Il Centenario di una “miracolosa” donazione
“L’amore è paziente, è benigno l’ amore;
l’amore non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.”
San Paolo –Prima lettera ai Corinzi 13,1
Se dovessi descrivere il Centenario della Donazione del teschio, lo farei con queste parole: un fiume in piena, un’emozione enorme, una partecipazione infinita.
Se dovessi rivedere questo Centenario, rivedrei le donne che piangono, i bambini che sorridono, gli anziani commossi, gli uomini solenni.
Se dovessi comprendere quello che è accaduto dovrei, certamente, dire che, è stato un evento eccezionale, un evento nell’evento.
La partecipazione del popolo, di tutta la comunità è stata un evento eccezionale. Non era luglio, non faceva bel tempo, non c’erano bancarelle, cantanti, cabaret; non c’era la sera la piazza piena, non c’era la routine di una festa che si tramanda, da secoli, sempre lì sempre uguale.
Al contrario quello che c’è stato è un atto di fede, un amore profondo, nutrito da generazioni verso Sant’Anna. E’ un amore fatto di rispetto, di temporalità infinita, di continuità, è un amore fatto di appartenenza.
Sant’Anna voleva il suo popolo e il suo popolo c’era; c’era durante la meravigliosa fiaccolata, c’era nella chiesa madre gremita, come mai si era vista, c’era nei tanti appuntamenti creati per l’evento. C’era il venerdì, il giorno dedicato agli ammalati, in tantissimi sono arrivati per lei, e lei c’era, era lì a vegliare sul gesto sacro dell’unzione agli ammalati.
Il popolo ha dato una lezione importante a tutti, ha reso onore a chi lo merita, ha dato il senso della comunità, quell’amore incondizionato che non mente, che non chiede, non urla ma, che in silenzio rende omaggio, e amore senza limiti.
Il Centenario è stato pensato un martedì mattina dell’ agosto scorso, al Castello ed ha avuto la capacità di trascinare un popolo, il popolo, vero unico protagonista
Esso è stato l’evento che Castelbuono aspettava, ha fatto sì che, gli organizzatori potessero lavorare per tutti che, le istituzioni di Castelbuono si unissero nell’intento comune di creare un evento veramente storico.
I tanti volontari, i ragazzi delle scuole, i Dirigenti scolastici, i Confrati di tutte le congregazioni di Castelbuono, il magnifico Comitato di Sant’Anna, la Banda musicale “G.Verdi”, le preziose ragazze della Matrice Nuova e tanti altri.
Ripenso oggi a tutte le riunioni, a tutte le serate passate insieme, a tutti gli incontri, i discorsi, i lavori, le magnifiche intenzioni. E’ stata una macchina perfetta, una squadra meravigliosa, ogni cosa al suo posto, ogni categoria ha avuto il suo momento, ogni singola persona è stata protagonista.
Il Centenario è stato un atto d’amore, che, come dice San Paolo” non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità”.
Tutti dobbiamo essere orgogliosi della nostra splendida comunità che trova in Sant’Anna e nel
Castello il suo centro vitale, la sua storia, la sua appartenenza.
Un grazie va dunque dato a tutti, a coloro i quali hanno lavorato, al Sindaco Antonio Tumminello che ha creduto fin da subito nell’importanza e nella valenza sociale, di fede e storica del Centenario, a Don Santino Di Gangi che non si è risparmiato che, ci ha fatto sentire tutti a casa, tutti indispensabili.
E’ con orgoglio che dobbiamo pensare al Centenario e da esso ripartire per tracciare una nuova storia nella quale non ci sono contrapposizioni inutili, nella quale lo scontro è ammesso se costruttivo, nella quale l’amore che Sant’Anna ci ha donato, trovi conferma ogni giorno, nella speranza, nella fatica, nell’onestà, per giungere a un umanesimo mediterraneo, come ci ha insegnato Monsignor Mogavero. Castelbuono ora è pronta.
Lì, 5 Marzo 2013
F.to Il Direttore
D.ssa Francesca Cicero
complimenti dottoressa
Io invece lo descriverei così:
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
E’stata veramente una bella anzi bellissima iniziativa,non tutti conoscevano questa data e sono molto orgogliosa che non è passata inosservata.Complimenti a tutti gli organizzatori avete fatto cose grandi per una grande protagonista perchè Sant’Anna è la nonna di tutti e ha fatto cose meravigliose per noi era giusto fare cose meravigliose per lei.
S.Anna forse è sua nonna ma non la mia. Io ho un ricordo preciso di mia nonna e lei ha fatto cose meravigliose per me.
Ma la dott.ssa è direttore del museo o l’addetto stampa di se stessa. Costei è a servizio del museo, non il museo a servizio suo e del suo smisurato ego.
Questo è troppo!…perché ripensandoci e “sentendo il popolo” dico di più: ma certi messaggi, se li si intende istituzionali, non spetterebbero al Sindaco o all’Arciprete! Proprio sul tema di sant’Anna qualcuno farebbe meglio a tacere piuttosto che incalzare con messaggi urbi et orbi e poi firmarsi con tanto di incarico politico e di titolo! La mistica Cicero se lo sentiva davvero…con lo stile che evidentemente non le appartiene, avrebbe potuto fare una nota e basta. Senza chiosare, tradendosi, con cariche e medaglie. “Umile tra gli umili”. E’ immorale nei confronti della devozione genuina e conquistata a fatica, nel silenzio.
Istituzioni comunali e religiose vi chiedo con il cuore in mano di valutare nel profondo e di arginare “certe” derive megalomani. E di tornare ad un governo Etico.
Chi è Etico si firma, chi è etico, non deride le persone e il ruolo che hanno. Chi è etico, commenta nel merito e non sul merito. Complimenti Dottoressa.
A me pare che sia cambiata solo l’amministrazione comunale. Ognuno pensa, scrive ed agisce come ritiene opportuno.
A me questa direttrice non fa rimpiangere il passato, malgrado tutto.
Mi auguro che veramente Castelbuono “ora sia pronta”, come afferma la dott.ssa Cicero, a ritrovare la sua anima lacerata e violata, ad inorgoglirsi della sua Identità, della sua Storia, dei suoi Uomini migliori, a condividere la memoria di un passato cui tutti dobbiamo qualcosa e a progettare un futuro comune e condiviso.
Temo ,però, per ciò che vedo e sento,che questo sia solo un auspicio, una specie di sogno, di utopia: troppi i disastri e le fratture nel tessuto sociale, causati in parte dalla politica negli ultimi decenni, in parte dal dilagante individualismo cui il mondo contemporaneo si è assuefatto. E’ come se avessimo perso il senso dell’appartenenza e la comunità non è più compatta, ma sfilacciata , a pezzi. E il lavoro di ricucitura avrebbe bisogno di molte”buone volontà”, di passione, di tempo, di memoria riconoscente, di umiltà, di obiettività, di sforzi unitari, di cultura non faziosa.Le pare, gentile dott.ssa Cicero che tali qualità siano appannaggio dei politici presenti in campo o anche dei tanti protagonisti che animano il dibattito quotidiano intorno ai vari temi? Sarò pessimista, ma il traguardo da lei auspicato mi sembra lontano.