Il punto sull’Eremo di Liccia. Il consorzio produttori madoniti fa ricorso al Tar, l’amministrazione si oppone – Errata Corrige

Tutto pronto per l'inaugurazione dell'Eremo di Liccia: un'evento per l'intero territorio madonita

 

Nella precedente edizione di questo articolo abbiamo fornito una erronea interpretazione della determina comunale. In particolare è stato erroneamente scritto che il ricorso al TAR del Consorzio Produttori Madoniti in data 11/09/2013 è stato accettato, in realtà non è così e tale data si riferisce alla notifica di ricorso al TAR pervenuta al Comune di Castelbuono. Ci scusiamo con i lettori e con le parti in causa. Sotto la versione rettificata dell’articolo.

 

I locali dell’Eremo di Liccia rimarranno inutilizzati per un bel pò, o almeno fino a quando non si consumerà la diatriba tra il sindaco, Antonio Tumminello, ed il suo predecessore, Mario Cicero, che in questa vicenda riveste la carica di rappresentante legale del Consorzio Produttori Madoniti. Una questione caratterizzata da corsi e ricorsi, che nasce da un’ordinanza  firmata dall’attuale sindaco, lo scorso 20 giugno, con la  quale  veniva ordinato il divieto di prosecuzione dell’ attività e la chiusura dell’esercizio svolto proprio dal Consorzio  per la vendita al dettaglio di prodotti alimentari proprio presso l’Eremo di Liccia, ritenendo tale attività non prevista nel progetto di recupero della struttura.  Un divieto che non fu ben accolto, tanto che Mario Cicero avviò le procedure di ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia contro il Comune di Castelbuono, ricorso notificato al Comune l’11 Settembre 2013. Le motivazioni del ricorso sono riconducibili, secondo quanto si rileva dagli atti,  ad “ un’erronea valutazione ed una motivazione illogica per contraddittorietà degli atti dello stesso procedimento riguardo l’utilizzo e  la destinazione d’uso dei locali facenti parte della struttura dell’Eremo di Liccia”. L’affidamento dei locali era avvenuto a seguito di procedura con evidenza pubblica, bandita dall’Ente parco delle Madonie, che a sua volta ha acquisito l’utilizzo dei locali tramite concessione trentennale, purchè i locali siano adibiti al sostegno, promozione e sviluppo delle attività produttive, nonché alla valorizzazione e fruizione del territorio. Tra le attività istituzionali previste era ricompresa anche quella di promozione dei prodotti delle produzioni tipiche biologiche madonite, rispetto alla quale il Consorzio  Produttori Madoniti aveva tutte le carte in regola per accedere e superare la selezione, e svolgere l’attività commerciale conformemente alle  norme vigenti. Condizioni che non convincono il Comune di Castelbuono,  e pertanto certo che le sue ragioni vanno difese.

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