La manna:  come è discesa dal cielo, così è germogliata dalla terra. Riflessione sinottica di P. Paolo Fiasconaro

Avvicinandosi la Pasqua del Signore che ci vuole tutti in cammino verso la terra promessa e ci libera da ogni schiavitù per risorgere con Lui, ho voluto dare il titolo a questa mia riflessione parafrasando alcune parole del “Padre nostro”… come in cielo così in terra e poi dacci oggi il nostro pane quotidiano. Questa nobile preghiera donataci da Gesù tocca i temi più esistenziali della creazione: il cielo, la terra e il pane e costituiscono l’incipit del discorso che vogliamo sviluppare.

Certamente affrontare la simbologia di questi tre elementi che hanno dello straordinario nell’immaginario collettivo, è un dovere di riconoscenza verso quel Dio che ha elargito all’uomo doni abbondanti di grazia e di beni gratuiti. Questi doni, accettati con gratitudine, diventano segni tangibili di continua vicinanza dell’uomo con il Creatore, il quale ha avuto sempre un rapporto privilegiato con il creato e le creature che lo abitano.

Uno di questi doni lo troviamo nel libro della Bibbia, proprio in un momento difficile del popolo eletto, quando si è trovato in difficoltà, dovendo peregrinare per 40 anni nel deserto e così raggiungere la terra promessa. La sofferenza del popolo di Israele ha commosso Dio, che ha benedetto il loro cammino nel deserto e sfamandoli con la manna piovuta dal cielo, come dono di Dio verso il suo popolo.

…LA MANNA DISCESA DAL CIELO

Nella Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, la manna è quel dono inatteso di Dio al popolo, che lo rivela fedele alla sua parola, accompagnandolo con l’amore di Padre. La manna era il cibo soprannaturale che Dio diede agli israeliti durante il loro cammino nel deserto. Il termine in ebraico, più che un nome è una domanda piena di stupore, e significa: “Che cosa è questo?”. Dio, infatti, aveva fatto scendere sul terreno un cibo fino a quel momento sconosciuto.

Nella Bibbia la manna è conosciuta anche come “pane del cielo” e “cibo dell’angelo”. Nel libro dell’Esodo (16,14 e 16,31): “quando la rugiada elaborò una sostanza traballante fine come il gelo ricoprì il terreno… il cibo era bianco come seme di coriandolo e sapeva di wafer al miele, era anche di colore giallo pallido come la resina di gomma”.

Gli israeliti la mangiarono per tutta la durata del cammino. Inoltre, Mosè comandò al fratello Aronne di raccoglierne una misura per collocarla nell’Arca dell’alleanza.

La manna in senso traslato viene paragonata alla Parola di Dio che fortifica la crescita dell’uomo ed ha un significato teologico e spirituale e come dice il libro della Sapienza è il cibo degli angeli che sfama il popolo procurando ogni delizia e soddisfando ogni gusto.

Anche San Paolo interpreta la manna come cibo spirituale, come dono Eucaristico di Cristo, cibo che nutre per la vita eterna, pane dei forti, pane degli angeli.

Gesù insegna ai suoi discepoli la preghiera del Padre nostro dove al Padre viene chiesto “dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Infine, anche Maometto nel Corano, cita tre volte la manna che Allah mandò al popolo d’Israele mediante Mosè e il succo è medicina per gli occhi.

…COSI’ E’ GERMOGLIATA DALLA TERRA

Non solo dal cielo degli israeliti nel deserto è piovuta la manna, anche dalla terra di Castelbuono è germogliata una manna salutare per i bisogni di un popolo riconoscente. Infatti dalla manna biblica che abbiamo descritto sopra, il buon Dio ha baciato un lembo di terra di Sicilia, nelle Madonìe e precisamente nei territori di Castelbuono e Pollina (PA). In questo comprensorio vi sono grandi estensioni di alberi del genere fraxinus. Sappiamo che in tutto il mondo esistono tante specie di albero di frassino, ma quelli coltivati nel territorio madonita sono unici, perché hanno un particolare lignaggio biologico. Da questa pianta, con particolare maestrìa dell’agricoltore, egli giornalmente in estate incide il tronco dell’albero e dopo diverse incisioni, sgorga lungo la corteccia un dolce nettare liquido, che a contatto con l’aria calda diventa solido e di un colore giallastro. La manna viene raccolta con appositi attrezzi e successivamente viene purificata. Negli ultimi anni è stata ideata la tecnica  che con  un filo di nylon, posizionato dal ramo fino a terra, il liquido scorre sul filo e si solidifica, diventando manna pura che gli agricoltori chiamano “cannolo”.

Ricordo nella mia infanzia, quando i contadini produttori di manna, di buon mattino si affacciavano al balcone (lo fanno ancora oggi), per vedere il cambiamento climatico. In previsione della pioggia si precipitavano in campagna per raccoglierla, altrimenti l’acqua avrebbe lavato il tronco dell’albero, vanificando una settimana di incisioni del tronco.

Sappiamo bene che oggi tutto l’indotto della produzione della manna è diventato un volano economico e viene utilizzato nella cosmesi, in prodotti farmaceutici e dolciari e certamente l’abbondante dono di Dio e della natura è una ricchezza che va conservata e tramandata.

Così la simbologia della manna discesa dal cielo e della manna germogliata dalla terra, sono diventati doni preziosi: per gli israeliti, perché sfamati dal cibo spirituale piovuto dal cielo e per gli agricoltori e imprenditori madoniti, perchè il dolce nettare che sgorga dal frassino diventa un dono gratuito elargito da Dio che non abbandona mai il popolo che lo ama.

P. Paolo Fiasconaro

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