Castelbuono, ora lo scontro tra gli studenti e i professori

Continua la protesta studentesca al liceo “Luigi Failla Tedaldi” di Castelbuono. Gli studenti, dopo l’autogestione della scorsa settimana conclusasi con la manifestazione di sabato 24 novembre a Palermo, hanno deciso di continuare la lotta contro i tagli all’istruzione previsti dal ddl di stabilità, ma soprattutto contro i finanziamenti alla scuola privata a danni di quella pubblica. Ma gli studenti hanno incontrato una ferma opposizione da parte dei professori.
A fare precipitare gli eventi potrebbero essere state le dichiarazioni rese alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Rai 3, dal premier Mario Monti. Il presidente del Consiglio, infatti, nel corso dell’intervista ha detto che gli studenti “sono quelli più in credito e fanno bene a manifestare il loro dissenso, avendo dimostrato di farlo civilmente”. Unica pecca del premier è stato l’affondo ai professori che, a suo dire, avrebbero usato gli studenti per “una difesa corporativa” per sottrarsi a qualche ora in più a settimana. Proprio queste dichiarazioni avrebbero potuto innescare la miccia della rivolta a Castelbuono.
Se infatti gli studenti hanno deciso di portare avanti la loro protesta, continuando nell’autogestione che questa settimana si è anche estesa all’altro istituto superiore, l’agrario, i docenti tirati in ballo dal presidente del Consiglio hanno deciso di tirare i remi in barca, temendo una corresponsabilità in quella che ritengono possa configurarsi come interruzione di pubblico servizio. Proprio per questo i docenti del “Failla Tedaldi” sembrano giunti a un vero e proprio braccio di ferro con gli studenti, non consentendo loro altra attività didattica diversa dalla loro. E così tutti gli studenti che hanno deciso di proseguire nella loro protesta hanno dovuto subire le conseguenze disciplinari dei docenti: le note.
Quella che doveva essere e rimanere una protesta verso un governo poco attento alla scuola pubblica italiana e ai suoi tanti problemi, rischia adesso di trasformarsi nella solita guerra tra poveri, sull’onda delle dichiarazioni rilasciate da un premier tecnico.

(Riccardo Gervasi – LaVoceWeb)

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