Dichiarazioni e richieste del Comitato “Salviamo la Minà Palumbo” da allegare al verbale del Consiglio comunale del 13 gennaio

(Riceviamo e pubblichiamo)

Premesso che:

– con Deliberazione n. 102 del 22 giugno 2021, la Giunta Municipale ha mutato il progetto di mero adeguamento sismico, finanziato dalla Regione nel 2019, in adeguamento sismico mediante demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico, sulla scorta di una pseudo relazione sulla analisi costi benefici e dell’elevata condizione di degrado dei materiali strutturali;

– nelle premesse della predetta Deliberazione si afferma che:

Il progetto esecutivo che si va ad eseguire si pone lo scopo di eliminare gli inconvenienti conseguenti agli indici di rischio sismico particolarmente elevati scaturiti a seguito delle apposite verifiche di vulnerabilità sismica a cui è stato sottoposto l’edificio scolastico denominato Francesco Minà Palumbo e i locali accessori siti in via Sandro Pertini, n.40 in Castelbuono.

– A seguito delle suddette verifiche, l’Ufficio Speciale per la Progettazione ha proposto all’Amministrazione comunale, previa redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, ai sensi del comma 5 dell’art. 23 del D. lgs. N. 50/2016 e s.m.i., la demolizione e la ricostruzione dell’edificio scolastico in argomento, in quanto l’adeguamento sismico dello stesso, in termini di costi-benefici, risultava meno vantaggioso;

– Successivamente, in   seguito   ad   ulteriori   campagne   di   indagini   diagnostiche   e geognostiche richieste dall’Ufficio Speciale per la Progettazione ed eseguite dall’Amministrazione comunale, dalle quali è stata confermata l’elevata condizione di degrado dei materiali strutturali, il Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale, con nota prot. n. 9122 del 05 ottobre 2020, a firma del dipendente Servizio XI Edilizia Scolastica, ha preso atto dell’efficacia della scelta progettuale di procedere alla progettazione di un intervento di adeguamento sismico mediante demolizione e ricostruzione degli immobili esistenti “;

– analoghe affermazioni sono riportate nelle premesse della Relazione Generale di Progetto – GD01, a firma dell’Ing. Leonardo Santoro;

– orbene, l’affermazione secondo cui è necessario procedere alla demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico in quanto l’adeguamento sismico dello stesso, in termini costi-benefici, risultava meno vantaggioso, invero, è frutto di un’analisi contenuta nella nota prot. n. 20673 del 6 novembre 2019, che incredibilmente ed erroneamente non tiene conto degli ingenti investimenti fatti nell’edificio negli ultimi anni (che ammontano ad oltre 1.000.000,00 di euro) e degli ulteriori lavori da eseguire e finanziare per abbattere i corpi “A” e “B” e la sistemazione delle aree esterne;

– con nota prot. n. 14627 del 7 febbraio 2020 l’Assessorato Regionale dell’Istruzione, correttamente ha espresso, proprio sull’analisi costi benefici, “parere contrario alla richiesta di autorizzazione avanza da Codesta Amministrazione con la nota prot. 20673 del 6 novembre 2019, in quanto lo stesso edificio è stato oggetto di precedenti finanziamenti che comportano dei vincoli di mantenimento che l’Ente è tenuto a rispettare”;   

i corpi “C”, “B” ed “A” degli edifici esistenti devono essere abbattuti perché i materiali strutturali di costruzione (così come definiti dalla Circolare 21 gennaio 2019 n. 7 C.S.LL.PP., rubricata Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”» di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018” e pubblicata sulla G.U.R.I. n. 35 del 11 febbraio 2019) sono degradati;

– proprio per l’elevata condizione di degrado dei materiali strutturali, come risulta dalle Verifiche di Vulnerabilità Sismica Edifici Esistenti – SS03, dalle Prime Indagini Diagnostiche Muri e Scuola – SI01 e dalle Nuove Indagini Diagnostiche Scuola – SI02, allegate al Progetto esecutivo, il Corpo “C” è stato violentemente abbattuto la vigilia di Capodanno;

ove esistono materiali strutturali degradati vi è il rischio concreto del collasso degli edifici, per cui non appare più possibile garantire le condizioni di sicurezza del personale scolastico e degli alunni all’interno dei due corpi “A” e “B” ancora da demolire;

Considerato che:

– il Piano delle demolizioni e il Piano di sicurezza e coordinamento, allegati al Progetto esecutivo, stabiliscono che “i lavori di demolizioni dei corpi “C” “A” e “B” dovranno essere eseguiti dopo la chiusura dell’anno scolastico e le aree interessate saranno inibite ai non addetti al lavoro con recinzione di cantiere e circoscritte da pannelli fonoassorbenti”;

– nel DUVRI inviato dal Dirigente Scolastico al Comune di Castelbuono in data 27 dicembre 2021, prot. n. 12468, si ribadisce che “i lavori di demolizione dei corpi “C” “A” e “B” dovranno essere eseguiti dopo la chiusura dell’anno scolastico e le aree interessate saranno inibite ai non addetti al lavoro con recinzione di cantiere e circoscritte da pannelli fonoassorbenti”;

– il Corpo “C” dell’edificio esistente è stato abbattuto violentemente nella mattina del 30 dicembre 2021, come è facilmente rilevabile dai filmati che circolano in rete e dalle testimonianze di genitori, alunni e docenti, senza il rispetto delle misure previste nel Piano di Sicurezza e soprattutto in violazione della predetta previsione del Piano delle demolizioni, del Piano di sicurezza e coordinamento e dal DUVRI, che prevedono i lavori di demolizione dopo la fine dell’anno scolastico;

– non è dato sapere allo stato, nonostante il quesito sia stato posto pubblicamente, chi, tra gli Amministratori, RUP e/o Direttore dei lavori, abbia dato l’ordine di abbattere una parte della scuola in aperta violazione delle previsioni del Progetto esecutivo e del DUVRI;

– la demolizione è stata eseguita utilizzando anche un contratto di subaffidamento, in favore di una nota ditta Castelbuonese, che sembra disposto in violazione dell’art. 105 del D. L.vo n. 50/2016 (Codice degli appalti), atteso che lo stesso non ha ad oggetto il solo nolo a caldo di mezzi, ma riguarda anche il trasporto del materiale di demolizione e degli scavi, per cui costituirebbe un vero e proprio subappalto che avrebbe dovuto essere autorizzato dall’Amministrazione;

Rilevato che:

– anche ove per assurdo, mettendo probabilmente a repentaglio la sicurezza di 300 ragazzi e docenti, si decidesse di utilizzare la struttura da demolire, definita dal RUP e dal Progettista, in forza delle indagini tecniche compiute, “degradata” nei materiali strutturali, non appare a giudizio del Comitato possibile garantire le condizioni di igiene e salubrità con un cantiere aperto in cui i rumori, le esalazioni e gli scuotimenti dovuti alle trivellazioni saranno continui;

– in forza del Cronoprogramma dei lavori – GD03, tra il 15 e il 75 giorno dovranno essere realizzate le opere di sostegno, che richiedono continue trivellazioni e provocheranno emissioni nocive;

le trivellazioni necessarie per la realizzazione delle paratie potrebbero fare collassare i Corpi “A” e “B” dell’edificio esistente, attesa l’elevato degrado dei materiali strutturali, mettendo a repentaglio la vita di alunni e personale scolastico;

– è necessario, nella denegata ipotesi in cui si decidesse di utilizzare la struttura ancora da abbattere mettendo a rischio la vita degli utenti, redigere un accurato D.U.V.R.I. in cui individuare tutte le interferenze tra attività di cantiere e attività scolastica e individuare idonee misure di mitigazione, allo stato inesistenti nel DUVRI che abbiamo visionato;

Atteso che:

– gli interventi di ristrutturazione, ammodernamento ed efficientamento a cui sono stati sottoposti i Corpi “A, B e C” dell’edificio scolastico Minà Palumbo dal 2010, oggi posti nel nulla dalle scelte dell’Amministrazione, costituiscono uno sperpero di danaro pubblico, come implicitamente affermato dallo stesso Assessorato Regionale all’Istruzione nella citata nota prot. n. 14627 del 7 febbraio 2020, con la quale è stato espresso parere contrario alla richiesta di autorizzazione avanza da Codesta Amministrazione con la nota prot. 20673 del 6 novembre 2019, in quanto lo stesso edificio è stato oggetto di precedenti finanziamenti che comportano dei vincoli di mantenimento che l’Ente è tenuto a rispettare”;

per attenuare questo clamoroso e notevole sperpero di danaro pubblico occorre evitare la demolizione dei due corpi di fabbrica “A” e “B”;

– nella Relazione Generale del Progetto “Si prevede, nella prima fase di intervento, la demolizione del corpo C e l’adeguamento funzionale dell’edificio scolastico residuale. A seguito della realizzazione del nuovo corpo di fabbrica si procederà, con separato appalto alla demolizione dell’edificio scolastico principale ed alla sistemazione esterna dello spiazzo risultante”, per cui dovrebbero impegnarsi nuove risorse pubbliche, aggravando lo sperpero di risorse pubbliche;

Ritenuto che:

– il nuovo edificio scolastico ricade in una zona di Piano Regolatore Generale destinato ad “Asilo Nido”, ossia zona S1, per cui prima di deliberare l’approvazione del progetto l’Amministrazione, per il tramite dell’Organo consiliare competente per legge, avrebbe dovuto operare il cambio di destinazione d’uso in zona S4;

– a nulla rileva il parere favorevole espresso dal Responsabile dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Castelbuono di cui alle note prot. n. 9752 del 7 maggio 2021 e prot. n. 10155 del 13 maggio 2021, in quanto si tratta di un inammissibile parere condizionato: “parere favorevole al progetto proposto con la condizionalità essenziale e prescrittiva che il progetto contenga la tavola della previsione ad Asilo Nido”, S1 di PRG, dell’area libera proveniente dalla demolizione dell’esistente edificio scolastico …”;

 – tale parere è palesemente nullo ed inammissibile, in quanto subordina il parere favorevole ad un evento futuro ed incerto, in quanto rimesso ad un altro Organo, ossia al Consiglio comunale, che potrebbe anche non disporre la variazione urbanistica.

Tutto quanto premesso, considerato, rilevato, atteso e ritenuto, con la presente

si chiede

al Consiglio Comunale, all’Amministrazione comunale, nella persona dell’attuale rappresentante legale, al RUP, Ing. Santi Sottile, e al Direttore dei Lavori, ciascuno nell’ambito delle rispettive competenze ed attribuzioni, di:

di acquisire, da tecnici qualificati, apposita relazione in cui si escluda:

1) il rischio del collassamento dei corpi “A” e “B” dell’edificio scolastico ancora da abbattere, attesa “l’elevata condizione di degrado dei materiali strutturali;

2) che le trivellazioni necessarie per la realizzazione delle paratie non comportino il rischio di  collassamento dei Corpi “A” e “B” dell’edificio esistente, attesa l’elevato degrado dei materiali strutturali, mettendo a repentaglio la vita di alunni e personale scolastico;

di produrre l’agibilità aggiornata dell’edificio a seguito della demolizione del Corpo “C”, giuntato al Corpo “A”, nonché certificato igienico – sanitario aggiornato;

di chiarire perché si è proceduto nella mattina del 30 dicembre 2021 alla demolizione del Corpo “C” dell’edificio scolastico, nonostante il Piano delle demolizioni, il Piano di sicurezza e coordinamento ed il DRUVI inoltrato dal Dirigente Scolastico stabiliscano che “i lavori di demolizioni dei corpi “C” “A” e “B” dovranno essere eseguiti dopo la chiusura dell’anno scolastico e le aree interessate saranno inibite ai non addetti al lavoro con recinzione di cantiere e circoscritte da pannelli fonoassorbanti”;

di indicare chi, tra gli Amministratori, RUP e/o Direttore dei lavori, ha dato l’ordine la mattina del 30 dicembre 2021 di abbattere il Corpo “C” dell’edificio scolastico in difformità dalle previsioni progettuali e del DUVRI firmato dal Dirigente Scolastico;

di specificare analiticamente tutti gli interventi di ristrutturazione, ammodernamento ed efficientamento a cui sono stati sottoposti i Corpi “A, B e C” dell’edificio scolastico Minà Palumbo dal 2010 ad oggi, costituendo gli stessi un grave sperpero di denaro pubblico alla luce della scelta scellerata dell’attuale Amministrazione di demolire la scuola, così come implicitamente affermato dall’Assessorato all’Istruzione nella nota prot. n. 14627 del 7 febbraio 2020;

di scongiurare, con ogni possibile azione, la demolizione dei due corpi di fabbrica storici “A” e “B”, come definiti dalla stessa Soprintendenza ai BB.CC., evitando in tal modo l’aggravarsi dello sperpero di risorse pubbliche, già comunque in parte realizzatosi.

                                                                                               Il Comitato spontaneo

                                                                                             Salviamo la Minà Palumbo

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