Centro nascite: il ricorso dei nove sindaci

Si chiedono perchè l’ospedale di Cefalù non è stato inserito fra i cosiddetti ospedali riuniti ed evidenziano la non chiusura di tutti i centri nascite con meno di 500 parti.

Un ricorso di ventisei pagine per un totale di circa 33.000 battute. A sottoscriverlo i sindaci di Cefalù, Pollina, San Mauro Castelverde, Campofelice di Roccella, Gratteri, Collesano, Lascari, Castelbuono e Isnello. A difendere i nove comuni del distretto sanitario cefaludese l’avvocato Francesco Greco. Nel ricorso si chiede la sospensione del provvedimento che ha portato alla chiusura del centro nascite dell’ospedale Giglio. Tra i motivi che spingono a chiedere la sospensione se ne evidenziano alcuni.

Perchè il Giglio non è fra gli ospedali riuniti? La gestione dell’Ospedale di Cefalù è affidata alla fondazione “Istituto G. Giglio di Cefalù”, soggetto a totale partecipazione pubblica. «La mancata inclusione dell’ospedale di Cefalù nell’impianto organizzativo dei cosiddetti “ospedali riuniti” – si legge nel ricorso – assume particolare rilievo per quanto attiene alla mancata conservazione del punto nascita, posto al servizio di zone territorialmente disagiate». Nel ricorso si sostiene che «l’Amministrazione regionale, per quanto tale stato di fatto sia assolutamente noto, non solo non ha inserito l’ospedale di Cefalù tra quelli posti al servizio delle zone disagiate ma ha ulteriormente peggiorato in generale la situazione, pervenendo a soluzioni caratterizzate da evidenti irrazionalità e disparità di trattamento».

Perchè non sono stati chiusi tutti i punti nascite con meno di 500 nascite? Nel ricorso si sostiene che «ci si sarebbe atteso che tutti i punti nascita con un numero di parti inferiore a 500 annui fossero chiusi, ivi compresi quelli ricadenti in zone disagiate: ma così non è stato. Infatti, molti di questi sono stati mantenuti attivi ricorrendo al modello organizzativo dei c.d. “Ospedali riuniti”: si pensi all’ospedale di Bronte. Anzi mediante tale modello rimarranno aperti anche ospedali che, come Cefalù, non erano inclusi nell’elenco delle zone disagiate ma che, a differenza di Cefalù, hanno un numero di parti molto inferiore dalla soglia di 500 annui, come Petralia». Il ricorso continua dicendo che la Giunta regionale ha individuato le aree disagiate ove possono essere mantenuti i punti nascita pur quando gli stessi abbiano un numero di parti annui inferiori a 500. «Se la regola che sovrintende all’inclusione nel novero delle zone disagiate è quella della difficoltà di accesso per le caratteristiche orografiche e per l’insoddisfacente rete viaria, non v’è dubbio che il punto nascita sito a Cefalù risponda a tutte siffatte caratteristiche. Infatti, le condizioni de quibus devono essere verificate non con limitato riferimento al comune ove insiste la struttura, ma alla zona che quest’ultima serve. Nel caso considerato, larga parte dei comuni ricorrenti, si caratterizzano per una situazione della viabilità che non è eccessivo definire drammatica. Tra tutti può citarsi l’esempio del comune di San Mauro Castelverde, più volte assurto alle cronache per le condizioni o, meglio, per l’insussistenza della rete viaria che ne consente il raggiungimento, fermo restando che condizioni non troppo dissimili si riscontrano relativamente ai comuni delle Madonie che propongono l’odierno gravame».

Perchè non sono stati coinvolti i comuni delle basse Madonie nella definizione delle zone disagiate? Il ricorso sostiene che la delibera della giunta regionale ha individuato quali zone disagiate quelle servite dagli ospedali di Lipari, Pantelleria, Bronte, Mussomeli, Nicosia, S. Stefano di Quisquina, Mistretta. «Tale delibera non è mai stata pubblicata nella GURS, né di essa vi è menzione (non casualmente) del D.A. 14 gennaio 2015. Peraltro, nessuno dei comuni ricorrenti è stato coinvolto nella definizione delle zone disagiate atteso che, ove così fosse stato, certamente anche l’ospedale di Cefalù vi sarebbe stato annoverato». Per questo nel ricorso si sostiene l’illegittimità della delibera perchè i comuni ricorrenti non sono stati posti nelle condizione di partecipare ad un procedimento i cui esiti certamente li investono in modo rilevante.

Petralia e Cefalù: due trattamenti diversi? Nel ricorso si sostiene che che ci si attendeva la chiusura dei punti nascita di Cefalù e di Petralia. «Viceversa, l’attività del punto nascita di Petralia è stata condivisibilmente salvaguardata mediante la sua inclusione nel modello Ospedali riuniti. Orbene, non è però dato comprendere per quale ragione analoga soluzione non sia stata assunta rispetto all’Ospedale di Cefalù che quantomeno come, ma verosimilmente a maggior ragione, di quello di Petralia rispetto ad una tale opzione presentava più evidenti caratteristiche. In disparte le considerazioni sul fatto di essere posto al servizio di una zona disagiata, deve rilevarsi che, per volumi di attività e attrattività delle prestazioni, il punto nascita di Cefalù è assai più qualificato. Infatti, nell’anno 2014 si sono registrati 420 parti, all’esito di un trend in crescita costante (circa il 18% rispetto alla precedente rilevazione) e nei primi due mesi del 2015 si sono verificati 88 parti con un tren tendeziale annuo di 528 parti, mentre presso l’ospedale di Petralia i parti sono stati circa 200».

Per non chiudere Termini, Petralia e Cefalù Il ricorso insiste sul fatto che a seguito della cessazione del periodo di sperimentazione gestionale l’Ospedale di Cefalù opera nell’ambito di una fondazione a totale partecipazione pubblica. E visto che a partire dal 2016 resteranno aperti i punti nascite con uno standard pari a 1.000 parti per anno il ricorso aggiunge che «ove l’ospedale di Cefalù venisse operativamente integrato con quelli di Termini e di Petralia, il numero di 1.000 parti sarebbe già raggiunto, mentre, viceversa, escludendo l’ospedale di Cefalù da tale modello organizzativo, già dall’anno prossimo anche gli ospedali riuniti Termini/Petralia non raggiungerebbero lo standard previsto e dovrebbero essere chiusi».

Fonte: www.cefalunews.net

Iscriviti per seguire i commenti
Notificami

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Cosa ne pensi? Commenta!x