Chiusura del punto vendite de L’Eremo di Liccia: storia di un uso politico di un fatto amministrativo contro un avversario

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Il gruppo consiliare sulla gestione (sfociata poi in vicenda) dell’Eremo di Liccia, affidata al Consorzio produttori madoniti aveva deciso di non intervenire fino alla conclusione dell’iter amministrativo avviato. Ciò, perché consideravamo la questione meramente amministrativa, come tante altre procedure che sono state trattate nel tempo dagli uffici comunali, e non volevamo che fosse influenzata da interferenze del gruppo consiliare, nelle cui file, come è noto, opera il Presidente del Consorzio dei produttori madoniti, Mario Cicero.

Tuttavia, con l’ordinanza sindacale notificata si chiude (è proprio il caso di dirlo) una prima fase dell’iter procedurale che ci consente di intervenire con maggiore libertà. Inoltre, nonostante di solito non interloquiamo con anonimi, raccogliamo l’invito di “Don Abbondio” su Castelbuonolive, per fornire alcune nostre brevi valutazioni su una storia che richiede più spazio per affrontarla con completezza e sulla quale ciò che appare è fuorviante.

Innanzi tutto, desideriamo esprimere la nostra solidarietà alle imprese facenti parte del Consorzio, che non avranno più la possibilità di promuovere in quel sito i propri prodotti. Questo è il primo dato e su questo non ci possono essere dubbi.

C’è da dire, poi, che ai buontemponi che da alcune settimane pontificano circa l’esercizio abusivo dell’attività commerciale all’Eremo di Liccia, suggerirei cauti giudizi, soprattutto, se non hanno letto la mole di documenti e di pagine che sono state prodotte.

L’ordinanza dispone la chiusura perché un vano di 22 mq su cui erano state avviate le attività di commercio e di somministrazioni non ha la conformità di destinazione d’uso rispetto a quella cui era destinato l’Eremo di Liccia. E questo è un altro fatto, perché è la motivazione del provvedimento di chiusura, anche se non è così pacifico. Infatti, noi che le carte le abbiamo lette, tutte, e più d’una volta, possiamo affermare con cognizione di causa, che la questione è molto complessa e se non ci fossero state certe pressioni, la conclusione sarebbe stata diversa. In ogni caso, il Consorzio è stato certamente in buona fede e non può passare il falso messaggio che a Mario Cicero è consentito tutto, anche l’illecito; ma nemmeno si può consentire il contrario, cioè quello di esercitarsi ad impedire che Mario Cicero faccia ciò che è lecito. E’ perciò che proporremo al Presidente del Consorzio la pubblicazione integrale di tutti i documenti che costituiscono il fascicolo, e lasciare liberamente a quanti avranno la voglia ed il tempo di leggerli e di farsi una consapevole convinzione.

Sul piano puramente amministrativo, il Consorzio e le imprese associate sapranno difendere le proprie ragioni nelle sedi opportune, attendendo l’esito di un giudizio sereno ed imparziale secondo legge.

Noi, intanto, esprimiamo una convinzione: questa vicenda si è voluta portare oltre il mero aspetto amministrativo, con forzature di natura politica che hanno condotto ad un uso politico di un fatto amministrativo contro un avversario politico. Ma su questo ci torneremo, non avendo in questa sede spazio a sufficienza.

Basti ricordare che la vicenda assume particolare rilievo politico con la presentazione di una interrogazione del gruppo di maggioranza consiliare del 20 marzo scorso, alla quale l’assessore D’Anna ha risposto affermando che al Consorzio mancava la disponibilità dell’immobile (Eremo di Liccia) e, pertanto, qualora si fossero svolte attività nella struttura il tutto sarebbe stato illegittimo e non autorizzato. Ma quella motivazione non era stata messa in evidenza allora, come ora, dagli uffici comunali. Poi, è stato un susseguirsi di altri fatti che rappresenteremo a tempo debito, ma sembra che il disegno iniziale, con l’ordinanza di chiusura, abbia compiuto il suo corso e raggiunto l’obiettivo (seppure parziale).

Su questa vicenda, infine, ci sono stati una concentrazione di forze, d’impiego di risorse umane, di produzione di atti e documenti, come se fosse stato per l’amministrazione comunale l’unico problema esistente a Castelbuono negli ultimi mesi.

Noi pensiamo, al contrario, che sono ben altri i problemi verso i quali  l’amministrazione comunale dovrebbe concentrare altrettanta mole di impegno e attività: la mancata approvazione del bilancio di previsione che non da certezze sulle effettive risorse finanziarie a disposizione per l’erogazione di servizi, con il rischio di aumento della pressione tributaria; iniziative concrete per resistere alla crisi economica; la schizofrenica gestione dei rifiuti che crea disagio e confusione ai cittadini e non migliora il servizio; la non costante erogazione dell’acqua. Solo per citare alcuni esempi, perché non possiamo dilungarci.

Il capogruppo consiliare Giuseppe Fiasconaro

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