Grande partecipazione alla 2° edizione della “passeggiata notturna nel bosco”

La sera del 18 agosto si è svolta la seconda passeggiata notturna nel bosco. La manifestazione ha suscitato grande interesse tanto che la partecipazione di più di 100 persone ha dimostrato la voglia che c’e’ in ognuno di noi di vivere momenti unici immersi nella natura.Ringraziamo tutti i partecipanti e tutti coloro che hanno dato un apporto artistico per la buona riuscita della serata.

In basso qualche foto e la riflessione in merito all’evento da parte della Professoressa Maria Angela Pupillo.
Grazie
Il Presidente F. Toscano

 

Fratelli d’Universo di Maria Angela Pupillo

A fermarsi un poco ed a pensarci bene, esistono nell’Universo una Maternità cosmica ed una Fratellanza di genere a cui mi fa pensare un credo complesso che si chiama Scienza.

Il sapere chimico prova da tempo che è composta di Materia la sovrabbondanza delle stelle, dei pianeti e dei satelliti, del resto dei corpi celesti. Ma anche i corpi di carne, quelli intrisi pure di emozioni che chiamiamo “umani”, sono “materialmente” composti!

In principio fu Materia, sì. Quindi “Mater” e dunque “Madre”, ciò da cui tutto viene. Un Big Bang fecondo quando forse non c’era il tempo, i vagiti energetici del neonato Universo, attrazioni fatali, per “legge di gravitazione universale”, perenne, questa, come il tempo che probabilmente l’uomo ha cominciato a contare perché qualcosa è accaduto e si è innescato il suo durare. Infinità misconosciuta dello spazio che per questo, forse, sgomenta.

Un fisico ha scritto che anche l’uomo è fatto di polvere si stelle, poiché tutto viene dai figli infinitesimali della Materia, gli Atomi, tutti protagonisti della meraviglia di quel “nulla si crea e nulla si distrugge ma, semplicemente, si trasforma”.

Se, però, la polvere degli astri è composta da particelle identiche a quella della Terra e di ogni parte del corpo con cui siamo nati in forma umana, ha senso – credo – la Fratellanza chimica dell’Universo: ciascuno ha in ogni stella una sorella metaforica e in ogni altro corpo celeste un fratello inconfutabile. Nessuno è dunque veramente solo nell’infinità dello spazio! Non per fede ma per scienza, in cielo e in terra, c’è qualcosa che rende noi umani uguali a tutto il resto, quel resto che, privilegiatamente, possiamo pensare, percepire, distinguere, comprendere. Siamo noi quei figli della Materia che hanno in sé la grandiosa consapevolezza di tutti gli altri, a cui non è dato capire di esistere, perché pietra e non uomo, o bottiglia, o pianeta, o che dir si voglia.

Cosa può diventare, allora, l’atto del condividere un’iniziativa scientifica che attiene al mondo naturale, quale l’osservazione del cielo, o un’escursione in montagna? Mi pare il modo più spontaneo di scoprire, insieme ad altri, la trascurata Fratellanza cosmica.

In tanti, il 18 agosto – e grazie alle associazioni locali degli astrofili e naturalistica intitolata allo scienziato castelbuonese Francesco Minà Palumbo – abbiamo scelto di aderire alla seconda passaggiata organizzata nel bosco madonita. Mi piace pensare all’ascesa lungo il sentiero montano scelto per noi, adulti e bambini, come ad una celebrazione collettiva delle Relazioni universali. Celebrare, sì, festeggiare come abbiamo fatto, con riti armonici fondati sulla parola è, in fondo, riconoscere la solenne contemporaneità di miliardi di esistenze, viventi e non viventi, liquide, solide, aeriformi. Le parole della festa, la notte del 18 agosto, si sono espresse in canzoni, poesia e racconto, coronandole con l’armonia matematica della musica.

Ma se – come è stato – dovesse accadere che il cielo si veli, eclissando le stelle da osservare con gli strumenti della Scienza, basterà rimandare l’emozione di individuarle singolarmente, sapendo che son rimaste comunque a puntellare la sfera celeste. Nessuna traversìa del pianeta degli umani potrà fermare la loro esistenza! Mi emoziona pensare che in loro risiede la fedeltà della luce, la quale esiste sempre, anche quando appare invisibile. Una luce che viene dal fuoco sacro del loro cuore chimico.

Nel tempo muoiono anche loro, ma morendo insegnano che Morire è solo Trasformarsi, diventare qualcos’altro. Consola pensarlo. Consola ricordarsene…

Grazie ragazzi!

Maria Angela

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