Il futuro del Parco delle Madonie: lettera aperta di Adriana Scancarello

Castelbuono, 09.10.2017
Qualche giorno fa in Consiglio di Parco è stato proposto dagli uffici, e dunque affrontato dal consesso delle rappresentanze municipali, il punto all’ordine del giorno sulla razionalizzazione e dismissione/mantenimento delle società partecipate possedute dall’Ente Parco delle Madonie. Un adempimento di legge disposto dal TUSP che all’art. 24 ha imposto a tutte le Amministrazioni pubbliche una ricognizione straordinaria delle ‘partecipate’ da valere quale revisione delle partecipazioni societarie possedute. Il tutto entro il termine perentorio del 30 settembre 2017.
In sintesi, senza entrare in tecnicismi estenuanti, dietro una motivazione di natura strettamente ‘finanziaria’, in forza di una esposizione debitoria già insistente da qualche anno proprio nei confronti delle stesse partecipate attive (nella fattispecie sono: Sosvima, GAL Madonie, Consorzio universitario, Fondazione Borgese e Distretto turistico), si é votato all’unanimità – obtorto collo – a favore della dismissione lineare proposta dagli uffici. Quindi dallo scorso 30 settembre il Parco delle Madonie non è più socio in alcuna delle dette ‘partecipate’. Io ero presente ai lavori di Consiglio di Parco in rappresentanza del mio Ente, cioè per il comune di Gratteri, e insieme ad altri colleghi – non tutti in verità – ci siamo dovuti ‘turare il naso’ e votare il provvedimento proposto. Un atto dovuto, così si dice. Arrivo presto al dunque di questa mia lettera aperta essendomi interrogata su quanto accaduto e soprattutto su quanto accadrà.
Mi chiedo e chiedo ai Sindaci, a noi rappresentanti istituzionali di ogni ordine e grado, ai Dirigenti del Parco, alla Comunità madonita tutta: ci siamo resi conto di quanto grande sia stato il fallimento delle politiche comprensoriali da parte dell’Ente Parco? Ci rendiamo conto che il Parco tirandosi fuori da bracci operativi e di supporto – nel caso di Sosvima e del Gal, me lo si consenta, di grande qualità e valore – ha ufficialmente certificato il proprio fallimento nelle politiche di strategia e di sistema? E cosa resta dell’Ente Parco? Cosa farsene di un organismo sovracomunale che non ha più neppure le finanze per pagare il carburante per i propri mezzi?
Che non può supportare valenti organizzazioni e associazioni – spesso volontarie, promuovere eventi… ripulire e mettere in sicurezza sentieri, partecipare a tavoli di concertazione laddove si decidono e applicano le politiche di sviluppo? Che Parco vogliamo? Lo vogliamo?
E alle Istituzioni regionali che hanno abbandonato nell’oblio i territori e che hanno tagliato fuori da ogni programmazione il sostegno agli Enti Parco, chiedo: perché mantenere i Parchi in agonia relegandoli al rango di organizzazioni burocratiche e asfittiche? Si aspetta che muoiano di morte naturale? O quale morte hanno prospettato per gli stessi e per i territori interni da cui i gloriosi Parchi prendono forma, visto che neanche della loro sopravvivenza alcuno si preoccupa?
Come Amministratore pubblico sento il peso di una deriva insensata, sento la rabbia per le occasioni perdute, ormai tante. Sento il dovere della denuncia.
Quest’ultimo scioglimento dell’Ente da Sosvima soprattutto, ha un sapore amaro. Ed é così tanto amaro perché ha il retrogusto della sconfitta. Dietro un provvedimento presentato come atto dovuto alla situazione finanziaria (dissestata come le strade in cui circoliamo a fatica), si cela invece un complice fallimento dal quale nessuno può essere escluso.
Il Parco nasceva per unire il territorio, coalizzare le forze, fare massa critica dinanzi ai numerosi piccoli problemi delle singolarità, produrre visioni e attivare l’invocato cambiamento.
Che quello spirito ‘dei padri’ torni forte, che l’orgoglio madonita vinca sulle forze repulsive e distruttive. Che ogni Amministratore locale, spinto e stimolato dai cittadini che rappresenta, sappia spalancare gli occhi e guardare con fiducia alla speranza da rifondare. Che questa non tardi più ad arrivare.
La Cittadina madonita
Adriana Scancarello
Il parco assumerà finalmente il vero ruolo per cui è stato creato: solo uno stipendificio.
Diciamoci la verità, è inutile nasconderci dietro un dito.
L’unica cosa che è riuscito a fare veramente bene, in tutti questi anni, da quell’infausto 9 novembre 1989, è l’aver causato l’invasione dei suidi.
sono totalmente e completamente d’accordo.
e ritengo che anche società di diritto privato operanti con soldi pubblici dovrebbero cominiciare a ripensarsi. Di oggi finanziaria, e vai con altra imposta al 2 per mille su polizze vita. non sanno più dove raccattare i soldi, figli di una cultura tassaiola, ma in cachemire.
personalmente il parco non riesco a capire quali benefici abbia portato, se non per chi ci ha trovato un reddito, chiamato impropriamente lavoro, senza concorso peraltro nella gran parte dei casi…e poi magari mobilità verso un comune, viaggiare è scomodo
Ma scusa, dove è stata negli ultimi anni? Te ne accorgi ora del fallimento del parco? Mah…
Votando ferrarello.
E il non scritto dell’assessore scancarello.
E invece a cosa servono Sosvima e Gal?
A distribuire mance.
Ingegnere, senza troppi giri di parole: ma il suo prossimo incarico sarà al Parco?
Dipenderà dall’elezione di Ferrarello? Per questo si è messa carta e penna in mano?
Questa come la chiama lei, buona politica?
Politica come lavoro? Come la chiamiamo?
Ha avuto buoni maestri che le hanno insegnato il “mestiere” della politica.
Quando si dice che l’allievo supera il maestro…
La lettera riapre (giustamente) un dibattito mai concluso. Se i parchi sono da tempo operanti in Italia (a livello regionale e nazionale), in Europa, nella lontana Cina (fin dai tempi della dinastia Ming, ma oggi legati all’economia del turismo sostenibile), la risposta ai tanti legittimi quesiti della lettera è una sola: basta copiare le buone pratiche, in tutti i loro aspetti (tecnico-scientifico, gestionale, organizzativo, amministrativo, promozionale, ecc.),.
le buone pratiche richiedono buone teste. sarebbe facilissimo copiare gli svedesi o i norvegesi e staremmo in una socialdemocrazia che funziona. ma se come popolo siamo quello che siamo, non funzionarà mai…come non ha mai funzionato il parco, anzi Pacco delle Madonie, come lo dipingeva la satire de “le madonie” negli anni che furono..e, non me ne voglia, ma ci risparmi la filippica sull’entusiamo dei padri. anche allora il propellente erano i posti pubblici da crearsi. non nascondiamoci dietro al dito
Non credo di aver mai rivolto “filippiche sull’entusiasmo dei padri”. Ricordo piuttosto i miei articoli sulla stampa locale risalenti al lontano 1984 in cui mi riferisco alla nascita del Parco delle Madonie come “grande e unica opportunità di rilancio dell’economia locale”, auspicando una “gestione intelligente”. Facevo l’esempio del Parco dello Stelvio, del Parco d’Abruzzo e di tanti altri parchi nazionali e regionali, riportando negli anni successivi i risultati delle buone pratiche italiane (…italiane, non svedesi o finlandesi…) emerse nelle varie Conferenze nazionali sulle Aree Naturali Protette. Gli elementi storici per una gestione efficiente di un parco sono ormai tutti codificati: basta copiare! E credo che nel territorio delle Madonie non manchino “le teste”, cioè le competenze delle necessarie diverse discipline: basta selezionarle lontano dal giro degli amici degli amici.
DefinirsiCittadino (con la C maiuscola)è il modo per spogliarsi e non farsi riconoscere per quello che si è e che si è stato. Il modello ciceriano, quello del francescanesimo della politica, insegna.
Non si è SOLO cittadini se negli ultimi 15 anni si è stati assessore al comune di castelbuono, direttore del museo civico di castelbuono, responsabile del progetto musea di Sosvima, incarichi al Parco (leggasi curricula su gogle), assessore a gratteri, incarichi anas ecc ecc ecc.
C’è un proverbio castelbuonese:
di stabili i confini, delle persone nome e cognome.
Io si che sono un cittadino indignato con questi mestieranti della politica.
Ma la filippica dell’assessore Scancarello da quale pulpito viene? È incredibile quanti personaggi cerchino sempre di riciclarsi quando è da una vita che sono nelle istituzioni. Ed oggi sembrano calare da Marte. Come se al governo dei vari comuni o della regione non ci siano stati membri e amici del suo partito. É proprio vero ce la fanno addosso e dicono che è pioggia.
Leggendo questa lettera e soprattutto i relativi commenti, leggendo di acrobazie politico elettorali di voti tris-giunti e i relativi commenti, constatando l’assenza del partito a cui NOI facciamo legittimante riferimento (altri legittimamente fanno riferimento ad altri e/o propri partiti e/o movimenti) e di cui io mi sento militante non avendo mai avuto ruoli istituzionali e di governo della cosa pubblica propongo ad Adriana, cui non sono particolarmente simpatico ma a cui esprimo la mia solidarietà per la gogna mediatica, e a tutti quelli che ci voglio stare, giovani e meno giovani, di impegnarCi e costruire INSIEME un partito NUOVO.
Il NOSTRO Partito Democratico, il campo progressista della castelbuonesità.
Per rimetterci in connessione sentimentale con il nostro popolo, andare oltre il renzismo faccia più giovane e fresca ma non meno cinica del berlusconismo, eliminare l’autoreferenzialità della propria classe dirigente, imparare ad ascoltare senza emarginare e denigrare il dissenso, usare meno facebook e chat di whatsapp, essere inclusivi davvero e non solo nella parvenza, non essere un comitato che apre e chiude con le scadenze elettorali, parlare con tutti, usare il verbo del noi, non essere in campagna elettorale permanente, relazionarsi con la politica “oltre il ponte della sciumara” ed affrontare temi (istruzione – sanità – trasporti – valorizzazione beni naturali monumentali e culturali – legalità ed illegalità – rispetto e cura delle persone, dei bambini e di tutte le diverse abilità- credito ed opportunità – progettualità diffuse) essenziali per la persistenza della nostra e delle future generazione nel nostro paese e nel territorio madonita.
Tutto ciò che lei propone e di cui nonostante i suoi propositi, risulti già vecchio e superato da forze politiche che sono oltre le ideologie e raccolgono un consenso trasversale nelle piazze, tra la gente e tutti coloro delusi da un sistema che cerca auto-referenzialmente di proteggersi ma è destinato a scomparire. In sostanza le abitudini le vedo dure a morire per taluni legati al passato.
Non è che la lettera aperta dell’assessora in versione itinerante, ponga ed esponga chissà quali problemi sconosciuti: che il Parco delle Madonie, nell’interpretazione che – purtroppo – è stata data, sia solo una funesta imposizione di vincoli fine a se stessi (e semmai all’interesse di qualcuno che conosce le strade alternative del … sottobosco), lo si sa da tempo.
Se l’assessora sente il bisogno di esprimere il suo rammarico ora e non prima, sarà perché probabilmente sente che questo è il momento giusto (anche se è lecito chiedersi se giusto per la collettività o per lei stessa: a proposito, visto che se lo è consentita da sola assessora, potrebbe illuminarci sui motivi per i quali ritiene SOSVIMA e GAL enti meritori, risparmiandoci, se possibile, quelli declamatori e senza costrutto?)
E’ evidente che il Parco delle Madonie abbia uno scopo, uno scopo nobile e virtuoso, almeno in potenza. Così come è evidente che non sono i vincoli che esso pone a dover essere messi in discussione; semmai va posto in discussione il loro essere, fino ad oggi, fine a se stessi mentre dovrebbero essere finalizzati a percorsi di valorizzazione e crescita economica e sociale, reali concreti e calati nel territorio (magari senza scadere nella triste e trita metafora di “sistemi paese” e “sistemi parco”).
E’ evidente che se il Parco non ha le risorse e non agisce efficacemente, la colpa è dell’amministrazione regionale in primis (e di chi la gestisce che, se non erro, non è distinto e distante dall’assessora) e di altri enti del circondario (che l’assessora dimostra di non disdegnare affatto).
Allora mi chiedo: invece di piangere sulla situazione del Parco, giustificando con “obtorto collo” una decisione risibile e predisponendo (forse) le coscienze all’opportunità della chiusura del Parco stesso, perché non pubblica una lettera aperta pungolando chi può, amico o nemico che sia, per le azioni da fare al fine di risollevare il Parco dall’oblio e dalla mancanza di fondi? O sta serbando questa opportunità per un altro “momento giusto” (con la solita domanda: giusto per chi?).
Gent.mo Magic Momento, li ritiene “enti meritori” solo perché le hanno conferito incarichi 🙂 🙂 🙂
Finalmente, chiusura gal, sosvima, e consorzio madonita
Ogni giorno che passa si conferma il totale abbandono dei nostri giovani nel territorio delle madonie , territorio che nell’ultimo decennio ha perso oltre 10.000 persone che tramutandosi in paesi ne sono scomparsi 3, mi chiedo e vi chiedo a che cosa servono questi enti se i risultati sono questi?
Anzi qualcosa hanno fatto inserendo i Cinghiali e i Daini che sistematicamente hanno distrutto la flora e la fauna .
Quindi evitate di fare chiacchiere per accaparrarvi il potente di turno .
Ing. Scancarello, ma i pregressi debiti del Distretto Turistico//Consorzio Madonita, pari a circa 160.000 €, contratti dalla gestione del Suo Sindaco Cicero, chi li ripiana??
ob torto collo noi cittadini. questa l’amara riflessione.
saluti
I partiti avevano un ruolo straordinario.
Selezionavano le classi dirigenti per capacità e non per fedeltà.
Si occupavano dei problemi dei cittadini e non per cercare una occupazione ai adepti fedeli.
nel mondo dell’utopia succedeva così