Cefalù, arriva la conferma: Il Comune è in dissesto

Severi giudizi sulle giunte precedenti

 

Cefalù non ce l’ha fatta, la notizia è ufficiale. Ogni tentativo di evitare il tracollo finanziario è stato vanificato dalla decisione con cui la sezione regionale della Corte dei Conti ha dichiarato il dissesto del Comune di Cefalù. Era un provvedimento temuto che per questo non giunge inatteso. E provoca amarezza perché la stessa Corte riconosce “l’enorme sforzo profuso, negli ultimi mesi,dal Comune con i propri organi e uffici”. E tuttavia ha ritenuto “inevitabile la conseguenza del dissesto a causa della grave situazione finanziaria“ per troppo tempo occultata da gestioni connotate dalla “presenza di innumerevoli irregolarità e da scarsissima trasparenza”.

 

Con la sua pronuncia la Corte ha valutato il piano di rientro votato dal consiglio comunale non sufficiente a colmare il grave deficit. Inoltre, sottolinea il sindaco Rosario Lapunzina, “con una interpretazione che lascia perplessi, ha stabilito la non applicabilità del piano di riequilibrio decennale previsto dalla legge entrata in vigore l’otto dicembre scorso”.

 

“Tale decisione – aggiunge Lapunzina – merita approfondimenti, che verranno svolti nelle prossime ore, per valutare se ciò non comporti una ingiusta penalizzazione per il nostro Comune”.

 

La pronuncia riconosce che l’amministrazione Lapunzina ha adottato le rettifiche contabili e ha approvato i rendiconti degli ultimi anni con una rappresentazione “più reale e veritiera della situazione finanziaria”. E dall’altro lato non manca di bacchettare pesantemente le amministrazioni precedenti che avrebbero occultato la gravità dei conti del Comune. La città in sostanza, è il giudizio della Corte, è stata portata nel baratro finanziario da gestioni disinvolte che hanno consegnato a Lapunzina l’eredità di una contabilità irregolare e poco realistica. Per questo, al di là di aspetti formali che saranno valutati in vista di un’eventuale opposizione, gli sforzi fatti “non possono consentire il ripristino degli equilibri di bilancio”.

 

Le conseguenze pratiche della decisione della Corte si ripercuoteranno sui cittadini con misure molto pesanti. Si dovranno applicare le tariffe massime per l’Imu e l’addizionale Irpef e la Tarsu dovrà coprire al 100 per 100 il costo della gestione dei rifiuti.

(Lavoceweb.com – Paola Castiglia)
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