DiVino 2013: un’edizione indicibilmente bella

DiVino 2013: un’edizione indicibilmente bella

A distanza di un mese dalla fine di un evento come DiVino Festival nascono spontanee dentro di te delle considerazioni.

Ci sono volte in cui lo scetticismo nella vita non aiuta, ci sono volte in cui ignorare questa parte di te, ti permette di fare esperienze o incontri che questa vita te la stravolgono. È troppo? Forse si. Allora diciamo che possono dare alla vita una nuova visione che non ti aspettavi.

Difficile pensare che tutto questo avvenga ad un evento del genere, si beve vino e basta, invece non è così. Cominiciamo dall’inizio… Ti trovi scettica quando l’anno prima, Dario ti invita a partecipare alla degustazione, ami il vino e quindi vai, serata bella e interessante.

Una cosa si capisce, Dario non è una persona che si accontenta di lasciare che a te piaccia il suo evento, vuole proprio che ti entri dentro. Vengo coinvolta con ruoli vari e indefiniti in questa avventura. Si comincia scrivendo il concept da presentare ai vari sponsor. In quel momento non sapevo nemmeno cosa fosse un concept di un evento, lui come al solito diceva di non preoccuparmi.

Cominci a occuparti di tutti i comunicati e varie attività di segreteria. Inizia DiVino, tanti ragazzi diventano improvvisamente carpentieri imbianchini, scaricatori di porto. Tu, che l’evento lo vuoi vivere tutto per intero, non disdegni di ricoprire qualsiasi mansione, del resto ce n’è bisogno. C’è Alessandro, lui fa di tutto, lui è presente, con un amore incondizionato improvviso e viscerale come quello che si nutre per la creatura più bella del mondo, anche per lui è la prima volta. Poi ci sono Mario, Giuseppe (Josè), Annamaria, Jhon, Vincenzo, Alessandro l’artigiano del legno, ed ancora Vanessa, Peppe Valeria, Paolo, Marta, Gianluca, Jerry, Jack, Marco e PeppeG, siamo tanti ma sembriamo non bastare. Infatti la stanchezza porta ad abbandonare per un po, ma a tornare, perchè DiVino si ama fino alla fine, ci si arrabbia, si urla, ci si chiude in se, ma si torna sempre.

Poi DiVino è il festival degli incontri, vecchi e nuovi, improvvisi e aspettati, desiderati e avuti, e qui ci vorrebbe un capitolo a parte, ci vorrebbe un libro come quello che Catena Fiorello ha presentato proprio in quei giorni.

Comincio da lei. Catena è una donna che non ti aspetti, una di quelle personalità di cui ti innamori subito, ti parla di lei e della sua famiglia come se fosse la cosa più naturale del mondo, si apre e vuole ricevere -da chi questo paese lo vive- tutto quello che c’è di più bello. C’è Sarina sua mamma, tipica donna siciliana, timida, riservata ma pronta a regalarti un po di se, con i racconti della sua vita e della sua famiglia eccezionale.

E poi mille altri incontri con la Sicilia più bella, quella dei produttori di vino che ti trasmettono amore, passione, fuoco e incredibile voglia di fare. Ti accorgi che chi produce vino, vive la vita con una prospettiva diversa, ha una marcia in più, tende a non nasconderti nulla, ti dona tutto senza segreti. Nino Colletti, uno di quei produttori che ti porta a pensare questo, sorride, parla del suo vino e a fine serata, tu e il suo “Don Luca” siete una cosa sola. Come lui tanti altri produttori siciliani, Carmelo Bonetta che parla con passione del suo Baglio del Cristo di Campobello, le sue descrizioni ti fanno sentire come se quella terra la calpesti, la senti, la vivi. Michele Bonfanti che il vino te lo dona nella sua Enoteca, a San Cataldo. C’è poi chi il vino te lo spiega come Antonio Di Cristina , uomo che non puoi non ascoltare, che ti insegna quello che di più bello c’è da sapere sul vino, gli vuoi bene, è naturale. E allora li ti viene da pensare che la Sicilia è sempre quella che descriveva Goethe nel suo “Viaggio in Italia «una terra indicibilmente bella”», dove «La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possede…rà per tutta la vita». Lo senti ancora che è così e lo sente anche Marzia che è venuta per la prima volta in Sicilia assieme al suo compagno Daniele Lucca, uomo sinergico ed eccezionale. Dai mille sorrisi di Marzia si capisce che Goethe forse pensava a lei quando scrisse queste frasi. E il grande scrittore tedesco avrà pensato anche a Luca Martini campione del mondo dei sommelier, che si innamora di una terra la cui bellezza e cortesia gli spezza il fiato. Al DiVino Festival tutto va oltre la semplice bevuta, c’è sinergia tra esseri umani, c’è la Sicilia che piace, la Sicilia migliore che si dona al mondo che si ubriaca di positività. Al Divino festival ci si innamora ed è ciò che più conta.
Marianna Mercanti

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