ma chissà per quanto). Qual’è il problema? Sempre uno! I Soldi! E siccome l’Ato è in fallimento e non ha più soldi per la manutenzione e il pagamento degli stipendi arretrati, perché alcuni Comuni soci non hanno pagato, interviene la parola emergenza e in emergenza tutto è concesso, o meglio si va “in deroga”».
Da queste premesse l’appello rivolto a tutte le forze politiche castelbuonesi. «I cittadini ed attivisti del MoVimento 5 Stelle Castelbuono, chiedono a voi forze politiche elette in Consiglio che rappresentate tutti i cittadini, di impegnarvi a ripristinare nuovamente e in tempi brevi un reale servizio di raccolta differenziata. Poiché lo diciamo chiaramente: i cittadini si sentono presi in giro! E non possono essere più i medesimi a continuare a pagare per chi ha gestito male questo e altri servizi inefficienti o addirittura inesistenti. Speriamo solo di non dover continuare ad assistere al solito scarica barile o a chiacchiere e spartizione di affidamenti di servizi il cui primario interesse è solo quello economico o di potere. Noi come attivisti e cittadini siamo pronti a fare la nostra parte, mettendo a disposizione il nostro attivismo anche per contribuire a informare i cittadini allo scopo di incentivare e migliorare i servizi preesistenti. Perché riteniamo che solo un cittadino informato è collaborativo e riconoscente. Un cittadino raggirato sarà solo arrabbiato e diffidente!».
Sulla vicenda abbiamo voluto sentire il Sindaco, chiedendogli spiegazioni sulle motivazioni che hanno portato alla chiusura dell’impianto di compostaggio, notizie sulla riapertura e se non era il caso, nelle more, di conferire l’umido in un altro impianto di compostaggio (ammesso che ne esista un altro nel nostro comprensorio). In particolare ad Antonio Tumminello abbiamo chiesto “non pensa che l’accaduto possa scoraggiare i cittadini a differenziare i rifiuti e portarli a perdere i risultati ottenuti negli anni passati? Non crede che, in un certo senso, sia anche un danno all’immagine di Castelbuono che era diventata esempio di buone pratiche grazie alla raccolta porta a porta effettuata con gli asinelli?”
Ma la risposta ottenuta dal primo cittadino di Castelbuono non è quella che ci aspettavamo.
«Condivido molte delle considerazioni svolte dal Movimento 5 Stelle, – risponde – ritengo che queste domande vanno poste al Commissario Straordinario dott. Salvatore Gueli che gestisce per conto del Comune il servizio di raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani. Il Comune infatti, in merito alle domande poste, purtroppo malgrado le continue e ripetute sollecitazioni non riesce a far sì che la situazione trovi definitiva soluzione».
In modo che a noi è sembrato piuttosto sfuggente, Tumminello non smentisce le affermazioni dei grillini né chiarisce la vicenda sulla chiusura dell’impianto di compostaggio, ma si limita a lanciare la patata bollente al Commissario dell’Ato. Vero è che il Comune di Castelbuono non gestisce il servizio, ma vero è pure che lo steso Comune deve esercitare un controllo sul fornitore del servizio, ovvero sull’Ato, nella duplice veste di “cliente” e di socio.
Al momento quindi, nel bel mezzo delle festività natalizie, siamo impossibilitati a riferire di più, ma contiamo, nei prossimi giorni, di approfondire la questione “emergenza rifiuti a Castelbuono”, un’emergenza che senz’altro “sotto banco” coinvolge anche altri Comuni del comprensorio.
(Fonte: ilcaleidoscopio.info)
Ma l’assessore D’Anna ancora vivo e’?
Sarà stato catalogato come “indifferenziato”!
Viene proprio voglia di non differenziare più un bel niente. Tanta fatica e attenzione per fare…? Che schifo!
“Complimenti” agli attuali amministratori e Buon 2015 che sicuramente sarà uguale o peggio del 2014. (Speriamo di no).
E’ una vergogna noi che in casa abbiamo 5 tipi di secchi per fare la differenziata e loro la mescolano .io consiglio a tutti i cittadini di non fare più la differenziata io da oggi faccio come mi pare
buon anno a tutti speciale per tutti i politicanti che del nostro paese fanno quel che vogliono buon anno a tutti coloro che son cechi davanti al reale stato delle cose va tutto bene e già .
Sul proprio territorio è l’amministrazione comunale a richiedere il tipo di servizio da svolgere , altrimenti non si spiegherebbe la diversità di servizi svolti nei diversi comuni aderenti all’ATO. In questo caso l’assenza di direttive da parte sia dell’assessore ( D’Anna ) che del Sindaco procurano un doppio d’anno per il nostro Comune, d’immagine ed economico.
Il sindaco ci dovrebbe comunicare oltre alla spesa di conferimento dell’umido in discarica anche a quanto ammonta il mancato introito ( royalty ) da parte degli altri comuni per il mancato conferimento della frazione umida nel nostro impianto di compostaggio.
Drovrebbe dirci anche l’entità del danno sia economico che d’immagine per il mancato arrivo da parte delle scolaresche che visitavano il nostro paese per osservare le buone pratiche ambientali.
Il nostro Paese non va solo freddamente amministrato ( male ) va sopratutto Amato e Servito.
La Sicilia è la regione con il maggior numero di coltivazioni biologiche, il compost dovrebbe essere “oro”, per il nutrimento delle piante ed i centri di compostaggio sono pochi.
Sembra tutto filare liscio, salvo il fatto, della cattiva gestione della macchina pubblica, ma il bello è che non li possono licenziare, sono dei voti per i potenti, sono dei numeri per i dirigenti…
Peccato che personalmente, su un campione di 200 kg ho trovato 5 batterie (stilo), tracce di vetro ovunque e chissà quanto altro il processo è riuscito a nascondere, infine la puzza di spazzatura che è nauseante!!!
Il vero compost dovrebbe fare odore di terra di bosco, senza impurità varie, potrebbe avere un mercato enorme solo con la diffusione regionale.
Cambierà tutto questo???
Pile stilo, vetro,…?! Ma allora è meglio che l’impianto continui a stare chiuso per sempre, anziché inquinare la terra pulita col “compost spazzatura”.
Sig. Antonio2 la responsabilità non sta esclusivamente da un lato. Da un lato la colpa è del sistema che ha smesso la distribuzione dei sacchetti biodegradabili ai cittadini i quali hanno ovviato con i comuni sacchetti di plastica che però non venivano controllati e ahinoi, molti cittadini nell’umido mettevano di tutto (appunto pile, vetro etc. etc.) Il problema non è del sistema ma di chi lo gestisce e noi è da un pò che lo diciamo (oltre che mediaticamente è stata inoltre presentata un interrogazione alla Regione Sicilia dal Presidente della Commissione Ambiente Giampiero Trizzino del M5S a cui il Governo Crocetta non ha ancora risposto, può trovare diversi nostri articoli anche su questo blog).
Premetto che non so come funziona un impianto di compostaggio e in particolare quello di Castelbuono. Però penso che quand’anche i cittadini mettessaro nei sacchetti dell’umido, erroneamente o per strafottenza: pile, vetro, plastica,… io suppongo che prima di trattare la frazione umida, nell’impianto ci dovrebbe essere un sistema per separare queste impurità.
Cmq, avete fatto bene a denunciare tutto quanto sta accadendo e speriamo che ciò serva ad accelerare quanto prima la ripartenza dell’impianto.
Premetto che non so come funziona un impianto di compostaggio e in particolare quello di Castelbuono. Però penso che quand’anche i cittadini mettessaro nei sacchetti dell’umido, erroneamente o per strafottenza: pile, vetro, plastica,… io suppongo che prima di trattare la frazione umida, nell’impianto ci dovrebbe essere un sistema per separare queste impurità.
Cmq, avete fatto bene a denunciare tutto quanto sta accadendo e speriamo che ciò serva ad accelerare quanto prima la ripartenza dell’impianto.