Formazione, addio ai corsi bluff: la Regione taglia 7000 diplomi

Formazione, addio ai corsi bluff: la Regione taglia 7000 diplomi

 

L’ORA X è scattata: la fucina della Formazione siciliana non sfornerà più massaggiatori shiatsu, barman acrobatici, yacht designer, esperti in “regole del vivere civile”. Per non parlare della miriade di estetiste e parrucchiere (oltre cinquecento) oppure dei quasi duemila esperti del web, guardaboschi e “addetti alla lavorazione del tombolo” che non potranno più formarsi a spese di mamma Regione.

 

La croce sulla macchina-mangiasoldi della Formazione è arrivata ieri con il via libera alla prima tappa del “Piano straordinario per il lavoro in Sicilia”, meglio noto come Piano giovani. Sì ai corsi per giovani dai 19 ai 35 anni compatibili con le richieste del mercato del lavoro. Fuori, invece, più di 700 corsi inutili sui quasi tremila finanziati dall’ex Avviso 20: la prima annualità scade il 7 giugno e non verranno più rifinanziati. Conti alla mano, il prossimo anno salteranno 800 mila ore di formazione, con un risparmio di 100 milioni di euro rispetto ai 280 dell’anno scorso.

 

Ieri l’assessore Nelli Scilabra e la dirigente generale del dipartimento, Anna Rosa Corsello, hanno firmato la circolare che attiva subito uno dei tre filoni del nuovo piano, quello sulla “Forgio”. Solo l’anteprima della rivoluzione annunciata per la prossima settimana, quando il governo regionale presenterà il piano integrale. Cinque i punti cardine: riedizione di una parte dei corsi dell’ex Avviso 20, pubblicazione dell’albo dei lavoratori, nuovo sistema di accreditamento degli enti esoprattutto un nuovo bando che sarà pubblicato a dicembre, con una totale revisione delle procedure amministrative per ottenere i finanziamenti.

 

In sostanza, possono sperare solo i corsi che rientrano fra le priorità del mercato siciliano rilevate dal Censis e dall’Istat. “È la prima volta – tiene a sottolineare l’assessore – che la Regione programma le attività formative partendo da questi dati e non dalle esigenze degli enti”. E i numeri le danno ragione. Basta scorrere l’elenco dei corsi tagliati: ci sono quelli per maestri shiatsu e i quasi cento stage per estetisti e parrucchieri. Tagliati anche i quasi duecento corsi per web designer ed esperti informatici e quelli in “problem solving” e “comunicazione e gestione dei conflitti”, e ancora quelli per lo “sviluppo di competenze comunicative e relazionali”.

 

Scorrendo l’elenco, si legge di lezioni sull'”arte di apprendere l’inclusione” o per “femme de chambre” (cameriera) e “housekeeper” (badanti). E poi percorsi che sembrano aprire la strada a nuovi precari nella pubblica amministrazione come quello in “esperti nella prevenzione di incendi boschivi” o “addetti alla raccolta rifiuti nei centri comunali” (una decina). E tra i più fantasiosi salta agli occhi il corso per “yacht designer”, scenografi, attori di prosa, registi, autori di fumettie music producer, ma anche quelli per “tecnico di abito da sposa tradizionale” o “addetto alla realizzazione di arredi sacri”.

 

Ieri è arrivata la prima risposta dell’assessorato all’assedio della piazza. Una risposta che incassa il plauso di Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd all’Ars (“È uno snodo importante nel lungo percorso che sta portando al rilancio della Formazione professionale in Sicilia, che può e deve essere strategico”) e di Antonio Malafarina, capogruppo del Megafono (“È il primo passo per un utilizzo intelligente dei fondi, senza clientelismi, e la strada che apre un dialogo costante con le imprese per dare risposte al mercato del lavoro”). Ma il giudizio più atteso resta quello dei sindacati, convocati per lunedì. Un incontro che aprirà l’estate calda della Formazione.

 

(palermo.repubblica.it)

 

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