Elezioni globali e frequent flyer

A circa 2 mesi dalla data delle elezioni comunali, speravamo di poter valutare i programmi amministrativi dei candidati sindaci. “Se non ora, quando?” oltre che titolo di un romanzo di Primo Levi, è la domanda spontanea; purtroppo la risposta, altrettanto spontanea ma più disarmante, è che non lo sappiamo.

Aspettiamo fiduciosi. I Tavoli tematici di Lia Romè e Andiamo oltre sono aperti, più o meno, dal 19 marzo. Il 24 marzo hanno visto la luce le Officine del presente dei Democratici per Castelbuono di Mario Cicero, il movimentoSvolta popolare x Castelbuono di Vincenzo Allegra ha dichiarato di aver cominciato ad incontrare i cittadini, per costruire il programma amministrativo, dal 12 marzo scorso. Tummy ha aperto le danze l’8 aprile, in ritardo per le difficoltà di composizione della formazione titolare costituente il movimento, e infine il Movimento cinque stelle …

… Ecco forse è il caso di spendere qualche parola sul Movimento cinque stelle. Non usiamo consapevolmente il nome ufficiale MoVimento 5 Stelle, preferendo riportarne una un po’ meno formale: come loro stessi hanno affermato, non si sa ancora se il simbolo verrà “concesso”. Hanno pubblicato un post, sui blog locali, in cui dicono più o meno (nda: quanto riportato di seguito è evidentemente parafrasato anche se esprime in pieno il senso della comunicazione letta sui blog) che:

Castelbuonesi

SE

–        sarà graziosamente concesso dai proprietari il simbolo del movimento cinque stelle

–        i capi daranno il loro placet al “potenziale candidato sindaco” e di conseguenza non invieranno alcun veto né prima né dopo

–        la lista sarà confermata (quindi la lista con 12 candidati c’é? Si tratta, in questo caso, di nomi effettivi o ancora potenziali?)

CONSIDERATO A QUESTO PUNTO

il parere favorevole degli altissimi comandanti in capo,

SI DECRETERA’

la trasformazione del “potenziale candidato sindaco” Maria Teresa Vacca in “candidato sindaco”.

Quindi rassegniamoci in religiosa attesa di nuove comunicazioni. Ragionando seriamente però, fa un po’ specie il dubbio che il simbolo possa non essere “concesso”. In fin dei conti ci risulta che a Castelbuono ci sia un meetup (speriamo che questo si possa affermare), c’è tanto di “Porta Voce” (citiamo testualmente il ruolo che ci pare aver letto sovente). Forse è stata la cautela, memori della recente sconfessione della Cassimatis a Genova, a far decidere l’opportunità di seguire la via gerarchica. In ogni caso ci tocca adeguarci alla stessa dizione dubitativa riportata nel comunicato, parlando solo di “potenziale candidato sindaco” Maria Teresa Vacca. Dove potenziale precisa che è candidato sindaco solo in potenza. Ma dato che la potenza senza controllo, come dice la pubblicità, è nulla, diventa urgente che il “Porta Voce”, o il “potenziale candidato sindaco”, ottengano quanto necessario e ci rassicurino, al più presto, in merito alla loro partecipazione effettiva. Dissolveranno così le angosce e lo sconforto che il dubbio ha generato in tutti i castelbuonesi. Peraltro, vista la concomitanza con la settimana santa, si potrebbero anche organizzare gruppi di preghiera che, durante le quarantore, possano chiedere altissime intercessioni presso i capi. Oppure, più profanamente, si potrebbero chiedere lumi a Marika Cassimatis, a Genova, alla quale il tribunale ha appena dato ragione contro il diktat forzoso dei capi MoVimento 5 Stelle che l’avevano sconfessata ed estromessa.

Dobbiamo dire che il dubbio della concessione espresso nel post, ci ha fatto sorridere non poco: non sarebbe stato più serio e salutare per l’immagine, allora, sospendere il post fino all’ottenimento del “simbolo”, evitando una figura non edificante nel caso in cui (come nell’ambiente si vocifera da tempo) tale “simbolo” non venga concesso?

Diceva Oscar Wilde, uno a cui non mancavano sagacia ed arguzia: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”.

Fatta questa doverosa considerazione sul Movimento cinque stelle anche per par condicio, per evitare che si sentano da noi trascurati, il fatto è che i programmi amministrativi, come la chiacchiera, stanno a zero. Ciò premesso e constatando che i movimenti sono stati in tutt’altre faccende affaccendati (faccende probabilmente più redditizie dal punto di vista della costruzione del consenso elettorale ma riteniamo che, per i castelbuonesi invece, sarebbe stato più redditizio indirizzare le faccende alla formazione dei programmi amministrativi), la triste realtà è che, la nostra attenzione deve restare sugli avvenimenti agli atti, escludendo ovviamente il Movimento cinque stelle di cui abbiamo già appena detto.

Lia Romè e Andiamo oltre continuano l’attrazione ad integrare nuovi elementi: dopo Antonio Capuana altri arrivi con relativa dotazione di voti, piccola o grande, in nome del detto castelbuonese sui fegatini di mosca. Il movimento risulta sempre più un movimento globale, globalizzato da tante influenze diverse. Così l’immaginazione ci suggerisce un pot-pourri di tanti petali, di tante essenze, come immagine per Andiamo oltre; l’immagine è anche un omaggio all’unico candidato sindaco al femminile (effettivo e non potenziale) del panorama elettorale castelbuonese. Andando in concreto si è recentemente aggiunto ormai definitivamente (ma sempre fino a prova contraria, considerando le spiccate caratteristiche di volatilità), un altro frequent flyer castelbuonese: Fabio Capuana. Il termine frequent flyer, mutuato dai linguaggio dei voli in aereo, ci pare più appropriato rispetto a quello precedente, troppo locale, di “saltatori di fossi”; frequent flyer rispetta l’esigenza di usare termini appropriati al contesto globale.

Da pochissimo un altro frequent flyer, da tempo in pectore, ha aderito all’impeto di globalizzazione che ha pervaso Andiamo oltre: Carmelo Mazzola. Carmelo in realtà corre in trio: lui, Ferrauto e Brancato. Un trio che, in corsa, reca il pettorale, se non ricordiamo male, 76 o 77. Per lungo tempo il passaggio non si era perfezionato perché gli strateghi di Andiamo oltre tiravano al ribasso, sperando negli sconti di fine stagione che si prefiguravano molto marcati. Poi domenica 9 aprile, al vernissage della sede del movimento, ecco che tutto si fa chiaro: anche il trio ha guadagnato la tessera ambita di frequent flyer. Non solo, oltre al trio, anche Marcello D’Anna è diventato frequent flyer. Se così non fosse, non sapremmo trovare altre spiegazioni alla foto di gruppo che lo vede sorridente interprete, con il calice in mano, assieme allo stato maggiore di Andiamo oltre e al trio. Al prossimo volo, ci verrebbe da dire. Certo, ora che abbiamo focalizzato i nomi oggetto di globalizzazione, il termine pot-pourri usato poco sopra risulta, come dire, un po’ improprio: non sembra facile assimilare infatti tali nomi a petali di fiori di un pot-pourri.

Come accennato è stata aperta la sede del movimento, chiamata Agorà per esemplificarne lo scopo di punto di ascolto dei cittadini e delle esigenze di cui tenere conto. Tenerne conto dove? Immaginiamo nei Tavoli tematici e nel programma amministrativo, quando vedrà la luce. Un avviso a tutti coloro che si sono fiondati all’inaugurazione: per l’inaugurazione era previsto l’aperitivo, ed è un conto; dall’indomani però lì si va solo per parlare di cose serie, d’altra parte il nome Agorà non lascia scampo.

Mario Cicero e i Democratici per Castelbuono hanno avuto una attività intensa. Anche loro hanno tentato di globalizzarsi, con numerosi tentativi di innesto redditizi in termini di consenso elettorale, i cui risultati però non sono nemmeno paragonabili a quelli di Andiamo oltre. Viene quasi da dire meno male. Perché se gli innesti in Andiamo oltre, come omaggio a quel candidato sindaco donna, ci hanno suggerito l’immagine dei petali di pot-pourri, gli innesti nello schieramento di Mario Cicero, come omaggio a questo candidato sindaco, che non ha mai fatto mistero di amare oltremodo una particolare specie di mammiferi lavoratori, che paragone ci avrebbe potuto suggerire?

Bisogna però dare atto ai Democratici per Castelbuono che sono stati i primi, e unici finora, a presentare ufficialmente la giunta nell’eventualità che il candidato sia, dai cittadini di Castelbuono, eletto democraticamente (l’elezione per acclamazione non sembra prevista per il sindaco di un comune e non si può ottenere un’eccezione di prova per Castelbuono). Prosit comunque per l’anticipo della composizione della squadra rispetto agli altri. Dei nomi parleremo un’altra volta, magari quando sarà disponibile anche il programma amministrativo, in modo da correlare le cose da fare con chi è preposto alla realizzazione effettiva. Intanto però ci corre l’obbligo di evidenziare che la squadra è ricca di tantissimi anni di studio universitario. Infine, a voler cercare il pelo nell’uovo, non si può ignorare del tutto l’impressione che qualche nome sembri pensato, anche, per influenzare gli equilibri altrui.

E arriviamo a Tummy, che sembra ridiventato temibile. Reclamiamo di aver creduto fin dall’inizio, quando tutti lo trattavano come un reietto, che per quanto bistrattato Tummy restava credibile: era il sindaco uscente ed aveva le sue truppe, sebbene allora potessero sembrare striminzite agli osservatori superficiali. Dicevamo che sarebbe bastato che qualcuno dei contendenti fallisse l’obiettivo e allora …

Beh, allora è proprio ciò che è successo. Ora Tummy ha presentato il suo nuovo movimento. A dire il vero eravamo convinti che lo avesse già presentato l’anno scorso, come Area di Servizio. Si vede che i servizi non tirano molto, mentre quello che tira –e questo Tummy, e non solo lui, l’ha capito benissimo- è il comune: quindi Castelbuono in comune. E con il nuovo nome è riuscito a includere, come unico elemento di quella globalizzazione oggi così in voga, Uniti per Castelbuono di Stefano Polizzotto. Per cautela evitiamo il terreno minato riguardo al dire che Uniti per Castelbuono sia confluita in Castelbuono in Comune, o viceversa; oppure che l’intenzione sia di … squagliarsi insieme in un ulteriore movimento (vi preghiamo, questo per favore risparmiatecelo). Allora, per evitare di creare questioni, diciamo semplicemente che Tummy e Steffy (avvocato, speriamo che non ce ne voglia se, per analogia con Tummy, la chiamiamo con questo appellativo affettuoso) si sono uniti … non in matrimonio, per carità, ma in comune. Ecco: Tummy e Steffy in comune: è stato difficile ma non impossibile. Poi chi vivrà vedrà. E’ però evidente che anche Steffy debba entrare nel novero dei frequent flyer, perché ha sondato diverse possibilità (tutte, ci pare) prima di approdare da Tummy che, inizialmente, aveva decisamente rifiutato come sindaco.

Siamo certi che il nuovo movimento Castelbuono in comune (assieme al disinteresse mostrato dal sindaco nella gestione dell’Area artigianale) deve essere stato la chiave di volta per la globalizzazione di Steffy con Tummy. Per Steffy infatti il termine comune stava diventando un tabu, fin dalle scorse elezioni. Così una lettura possibile alla unione Tummy-Steffy può essere questa: Steffy spera di partecipare, in qualche modo, all’amministrazione diCastelbuono avendo in Tummy la speranza in comune. E non pensiate che siano state rose e fiori; si narra che Uniti per Castelbuono, dopo una stancante prima guerra di trincea con Andiamo oltre e alcune successive scaramucce infruttuose con Tummy in cui i guastatori di Steffy avevano reso l’interlocutore rigido come un blocco di cemento (e per Tummy che ha fama di essere “muoddri comi u sapuni”, ce ne vuole!), Steffy sia sceso a più miti consigli inviando a trattare le colombe. Queste, suonando a lungo una “campana” pasquale di pace, hanno infine siglato il sospirato accordo. E mo’? E mo’ si potrebbe passare dalle colombe agli … uccelli senza zucchero. Per questo movimento o per gli altri? Questo dipenderà dalla passione sincera che ognuna delle due anime di Castelbuono in comune metterà nella globalizzazione. Per concludere con questo schieramento vi descriviamo, anche in questo caso, l’immagine che ci suggerisce Tummy, soprattutto se lo pensiamo all’inizio, quando tutti lo evitavano ma, ciò nonostante, lui continuava imperterrito il suo fare. L’immagine, presa da “Davanti S. Guido”, di Giosuè Carducci, è la scena divertente con cui il poeta chiude la sua ode: ”Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo/rosso e turchino, non si scomodò:/tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo/e a brucar serio e lento seguitò”.

Ora dovremmo parlare di Vincenzo Allegra e di Svolta popolare x Castelbuono. Considerato però che il post è già corposo, confidiamo nella comprensione di questo candidato sindaco promettendogli, semmai lo vorrà, di riprendere il discorso più avanti, magari quando ci saranno i programmi amministrativi e tutto potrà essere più appropriatamente valutato.

Chissà che in quel momento non siano intervenute ulteriori globalizzazioni in grado di far prendere … due piccioni con una fava.

Maurizio Cangelosi

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