Intervista all’allenatore dell’ASD Castelbuono Giuseppe Cammarata

(Mario Macaluso – Cefalunews).

E’ la nuova rivelazione del calcio cefaludese e non solo. Dopo averlo ammirato nelle sue doti di calciatore, infatti, dal 2012, Giuseppe Cammarata, si è fatto valere anche come allenatore. Grazie alle sue scelte, dopo un quarto di secolo, ha portato il Castelbuono alla storica promozione in prima categoria. Quale protagonista del 2012, nel dargli appuntamento al 3 febbraio nella Sala congressi dell’Hotel Riva del Sole, Cefalunews rivolge alcune domande per meglio conoscere il suo nuovo impegno e le sue nuove attività sportive.

«Sogno, un giorno, di creare una scuola-calcio che consenta ai bambini di formarsi sia a livello calcistico che dal punto di vista dell’istruzione». Lo afferma Giuseppe Cammarata che ha risposto alle domande di Cefalunews.

 

Che cosa ha rappresentato per te avere riportato dopo un quarto di secolo la squadra del catelbuono in prima categoria?

 

Personalmente è stata una grossa soddisfazione soprattutto per il fatto di essere riuscito a regalare questa gioia a chi aveva creduto in me scegliendomi ad inizio stagione per ricoprire il difficile ruolo di allenatore-giocatore. Ho avuto il piacere di allenare un gruppo di ragazzi fantastici sia a livello tecnico che a livello umano. Questi sono i ricordi che conservo ancora oggi, insieme allo splendido rapporto che si è creato con tutti i tifosi, culminato nella grande festa per la promozione.

 

Perchè a Cefalù non è mai esploso nessuno quale calciatore famoso pur essendoci stati negli anni tantissimi giovani talenti?

 

Ricordo che, quando militavo nel settore giovanile della Cephaledium, si era creato un gruppo di giovani dalle grandi prospettive. Testimonianza erano i risultati a livello di campionati giovanili che abbiamo conseguito. Purtroppo, però, le difficoltà a livello strutturale ed organizzativo del calcio siciliano rappresentano, ancora oggi, un grosso ostacolo per chi potrebbe fare importanti salti di categoria.

 

Che messaggio lanci ai tanti ragazzi di Cefalù che si fanno spazio per diventare dei bravi calciatori?

 

Le cose che ritengo importanti sono l’impegno, la dedizione negli allenamenti e la volontà di migliorarsi sempre, sia calcisticamente che dal lato umano. Lo sport è fondamentale per la crescita e per i valori che porta, ma ancora più importante è non tralasciare gli studi. Sogno, un giorno, di creare una scuola-calcio che consenta ai bambini di formarsi sia a livello calcistico che dal punto di vista dell’istruzione.

 

Secondo te è più facile fare l’allenatore di calcio a Cefalù o altrove e perchè?

 

Questo, per me, è il secondo anno in cui ricopro il doppio ruolo di allenatore-giocatore. Sto vivendo un’esperienza importante con l’A.S.D. Castelbuono e sono soddisfatto dei risultati che stiamo ottenendo. Conto, prima o poi, di avere l’occasione di allenare una squadra cefaludese. Ovviamente la pressione, in quel caso, crescerebbe ma ritengo anche che le esperienze che sto maturando mi consentiranno, in futuro, di affrontare al meglio nuove ed impegnative sfide.

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