Castelbuono. Frana di Liccia. Assolti con formula piena i dirigenti di Acque Potabili Siciliane. Erano accusati di “negligenza, imprudenza ed imperizia”
Assolti “perché il fatto non sussiste”. Si conclude con questa motivazione il processo sulla frana di Liccia a Castelbuono, che ha visto imputati quattro dirigenti di Acque Potabili Siciliane, la società oggi in fallimento che gestiva il servizio idrico in gran parte dei comuni della provincia di Palermo. Si tratta di: Lorenzo Serra (amministratore delegato), Gaetano Rotolo (direttore tecnico e responsabile per investimenti e terziarizzazione), Cesare Tinelli (responsabile operativo e presa in carico) e Giacomo Profeta (responsabile operativo di zona).
I fatti risalgono ai primi mesi del 2009, quando la strada San Guglielmo – Liccia viene colpita da uno smottamento che interrompe la viabilità. Allora il problema viene arginato grazie ai temporanei lavori di assestamento. Contestualmente un’altra frana si verifica in contrada Portella San Sebastiano, dove due famiglie sono costrette a lasciare le proprie case. Ma a distanza di un anno, la frana di Liccia si allarga compromettendo il crollo di un pezzo consistente della strada.
Sulla vicenda si apre un’indagine, condotta dalla locale Stazione dei Carabinieri e coordinata dalla Procura di Termini Imerese, che nel 2012 iscrive nel registro degli indagati i quattro dirigenti di Aps, accusandoli di “negligenza, imprudenza ed imperizia”, nonché di colpa specifica “nell’omettere di provvedere alla verifica” e alla relativa “manutenzione della conduttura idrica gestita”. In particolare, per i pm Francesco Gualtieri e Vincenzo Cefalo, la frana sarebbe stata causata dalla rottura del tubo attraverso il quale passava l’acqua per Pollina, dove il servizio idrico era, appunto, gestito da Aps.
Inizia così la fase processuale con il rito abbreviato, dove gli imputati sono assistiti dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Francesco La Loggia (difensori di Serra, Rotolo e Profeta) e Michele Gigante (difensore di Tinelli).
Infine il Gup Sabina Raimondo assolve tutti gli imputati.
Fonte: www.ilcaleidoscopio.info