Il comune di Gangi è il comune più anziano della provincia. Al terzo posto Castelbuono
Il comune di Gangi è il comune più anziano della provincia di Palermo fra quelli che superano i cinquemila abitanti. La sua età media, infatti, è di 46,8 anni ed oltre ad essere il più anziano a livello provinciale lo è anche a livello regionale. Gangi, comune più vecchio tra quelli siciliani, in fatto di età media si colloca al 120° posto a livello nazionale. Al secondo posto, in questa speciale classifica della provincia di Palermo, si colloca il comune di Cefalù con un’età media di 45, 1 anni. Al terzo posto troviamo il comune di Castelbuono con un’età media di 44,9 anni. In quarta posizione si colloca Piana degli Albenesi (44,4) e poi a seguire Balestrate (43,2), Caccamo (43 anni) Marineo (43,1) Cerda(42), Campofelice di Roccella (42), Corleone(41,9). Il comune più giovane, sempre fra quelli che superano i cinquemila abitanti in provincia di Palermo, è Villabate con un’età media di 36,7 anni. A seguire, sempre in questa seconda speciale classifica, il comune di Carini con un’età media di 37,6 anni e quello di Isola delle femmine con un’età media di 38,4 anni.
All’inizio del XVI secolo, secondo i dati rilevati dal censimento di Carlo V, a Gangi c’era una popolazione di circa 3.200 abitanti e più di 900 abitazioni. Il cinquecento e il seicento sono periodi di grande evoluzione sul piano sociale e culturale. Nel settecento a Gangi sorgono numerose Accademie di letterati, tra le quali quella degli Industriosi. Viene costruito Palazzo Bongiorno; mentre i palazzi Sgadari e Mocciaro segneranno nell’Ottocento il tessuto urbano della cittadina quale espressione dell’ultima nobiltà terriera. Agli inizi dell’800 gli abitanti erano 9.500, più di adesso. Dopo l’Unità d’Italia c’è stato un lento decadere dell’aristocrazia e dei loro feudi.
(Fonte: palermo.cefalunews.net)
Gangi, come tutto il resto del Meridione, ha subito dall’unita’ d’Italia solo danni. Sotto i Borboni il Sud era all’avanguardia in gutti i campi. Non dimentichiamo che la prima ferrovia d’Italia e’ stata la Napoli-Portici. Le citta’ del sud erano delle perle visitate e ammirate dai regnanti di tutta Europa. Poi venne Garibaldi e l’unita’ d’Italia e trasformo’ il Sud in una fogna. E ancora abbiamo avuto il coraggio di festeggiare il 150* dell’unita’. Anno di lutto, non di festeggiamenti!
E ancora… Cosa abbiamo avuto dall’unita? Solo tasse per arrichire l’allora povero nord e due terribili guerre mondiali.
Questo dato ci deve far riflettere, concretamente si tratta di un dato allarmante. I nostri politici invece pensano al distretto turistico. Un salotto, o altro carrozzone burocratico dove si possono pianificare chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, infinitamente chiacchiere.
è inevitabile, l’età media avanza inesorabilmente perchè le condizioni economiche rendono difficile una natalità almeno in pareggio, perchè i giovani vanno via, anzi scappano via, e chi rimane sono solo i pensionati che non hanno motivi economici per lasciare, quando anch’essi non vanno a raggiungere i figli.
la previsione tra venticinque anni, diciamo 2040 sarebbe interessante.mi aspetto un dimezzamento, con paesi che saranno centri fantasma