Domenico Pollara artista di strada Italiano

articolo tratto da www.terredimontechiarugolo.it

Erano gli anni 80 camminavo nel centro di Parma e nella piazzetta a lato della chiesa della Steccata, vi era sul marciapiede un disegnatore a gessetti che stava realizzando un quadro di Toulouse Lautrec, penso alla scena di persone in un bar francese donne e uomini che parlano.

L’opera mi era piaciuta e mi ero messo a parlare con Domenico, mi era sembrata subito una persona colta, molto preparata nella sua materia, tanto che l’ho invitato a restare a casa mia per alcuni giorni il tempo necessario per completare la sua opera per poi ripartire, si è parlato dei suoi studii, alcuni praticati a Torino e dei suoi viaggi in tutta Europa, nei paesi che più apprezzavano le sue opere, e che riuscivano nel suo mantenimento, ma soprattutto nel cuore vi era il suo paese Castelbuono in provincia di Palermo. Girare il mondo parlare con la gente e vivere per la strada era ed è per lui essenziale, dipingere e raggiungere il cuore della gente con la pittura è sempre stata una emozione, quelli che si fermano rimangono incantati dal disegno, ma anche quelli che passano lontano e lo vedono in un’altra prospettiva rimangono ugualmente incuriositi lanciando occhiate quasi disinteressate ma col sorriso come dire: bel lavoro grazie. Conosciuto in tutta Italia specialmente nelle piazze delle feste dove si riuniscono madonnari di tutto il mondo Domenico Pollara per noi Pino oltre ad essere un artista è anche un filosofo di vita semplice e coerente con le sue idee, penso che i comuni dove queste persone si fermano debbano agevolare la loro arte con il consenso a praticarla gratuitamente senza pagare il suolo pubblico, ma anzi chiedendo a loro cosa si possa fare per migliorare l’arte della propria città, perché loro sono a diretto contatto con le persone e conoscono esattamente la situazione artistica di ogni posto. E così che un giorno tornò al suo paese Castelbuono, per cambiare e migliorare la situazione artistica del paese delle sue origini.

Oggi nel 2017 ci ritroviamo sulla via Cavour di Parma, quasi 40 anni sono passati, per noi solo un giorno, con la sua immagine sul marciapiede “Il sacrificio di Isacco” del Caravaggio un marciapiede inclinato scelto apposta per l’inclinazione e la luce per migliorare l’immagine nelle ore serali. Ci siamo raccontati in pochi minuti tutta una vita, la famiglia, i figli, la Sicilia, ed il viaggio che dopo anni interrotto per accudire i genitori anziani ora riprende le prossime tappe sui litorali Francesi poi Olanda e Germania, forse un viaggio a Los Angeles dove lavora il figlio. Poi il ritorno a casa dove un piccolo pezzo di terra con l’orto e piante da frutta lasciate dai genitori sono lì ad attendere immobili, con il sapore di casa, le vecchie tradizioni e i vecchi ricordi. Sicuramente un uomo con profonde radici, ma anche un uomo del mondo, buon viaggio.

L’arte per coprire, almeno per un attimo, ogni bruttura. Desiderio di arte e bellezza. Nell’estrema semplicità dell’idea, tanto ovvia quanto geniale e ambiziosa, vi è la sintesi di una missione comune, tra la vita di un artista e il ruolo di un territorio. “Il disegno” ossia il terreno di gestazione dei primi pensieri di ogni artista, di ogni pittore, scultore o architetto, inventore musicista o scrittore.

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