La centrale idroelettrica di Petralia Sottana. Nel cuore del Parco delle Madonie un raro esempio di archeologia industriale

Pubblichiamo di seguito l’interessante articolo tratto dal portale www.archeologiaindustriale.org inerente la centrale idroelettrica di Petralia Sottana, fondata nel 1908 è situata  in contrada Cataratti, costituisce un esempio di archeologia industriale ed è tuttora visitabile e funzionante. Testo e foto a cura di Giuseppe Biundo

[di Giuseppe Biundo]. L’impianto prende il nome dall’omonima sorgente e rappresenta una fase importante della storia della comunità montana Petralese, raccontando un viaggio affascinante dentro le tecniche produttive e l’ambiente naturale modificato dall’uomo secondo finalità produttive.

Posta in testa allo schema idroelettrico di Petralia Sottana comprendente quattro impianti posti a cascata lungo le rive dell’Imera Meridionale, presenta una grandiosa sala macchine luogo di “lavorazione” e di modifica dell’originaria goccia d’acqua. Pur trattandosi di una installazione di modeste dimensioni, se paragonato agli impianti attuali che forniscono energia alla nazione, presentava tutte le caratteristiche di un moderno complesso idroelettrico. L’impianto conserva intatti tutti gli elementi costitutivi tipici di uno stabilimento per la produzione elettrica da fonte idraulica: le opere di presa e di accumulo delle acque poste ad una quota di 1150 m s.l.m., le condotte forzate che coprono il salto idraulico di ben 160 metri fino all’officina elettrica il cui cuore è la sala macchine.

Il grande salone custodisce pezzi originali di forte impatto visivo. Ben tre gruppi turbo-alternatore, quadri elettrici e tanti altri pezzi unici, tra i pochi ancora funzionanti in Italia, prodotti artigianali di una industria, quella dei motori idraulici, in pieno sviluppo agli inizi del ‘900, fase pioneristica dell’ idroelettrico. Le turbine delle Officine Calzoni e Riva, gli alternatori Siemens e Brown-Boveri e i trasformatori, per quei tempi erano macchinari e attrezzature particolari, l’energia elettrica era qualcosa di misterioso per le popolazioni locali tanto che mancavano, in un primo momento, le maestranze e i tecnici.

L’energia elettrica era trasportata a 2000 Volt alla vicina Petralia Sottana. Entrata in esercizio nel 1908 cessò definitivamente la produzione nel dicembre del 1972 a seguito di un evento alluvionale, divenendo di fatto un bene culturale invisibile poichè testimonianza storica, culturale, sociale, tecnico scientifica e di costume che non ha goduto di adeguata visibilità e fruizione.

Oggi la Centrale è un ottimo esempio di archeologia industriale unico nelle Madonie capace di un valore storico-architettonico-ambientale con funzione culturale, didattica ed educativa. Attualmente l’impianto è oggetto di una nuova valorizzazione divenendo elemento attrattivo per il turismo locale nonché per il mondo scientifico.

Un piccolo gioiello dalla valenza educativa interculturale apprezzata dal mondo accademico con riferimenti anche in prestigiosi congressi internazionali sulle energie rinnovabili come il IV Congresso Internazionale sulle Energie Rinnovabili IREC 2012 di Sousse in Tunisia.