Chi non vuole una accademia di arti culinarie in Sicilia?

Chi non vuole una accademia di arti culinarie in Sicilia?

Sono anni che si parla del progetto di una Accademia di arti culinarie a Castelbuono, in provincia di Palermo. Un polo di eccellenza che esalti il patrimonio della cucina e della pasticceria dell’isola.

La provincia avrebbe dovuto mettere a disposizione un ex albergo al centro del meraviglioso Parco delle Madonie , ma anche altre strutture per la ricezione di ospiti e studenti.

 

L’idea e’ del vulcanico maestro pasticciere di Castelbuono, Nicola Fiasconaro, un imprenditore di talento che in pochi anni ha portato la sua azienda al successo, anche internazionale, puntando sulla qualita’ degli ingredienti siciliani e sulla sapienza artigianale. Famosissimi i suoi panettoni.

 

L’ex albergo individuato – di proprieta’ pubblica – e’ in stato di abbandono e l’imprenditore ha piu’ volte sollecitato il suo recupero.

Il sogno e’ fare dell’ Accademia un luogo di formazione di studenti che escono dalle scuole alberghiere, per coltivare talenti e investire sul marchio made in Sicily, un patrimonio mai realmente tutelato e difeso.

 

L’accademia ambisce anche ad essere un luogo per la formazione di manager in grado di gestire e promuovere i prodotti siciliani.

 

C’era gia il nome, “Ducezio” e lo slogan: “Orgogliosi di appartenere ad una terra ricca”. Ed anche una ipotesi di finanziamento di 5 milioni di euro.

Ma un progetto cosi’ bello e cosi’ indispensabile per l’isola, – dal momento che una simile Accademia in Sicilia non e’ mai esistita – a tutt’oggi fa ancora parte del libro dei sogni.

 

Il presidente della Regione Crocetta, ha piu’ volte assicurato una sua visita a Castelbuono, ma al momento l’impegno non e’ ancora stato mantenuto.

 

L’obiettivo del progetto e’ quello di salvaguardare il patrimonio enogastronomico siciliano, i suoi prodotti, assicurare il trasferimento delle conoscenze, la formazione professionale, la conoscenza e la valorizzazione in tutta Italia e all’estero.

Per conservare questo immenso patrimonio e tramandarlo alle future generazioni bisogna innanzitutto censirlo, studiarlo nelle diverse aree geografiche.

L’idea non e’ quella di una mera catalogazione, ma una codificazione degli ingredienti e dei modi di lavorazione per uso professionale, sviluppando cioe’ dei veri e propri disciplinari di produzione.

 

Gli studenti, che escono dalle scuole con una conoscenza solo teorica, potranno godere di un approccio pratico, immediatamente spendibile nel mondo del lavoro, attraverso corsi, seminari, in cui si incontrino produttori, trasformatori ed esperti.

 

Naturalmente le Istituzioni non possono – non devono – mancare. La regione, la provincia, e in particolare le Universita’ di Palermo e di Catania, ma anche le piu’ importanti Accademie ed universita’ gastronomiche nazionali e internazionali.

Tutto questo non potra’ non avere ripercussioni positive sul turismo e sulla difesa dei veri prodotti made in Sicily. Molto triste constatare che sull’Isola raramente negli autogrill e nei distributori automatici ci sono prodotti siciliani.

C’e’ anche la buonissima idea di creare un distretto del dolce tipico di Sicilia, con un disciplinare che garantisca l’uso di materie prime escusivamente siciliane.

 

Insomma cosa si sta aspettando a realizzare tutto questo?

 

Non e’ piu’ il tempo delle parole, ma dei fatti, della creazione di prospettive solide di lavoro per i giovani, sempre piu’ attirati da cucina e pasticceria, di una difesa nei fatti e non solo a parole di una agricoltura siciliana vitale e piena di energie – nonostante tutto – .

Difesa soprattutto di un territorio che deve essere restaurato in molti suoi siti, puntando sulla sua vera vocazione, agricola e turistica.

 

Un territorio che deve ritornare ad essere un giardino di bellezza e di bonta’.

 

Fonte: www.madonielive.com – di Anna Scafuri

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