Giovanni Martorana: “La condivisione di scelte come chiave di sviluppo di una comunità”

(Di Giovanni Martorana) – Dopo aver assistito al consiglio comunale di giorno 5/03/2021, con all’o.d.g. “Richiesta convocazione Consiglio Comunale avente in oggetto Manifesto per il Teatro Le Fontanelle, ho scelto di esporre il mio pensiero sulla questione, tramite questo scritto.

Inizio nel ringraziare il gruppo consiliare Castelbuono in Comune per aver proposto questa modalità straordinaria di consiglio comunale dando al possibilità a diversi concittadini di poter esprimere la propria visione sul teatro le fontanelle, in un consesso diverso dai social, quest’ultimo troppo e male utilizzato per affrontare un dibattito che ha come oggetto un opera di 3 milione di euro e che interessa l’intera comunità, dell’oggi e del domani. Vorrei inoltre ringraziare la consigliera Sapuppo che ha espresso il desiderio di ascoltare la comunità, dimostrando un’apertura, si spera reale, verso Castelbuono tutta.

Il mio intervento non è volto a sindacare sull’aspetto estetico dell’opera che si vuole realizzare, non è rivolto nemmeno a tutti gli aspetti tecnici che possano riguardare l’interno della struttura prevista nel progetto. Il mio intervento è invece indirizzato al metodo che una pubblica amministrazione dovrebbe adottare nel prendere una decisione. L’amministrazione, vista come ente che esercita poteri sovra-ordinati, ha perso il suo valore alla fine degli anni 90, l’amministrazione in questi termini lascia spazio al management, alla governance, un governo condiviso tra più soggetti e istituzioni, dove l’organo politico rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una grossa massa chiamata comunità, che si esplicita attraverso comitati, organizzazioni, partiti, sindacati, stakeholders .

L’amministrazione, quindi, dovrà esercitare i propri poteri con l’obiettivo di creare consensi attorno a determinate scelte, e non divisioni. Ed è qui che nasce la mia critica al modus operandi dell’amministrazione comunale, quest’ultima non ha dato ascolto, e continua a non ascoltare, un coro di gente che pretende delle modifiche al progetto. Una scelta quasi autoritaria quella dell’amministrazione, che rischia di non soddisfare i bisogni collettivi. I bisogni, sono le attese della comunità, che la politica dovrebbe soddisfare. I bisogni, se visti in linea più generale, rappresentano l’interesse pubblico, che altro non è che il bene comune, ossia interesse considerato- per tradizione, cultura- positivo per la società di riferimento. Più concretamente, quando pensiamo all’interesse pubblico da soddisfare tramite spesa pubblica, dobbiamo pensare alle decisioni sugli investimenti in determinate attività, come la costruzione di infrastrutture, infrastrutture che serviranno a rigenerare valore nel tempo. Un’ istituzione pubblica, cosi come lo è il comune di Castelbuono, non può e non deve permettersi di rendere un opera di 3 milioni di euro inefficace e di conseguenza inefficiente, creando un’opera ibrida, senza identità, come lo è un centro polifunzionale, le cui caratteristiche funzionali, appunto, potrebbero non essere pienamente in linea con le esigenze attuali, considerando inoltre i diversi spazi ibridi di cui il paese già dispone. Dare un’ identità a quel luogo, significa creare cultura, significa difendere la storia, significa aver chiaro come quel luogo può essere gestito.

Tutto questo comporta la creazione di un sistema virtuoso in termini di capitale umano e spendibilità del paese, sia verso l’interno si averso l’esterno. Solo così la struttura può sostenersi in esercizio. Contrariamente, se quel luogo non venisse accettato da un numero elevato di cittadini, si potrebbe incorrere nel rischio che l’istituzione pubblica non è riuscita a soddisfare i bisogni, ha fallito, non è riuscita a trovare un equilibrio tra attese diverse, ed è proprio quando questo avviene che si realizza la creazione di valore. Il teatro le fontanelle non rappresenta il fine, ma il mezzo per generare risorse, il paese ha bisogno che questo finanziamento non si perda, ma ha anche bisogno di una classe politica attenta, matura e preparata, che sappia ascoltare e sappia dare risposte concrete e condivise dal popolo. La Castelbuono reale, così definita ultimamente nei social, ha bisogno di un governo che la smetta di chiudersi a riccio dentro la propria limitata razionalità e al suo egocentrismo. “ la politica non può esaurirsi nella tecnica, essa è innanzitutto un moto ideale, umano e sociale..”. Chiudo affermando che un teatro può essere un centro polifunzionale, ma non viceversa.

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