Isnello. Dalle scarpette rosse alle babbucce rosse: Indietro tutta!

(Di Gianpiero Caldarella) – Sono passati più di tre giorni dal 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, eppure le “scarpette rosse” fatte indossare dall’amministrazione comunale di Isnello alla “Madre Madonita”, magnifica scultura in bronzo di Pietro Giambelluca, sono ancora lì.
In altre circostanze si potrebbe dire che è un buon segno, che le lotte per un mondo migliore non si esauriscono nelle commemorazioni.
Poi ti capita di passare vicino alla statua della Madre Madonita, uno dei rarissimi casi nel mondo di scultura equestre con soggetto femminile e capisci che qualcosa non va. Le maestose montagne delle Madonie sono sempre lì, ma da lontano si percepisce che la luce è diversa dal solito, sui faretti sono stati infatti montati dei fogli di gelatina rossa che rendono la luce calda, creando un’atmosfera quasi da night club.
Fai qualche altro passo, ti avvicini e vedi che ai piedi della Madre Madonita sono state fatte calzare delle “babbucce”, delle scarpe da notte di colore rosso, quasi certamente fatte a maglia da qualche volenterosa, generosa e capace donna del posto.
Le babbucce hanno sostituito le scarpette rosse come se nulla fosse.
Eppure la sensazione è ancora che qualcosa non va per più motivi.
Il primo -e meno importante- è estetico; a dirla tutta non è un bel vedere. Anche un’installazione dovrebbe essere ragionata e non improvvisata. Certo, adesso che le temperature si sono abbassate la Madre Madonita sentirà meno freddo con queste babbucce, ma con le piogge si sono inzuppate, facendo letteralmente colare i piedi della povera statua.
La seconda ragione e forse la più importante è di natura simbolica. Le scarpette rosse come simbolo della violenza contro le donne sono il frutto di un’installazione dell’artista Elina Chauvet a Juàrez, città del nord del Messico, nel 2009. Da quel momento quel simbolo è stato adottato in tantissimi paesi del mondo.
E qui abbiamo a che fare con i simboli perché le scarpette rosse sono il simbolo dell’indipendenza e dell’emancipazione femminile, della libertà delle donne di vestirsi nel modo che si preferisce, anche seducente, senza per questo essere tacciate di provocare i peggiori istinti degli uomini. Anche le babbucce fatte a mano, per quanto utili e gradevoli nelle situazioni domestiche, rimandano ad un universo simbolico che è l’esatto opposto dell’emancipazione femminile. Rimandano ai tempi in cui alla donna, “angelo del focolare”, era precluso avere la stessa libertà di movimento degli uomini perché, come recitava un vecchio detto, dovevano “stare a casa a fare la calza”.
Certo, queste considerazioni di natura semiotica non saranno passate nella testa degli ideatori di questa “installazione”, ma in modo quasi istintivo sono state percepite da coloro che la osservano e che il più delle volte non si fermano a riflettere. Semplicemente ridono.
Il terzo e ultimo motivo attiene alla natura dell’opera, cioè della scultura del maestro Pietro Giambelluca, che in questo modo è stata violata nella sua natura. Non si dovrebbe agire sull’arte in questo modo, piegandola alle “grandi pensate” dell’amministratore di turno.
La Madre Madonita è lì dal 1987, e non ha mai dovuto sopportare questo tipo di “travestimento”, come fosse il “Mannekin Piss”, la statua del bambino che fa la pipì che è anche il simbolo di Bruxelles, ma quella è un’opera nata irriverente e da più di tre secoli la città la traveste in centinaia di modi.
Tutt’altra storia è quella della Madre Madonita collocata sul viale Impellitteri nel 1987, anno in cui vedeva la luce anche la famosa trasmissione “Indietro tutta” di Renzo Arbore.
E qui con questa installazione potremmo entrare di diritto nei canoni di quella trasmissione, colorata, irriverente e a tratti trash.
La troppa convinzione, unita alla mancanza di riflessione, a volte gioca brutti scherzi, ma la strada è ancora lunga.
Quindi, indietro tutta.
Una volta i “nimici da cuntintizza” erano solo a Castelbuono ed erano dodici.
A Isnello sono di meno ma hanno evidenti agganci con gli “enemy of happiness”
Visto che sei così brava a fare i conti, mi sai dire quanti sono i babbi priati?
Wow! Certo è che ci sono voluti tre giorni per elaborare un’attenta valutazione dopo questa manifestazione da parte di questa “attentissima” opposizione.
Certo è che tali affermazioni, non solo provengono da chi non collabora, ma offendono l’impegno mandato avanti dai volontari che nulla vogliono in cambio se non un minimo di rispetto.
Oppositori, continuate cosi che fra 5 anni neanche in consiglio siederete.
Car* forestier*, tre giorni le sembrano troppi? Guarda che non è mica un balletto su Tic Tok, e poi se pensa che dopo più di tre giorni le babbucce sono ancora là, non mi sembra che il tempismo sia la qualità di questa “babbucciosa” maggioranza.
Infine, dal momento che mi sembra che conosca bene le dinamiche di Isnello, parlare di non collaborazione fa un po’ ridere quando: 1) i consigli comunali si fanno ogni cambio stagione; 2)non si sono mai fatte le conferenze dei capogruppo anche solo per decidere l’ordine del giorno dei consigli; 3)non sono mai state convocate le commissioni consiliari; 4) le comunicazioni riguardo alle iniziative su cui dovremmo essere informati (vedi consiglio comunale aperto di Castelbuono ecc) spesso non arrivano a destinazione; 4) la campagna elettorale è stata piena di insulti; 5) non si intende chiaramente la differenza tra collaborazione e subordinazione; 6) parlare di trasparenza è come parlare di nebbia in Val Padana, tanto che dopo diversi mesi che abbiamo richiesto la diretta streaming dei consigli comunali, ancora bisogna sviscerare le leggi sulla privacy; 7) la partecipazione è sempre intesa a cose fatte e mai nel momento della progettazione.
Fossi in lei non mi preoccuperei di chi siederà in Consiglio fra 5 anni. Il tempo è galantuomo ma volte corre più veloce di quanto si possa immaginare. Avanti così o meglio “Indietro tutta”. Cari saluti
Dal risultato di queste risposte si capisce che troviate più tempo per scrivere che per fare raccogliendo quella 20ina di like che ottenete mandando sull’attenti i vostri . Buon per voi se vi fa sentire delle persone migliori. Continuate cosi!
inizi con l’imparare a scrivere il suo nome prima di dare consigli sul fare cosa. Non ho mai messo nessuno sull’attenti, le truppe cammellate le cerchi da un’altra parte e se mi posso permettere un consiglio, si rilassi, a giudicare dalle sue parole e da come descrive certi fatti mi sembra ossessionat* dall’idea di fare carriera politica. Non sta a lei dare patenti sulla qualità delle persone, se lo ricordi bene mentre continua a rodere.
Riporti i consigli su stesso, poi potrà pensare agli altri, poiché noto un certo risentimento che con la politica non ha nulla a che fare.
Inoltre, dalle regole di questo posto si può scegliere di scrivere o meno il proprio nome, sta agli altri poi se scegliere di rispondere o lasciar scorrere. Ora la lascio ai suoi impegni isti… ah no, pardon virtuali.
La politica per come la intende lei è qualcosa che mi disgusta, un mix di arrivismo, leccaculismo e arroganza e sono contento di non avere niente a che fare con questa poltiglia informe.
Inoltre, da come giustifica la sua vigliaccheria, per lei normale “date le regole di questo posto”, ritengo che non avrebbe nessun problema a commettere abusi di qualunque tipo se “le regole del posto” lo consentissero. La sua coscienza e il suo onore, intanto, saranno stati smarriti lungo la strada. Non è neanche capace di metterci la faccia e ha il coraggio di parlare di politica. Mi viene da ridere. Sono io a lasciarla ai suoi impegni istituzionali e mi raccomando i selfie, l’unica cosa che forse rimarrà del suo “brillante” e vanitoso cammino. Ho già speso troppe parole per una persona come lei, così la pianto in ass.
Invece a lei, alla prossima tornata elettorale la porteremo come sindaco di Isnello, il seguito c’è, il risultato è assicurato!
Sull’attenti forse è abituato a stare lei. La libertà è l’unica cosa di cui andiamo fieri e nessuno spero potrà mai toglierla, a noi come a chiunque voglia fare critiche. Non siamo servi di nessuno! Che sia chiaro, poi se vuole il confronto basta che tolga l’anonimato e poi ne possiamo discutere, anche di presenza!
La verità è che le vostre illazioni del tutto errate vi stanno portando fuori strada, affermando dei presunti colpevoli. Vi sta sfuggendo l’unica cosa vera “forestier*”. Siete voi talmente ossessionati che non capite quanto Isnello sia un paese ammirato dall’esterno. Ripeto, continuate cosi: a scrivere online, a non fare nulla e offendere l’onestà e l’intelligenza altrui. Adesso, vi lascio ai vostri commenti, likes e messaggini. Alla prossima, con una ricetta del pandoro davvero deliziosa. Almeno mi metto alla pari dei vostri contenuti.
Ma colpevoli di che? Per quanto riguarda Isnello sono consapevole di quello che vale , e di quello che ci può dare. Infatti non ha bisogno di ulteriori migliorie, se migliorie si possono chiamare. Basterebbe tenerlo pulito e sistemato ed è già tanto. Per quanto riguarda il non far nulla non so a cosa ti riferisci, forse fare qualcosa significa indossare un grembiule e servire tutti coloro che vengono a visitare il paese? Poi di questi tempi sarebbe meglio , al posto del pandoro fare i “cosi chini” visto i tempi mi sembrano più appropriati!